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Mostrati 1941-1960 di 124642 Articoli:
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Ogni giorno è un buon giorno. Quindici gioie che il tè mi ha insegnato
Prenditi il tuo tempo. Vivi il momento presente e non farti travolgere dalle distrazioni. Guarda il mondo intorno a te come se fosse la prima volta. Ascolta la natura, asseconda le stagioni. Obiettivi a cui tutti aspiriamo, certo, ma che non sappiamo mai come raggiungere.\r\n\r\n Non lo sapeva nemmeno Morishita Noriko quando, ventenne, cominciò a frequentare le lezioni della signora Takeda per eseguire la cerimonia del tè. Né sapeva che quelle prime lezioni erano l'inizio di un cammino che sarebbe durato tutta la vita. Ogni giorno è un buon giorno è il racconto di una tradizione antichissima, dei suoi rituali, della sua filosofia piú profonda e delle gioie che può regalare. A tutti noi. «Ci sono cose che puoi provarci quanto e come vuoi ma non le capisci finché non arriva il momento giusto. Però quando poi un giorno le capisci, dopo non puoi far finta di niente». La cerimonia del tè è uno dei riti tradizionali piú affascinanti del Giappone. I monaci buddisti del sedicesimo secolo hanno codificato ogni passaggio di questo rituale che, attraverso i gesti piú semplici, chiama i partecipanti a concentrarsi sulla profonda ricerca di se stessi. Con quella sua ritualità che immutata attraversa i secoli, la cerimonia del tè sembra qualcosa di molto lontano dalla vita di tutti i giorni. Lo sembrava anche a Morishita Noriko quando, studentessa svogliata e indecisa sulla strada da intraprendere, su consiglio della madre prese a frequentare un corso sulla cerimonia del tè. Non sa che quelle prime lezioni sono l'inizio di un viaggio che durerà tutta la vita. I momenti dedicati alla cerimonia del tè, ai suoi riti, alla meditazione che impone e, contemporaneamente, dischiude diventano momenti per trovare un senso alle prove che la vita mette davanti a Noriko: un matrimonio...
I valori che contano (avrei preferito non scoprirli)
Eccolo di nuovo tra noi, l'avvocato d'insuccesso piú amato dagli italiani, in compagnia di un nuovo esilarante socio, di una nuova riluttante fidanzata, e dei suoi soliti pensieri inconcludenti. Ed eccolo alle prese con una nuova causa che sembra già pronto a perdere. \r\n\r\n Se non vi è mai successo di nascondere in casa una ragazza in mutande appena fuggita da una retata in un bordello al quarto piano del vostro palazzo, non siete il tipo di persona a cui capitano queste cose. Vincenzo Malinconico lo è. Dovrebbe sapere che corre un rischio bello serio, visto che è avvocato, e invece la fa entrare e poi racconta pure un sacco di balle al carabiniere che la inseguiva e va a bussargli alla porta. È cosí che inizia I valori che contano (avrei preferito non scoprirli) , il romanzo in cui Malinconico - avvocato di gemito, piú che di grido - oltre a patrocinare la fuggiasca in mutande (che poi scopriremo essere figlia del sindaco, con una serie di complicazioni piuttosto vertiginose), dovrà affrontare la malattia che lo travolgerà all'improvviso, obbligandolo a familiarizzare con medici e terapie e scatenandogli un'iperproduzione di filosofeggiamenti gratuiti - addirittura sensati, direbbe chi va a cena con lui - sul valore della pena di vivere. Un vortice di pensieri da cui uscirà, al solito, semi-guarito, semi-vincente e semi-felice, ricomponendo intorno a sé quell'assetto ordinariamente precario che fa di lui, con tutti i suoi difetti e le sue inettitudini, una persona che sa farsi voler bene, pur essendo (o forse proprio perché è) un uomo cosí cosí. Eccolo di nuovo tra noi, l'avvocato d'insuccesso piú amato dagli italiani, in compagnia di un nuovo esilarante socio, di una nuova riluttante fidanzata, e dei suoi soliti pensieri inconcludenti. Ed eccolo alle prese...
Le lacrime di Roma. Il potere del pianto nel mondo antico
I comportamenti sociali dei romani, tanto spesso punteggiati di lacrime, ci disorientano. Ma fare un passo di lato permette di vedere piú chiaro.\r\n\r\nTesi di fondo di questo libro è che nell'antica Roma il pianto è alquanto diffuso e accompagna gli avvenimenti della vita pubblica e privata. Si tratta di esercitare un potere politico e simbolico: per aumentare la loro autorità, senatori, imperatori e brillanti condottieri non esitano a versare lacrime. Esse vengono usate nelle piú svariate situazioni: per esprimere la sofferenza del lutto, la volontà di espiazione quando oscuri presagi appaiono minacciosi, la paura di un'esclusione sociale per cui si invoca la tradizione della propria famiglia; per manifestare la propria grandezza d'animo davanti agli sconfitti. L'autrice si sofferma poi sul messaggio politico che le lacrime diffondono, sul momento calibrato in cui compaiono. Esamina con cura testi e tradizioni, sconfessando l'immagine monolitica dei romani come un popolo duro e crudele. Il tema del libro ha un interesse generale, in un momento in cui si recupera lo studio delle emozioni, la loro spontaneità o la loro calcolata esternazione, il loro ruolo nelle traiettorie individuali nelle relazioni interpersonali. Nel gennaio 2016 il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha pianto in pubblico. Sottolineando l'intreccio di forza e debolezza, la stampa si è interrogata: «Obama ha reso accettabile il fatto di piangere in pubblico?» In realtà la novità è meno importante di ciò che lascia intravedere: un'attenzione collettiva verso le lacrime. Il dato che forse colpisce di piú è che tale attenzione nasce da una dimenticanza. Le lacrime un tempo erano frequenti, tanto in pubblico quanto in privato. Nella Roma antica fornivano un ausilio imprescindibile al politico, erano l'arma preferita degli oratori e il mezzo con cui distinguersi dal volgo. Contribuivano anche a veicolare i presagi riguardanti...
Vite scritte
Un omaggio agli autori che Marías ha amato, e al contempo un raffinato elogio dei libri.\r\n\r\nJavier Marías ci propone di trattare gli scrittori non come autori, bensí come personaggi. Non busti di marmo o dipinti a olio, ma protagonisti letterari, al pari di quelli dei romanzi che hanno scritto, animati dalle passioni piú intense o vittime delle piú imbarazzanti ossessioni. Leggendo diari, biografie, testimonianze, scopriremo allora che Conan Doyle bramava di uccidere Sherlock Holmes, che Joyce aveva un'ambigua inclinazione voyeuristica, che Emily Brontë era di un'insospettabile forza fisica o che Rimbaud intratteneva un pessimo rapporto con l'igiene. E cosí nasce Vite scritte, un omaggio agli autori che Marías ha amato, e al contempo un raffinato elogio dei libri. Perché la letteratura passa anche attraverso i volti, gli sguardi, i gesti quotidiani di chi le ha dedicato la vita. «Con il passare del tempo mi sono reso conto che, se mi è piaciuto scrivere tutti i miei libri, è stato con questo che mi sono divertito di piú. Forse perché, oltre che "scritte", queste vite sono state "lette"», dichiara Marías nella premessa. O meglio, in un'appendice alla premessa, che risale a sette anni e sette mesi dopo - e gli appassionati di numerologia potranno sbizzarrirsi - la prima edizione del volume. Sarà forse perché Vite scritte nasce come una sfida che lo scrittore lancia a se stesso: scegliere una ventina di autori, trattarli come personaggi letterari, rivelare i particolari piú curiosi delle loro vite, troppo spesso trascurate a favore delle loro opere. La scelta e l'ordine di apparizione sono arbitrari, ma Marías si impone due regole (altrimenti che sfida è?), ovvero che gli autori non siano spagnoli e che siano rigorosamente morti. E cosí, in questo libro si incontrano, tra gli altri, un Faulkner...
Il pranzo di Natale. I piatti delle feste e la cucina degli avanzi
«Nelle feste, in cucina, basta applicare la saggezza delle nonne».\r\nI consigli del grande chef per le ricorrenze piú importanti dell'inverno. E visto che buttare il cibo è sempre un peccato, alcuni originali suggerimenti su come recuperare gli avanzi in modo creativo e gustoso.\r\n• 15 ricette tradizionali rese uniche dal tocco del maestro\r\n• 5 invenzioni perché nulla vada sprecato\r\n• I ricordi di Antonino
EUR 13.30
Il corpo del duce. Un cadavere tra immaginazione, storia e memoria
Il fascino personale di Mussolini ha costituito un fattore di consenso del regime fascista. Ma che cosa è successo dopo il 1945? Secondo l'autore il carisma del duce non è venuto meno con la sua morte. Il saggio prende le mosse dal Ventennio, studiando l'immaginario della morte del dittatore all'apogeo della sua vita. Vengono quindi ripercorse le avventure della salma dopo la fucilazione: l'oltraggio collettivo di piazzale Loreto; il trafugamento da parte neofascista; il lungo periodo di occultamento in nome della ragion di Stato; la controversa tumulazione a Predappio. Nell'Italia del dopoguerra, le vicende del "cadavere senza pace" hanno alimentato un movimento di pietà: compatire Mussolini era un modo di compatire e perdonare se stessi.
EUR 11.20
La neolingua dell'economia ovvero come dire a un malato che è in buona salute
N come Neolingua dell'economia. Una lingua surreale denunciata da Fitoussi in questo libro. Una lingua che ormai parliamo tutti e che ha scarsi contatti con la realtà che vogliamo spiegare.\r\n«Fitoussi svela la retorica propagandistica e il vuoto dietro tutta una parte del dibattito economico di oggi» - Il Venerdì\r\nQuesto libro nasce da una contraddizione: le parole piú semplici di cui credevamo di conoscere a perfezione il significato ora ci sfuggono. Altro che le élite, è il linguaggio che ci prende in giro. 1984 è finalmente arrivato, con un po' di ritardo! Tutti ormai parliamo questa lingua impoverita e condivisa, con scarsi contatti con la realtà. Invece di controllare il linguaggio, siamo noi a esserne controllati. Lo stesso discorso si applica all'unica grammatica che ottiene consenso in economia, quella legata all' homo oeconomicus . Il procedimento è questo: inventiamo un linguaggio basato su una teoria immaginaria e ce ne serviamo per piegare la realtà ai nostri bisogni, per limitare la nostra comprensione al frammento piú improbabile del reale. Per esempio esaltiamo la concorrenza perché efficace o vantaggiosa per il consumatore, ma senza dire che potrebbe essere disastrosa per il produttore, né che le forme piú comuni del mercato sono degli oligopoli (se non dei monopoli) ancora peggiori per il lavoratore.
EUR 16.15
Quando non morivo
Finalista al premio Viareggio-Rèpaci 2020, sezione PoesiaSiamo. Prima persona plurale del verbo essere: «siamo» è la voce verbale che attraversa tutta la nuova raccolta di Mariangela Gualtieri. Una voce, per l'appunto, prima ancora che una forma. \r\n\r\nSubito si cuce questo niente da dire ad una voce che batte. Vuole palpitare ancora, forte, forte forte dire sono - sono qui - e sentire che c'è fra stella e ramo e piuma e pelo e mano un unico danzare approfondito, e dialogo di particelle mai assopite, mai morte mai finite. Siamo questo traslare cambiare posto e nome. Siamo un essere qui, perenne navigare di sostanze da nome a nome.\r\n\r\n Siamo. Prima persona plurale del verbo essere: «siamo» è la voce verbale che attraversa tutta la nuova raccolta di Mariangela Gualtieri. Una voce, per l'appunto, prima ancora che una forma. Una voce che parla da non si sa dove e pronuncia l'essere e l'esserci come evidenza e nello stesso tempo come mistero. Né punto di partenza né punto di arrivo, ma consapevole e accidentato percorso. Gli approcci piú che definitori sono tentativi di collocazione: «siamo nel calmo della nuvola turchina», «Siamo qui. Siamo dentro un mattino assolato». Ma soprattutto sono indicazioni di stati d'animo: «Siamo confusi», «siamo stupidi un poco». Di sicuro non siamo soli. Un'altra presenza costante del libro (e non solo nella seconda sezione, ad essi dedicata) è quella degli animali. Fratelli, ma anche qualcosa di piú: sorta di angelici anelli di congiunzione con quanto si cela dietro la parola «siamo» e il verbo essere. E anche i cuccioli umani, ai quali è dedicata un'altra sezione, sono creature speciali, piú immediatamente partecipi di quei cicli naturali intorno ai quali ruota, come una preghiera, la scrittura della poetessa romagnola. Ma senza essere troppo francescana, senza...
Gli incendiari
Will e Phoebe si amano come fanno i naufraghi con la terra avvistata, bramosi e incerti, ma le acque che li circondano sono molto insidiose. John Leal subodora il vuoto quando lo incontra, e promette di saperlo riempire. Come in ogni forma d'amore, la battaglia che viene ingaggiata ha per posta l'anima. \r\n\r\nWill e Phoebe si incontrano al college e subito si amano di un amore complice e sensuale che sembra saper colmare i loro vuoti. Will è un ragazzo serio che evita ogni distrazione, ma la perdita della fede ha lasciato in lui «un buco a forma di Dio». Phoebe al contrario è affascinante e disinvolta, e passa da una festa all'altra per nascondere il senso di colpa per la morte della madre. Nelle crepe del loro passato s'insinua John Leal, un predicatore scalzo che avvicina «discepoli» da convertire. Come in ogni battaglia d'amore, la posta in gioco è la loro stessa anima. «La prosa di Kwon definisce un mondo e poi si fa da parte per lasciare che sia il mistero ad abitarlo». «The New Yorker» Cosí si dice: da giovane attivista John Leal aveva aiutato i dissidenti coreani a raggiungere clandestinamente Seul dalla Corea del Nord, fino al giorno in cui era stato rapito, gettato in un gulag e torturato. Scampato alla morte, ma non al ricordo degli orrori, era ritornato in America, aveva avuto una rivelazione e si era messo al servizio dell'umanità fondando il gruppo Jejah. Questa storia, o una versione sempre un po' diversa di essa, racconta John Leal ai «discepoli» riuniti al suo cospetto. Ma Will non ci casca. La retorica della fede, i «giochi di magia», l'«abracadabra», come li definisce, gli sono ben noti, e per questo ne diffida. Lui stesso li ha praticati nella...
Senti che vento
Con una scrittura nitida e leggera, piena di magia, Eleonora Sottili ci racconta di come l'inaspettato s'intrufola nella nostra vita regalandoci le chiavi per aprire nuove porte. Perché esistono tante versioni di noi, e quando si rompono gli argini è il momento di chiedersi se cambiare rotta.\r\n\r\n «La nonna tagliava il salame e distribuiva le fette. A un tratto mi disse: "Sembra di essere in guerra. Tu saresti morta subito, in guerra". Aveva ragione, lo sapevo. Poi aggiunse: "Certo all'aceto potevate pensarci". Quindi, come se le cose fossero collegate: "Mi sa che domenica prossima non ti riesci mica a sposare". Fu allora che la mamma fece scattare la lama del suo coltello a serramanico, e per un momento mi sembrò che le scappasse un sorriso». Nonna Fulvia ha i capelli di ferro e ruggine, non sopporta le zucchine liguri e definisce Agata "un nientino". La mamma invece sta china sui suoi atlanti a incrociare paralleli e meridiani, cercando instancabile un posto dove sua figlia potrebbe avere una vita sorprendente. «Io con loro non c'entro niente», pensa Agata. Tanto domenica si sposa e finalmente sarà al sicuro, lontana dalle intermittenze dell'una e dalle forze contrarie dell'altra. Ma il fiume arriva a confondere i confini tra le cose, e Agata scopre di essere molto piú vicina alle donne della sua famiglia di quanto credeva. Un segreto, del resto, ce l'ha anche lei: la collezione di appartamenti vuoti dove ha fatto l'amore con un ragazzo che non è lo stesso che sta per sposare. Con una scrittura nitida e leggera, piena di magia, Eleonora Sottili ci racconta di come l'inaspettato s'intrufola nella nostra vita regalandoci le chiavi per aprire nuove porte. Perché esistono tante versioni di noi, e quando si rompono gli argini è il momento...
Ora tocca all'imperfetto
Finalista Premio Napoli 2020, sezione PoesiaNell'ampio e prestigioso percorso di Viviani, varie fasi si sono susseguite, anche con evidenti diversità formali ma con una sotterranea, fortissima coerenza, che significava soprattutto desiderio di bellezza, di eticità, di esattezza. \r\n\r\nL'imperfezione di cui si parla nel nuovo libro è una condizione «tra», sempre in bilico tra due opposti. Tra la giovinezza e il tempo della fine, tra l'amore e la rinuncia, tra il ruggito dell'animale feroce e il trofeo appeso sopra il camino, tra la luce e il buio, tra il noto e l'ignoto, tra il futuro e il passato. Anche la ricerca di una salvezza dall'incombere del tempo e dal non senso che da lí si sprigiona passa per poli opposti: protezione chiesta da un lato agli avi e ai reperti archeologici, dall'altro alla continuità dei discendenti e alla vitalità dei bambini. Simbolo di questa età fragile, che è una condizione esistenziale ancor piú che una congiuntura anagrafica (semmai gli anni permettono di percepirla meglio), è un cancelletto spinto dal vento. In queste tremule oscillazioni sta la piú vera natura di ciò che è umano, ben lontano da qualsiasi idea di perfezione. Certo, fare i conti col tempo, quando il tempo si riduce, è piú doloroso: soprattutto non c'è piú spazio per illusioni di nessun tipo. Nemmeno per quelle estetiche. Il libro di Viviani ha il passo poetico di un percorso nella verità.
EUR 10.45
Quaderno a cancelli
Con nove disegni dell'autore e uno scritto di Italo Calvino. Torna, restaurata filologicamente, l'opera piú strana, ma forse per questo tanto affascinante, di Carlo Levi: diario ospedaliero, autobiografia, libro di sogni e riflessioni a 360 gradi. \r\n\r\n\r\nLevi la scrisse nel 1973 in condizione di cecità, quando era in clinica per un doppio intervento alla retina. Per questo si fece fare un quaderno con una griglia metallica che lo aiutava a tenere allineata la scrittura (da cui il titolo). La malattia e la percezione di una fine non lontana lo portavano a ripercorrere ricordi di infanzia che si intrecciano però con i sogni, in una situazione in cui notte e giorno, sonno e veglia, non avevano molte distinzioni. Il libro uscí postumo nel 1979. Ora viene riproposto recuperando alcune parti perdute e l'ordinamento originario d'autore. Il Quaderno non è un'opera progettata a tavolino, nasce piuttosto da una prassi quotidiana volta a esorcizzare con la luce della scrittura il buio della malattia. Le stesse condizioni materiali in cui versa l'autore orientano piú che mai l'opera, a tal punto che in alcuni passaggi le carte manoscritte attestano come egli si sia addormentato scrivendo, cosí come al contrario altre volte si sia risvegliato e abbia prontamente appuntato un sogno. Il carattere diaristico e quotidiano dell'opera si mescola allo sguardo onirico e interiore a cui lo costringe la cecità. In molti suoi romanzi, Levi intreccia una componente finzionale a eventi della propria biografia, e il risultato di questo impasto ha talvolta ingenerato equivoci circa lo statuto delle sue opere. Anche il Quaderno non si sottrae a tale caratteristica, qui tuttavia i dati concreti sono davvero esigui: l'operazione, il ritorno a casa, una seconda operazione in aprile e il successivo periodo di convalescenza sono parti della cornice entro cui...
Insegnami la tempesta
Dopo il successo de L'animale femmina, Emanuela Canepa torna a scandagliare i conflitti sotterranei che si annidano in ogni rapporto. Stavolta, lo fa attraverso tre figure femminili indimenticabili.\r\n\r\nC'è una donna ferma sulla soglia di un convento. Deve entrare, ma ha paura. Oltre quella soglia, lo sa, avverrà la resa dei conti. Perché è lí che si trova sua figlia, un'adolescente scappata di casa dopo l'ennesima lite con lei. Ed è lí che vive la persona che molti anni prima l'ha abbandonata senza una parola, per seguire la propria vocazione.\r\nDopo il successo de L'animale femmina, Emanuela Canepa torna a scandagliare i conflitti sotterranei che si annidano in ogni rapporto. Stavolta, lo fa attraverso tre figure femminili indimenticabili. Una madre, alla quale la figlia rimprovera un'esistenza di rinunce. Una figlia, che la madre ha sempre sentito inaccessibile. E una suora, che ha lasciato tutto, anche la sua piú grande amica, per abbracciare senza riserve il proprio destino. Tre donne profondamente legate tra loro, eppure in costante fuga l'una dall'altra. Perché ogni legame d'amore può diventare un cappio, e ogni distacco trasformarsi in battaglia.
EUR 16.62
New power. L'arte del potere nel XXI secolo
Analizzando i fenomeni culturali, politici, economici e pop piú significativi dei nostri tempi - dalle comunità dei super-utenti di Lego alla nuova Chiesa di papa Francesco - New Power ci mostra come il potere, negli ultimi anni, sia radicalmente cambiato. E come, in un presente in continua evoluzione, riuscire a interpretarlo.«La miglior finestra possibile su questo nuovo mondo» - The New York TimesA lungo, il vecchio potere è stato inaccessibile, elitario, custodito gelosamente. Oggi, la rivoluzione tecnologica ne ha sviluppato uno nuovo: aperto, partecipativo e senza gerarchie. Dal movimento #MeToo all'ascesa di Uber e Airbnb fino all'innovazione aperta della Nasa, New Power traccia i confini del conflitto tra i due poteri e individua i limiti, i pregi e i lati oscuri di entrambe le forze. Analizzando i fenomeni culturali, politici, economici e pop piú significativi dei nostri tempi - dalle comunità dei super-utenti di Lego alla nuova Chiesa di papa Francesco - New Power ci mostra come il potere, negli ultimi anni, sia radicalmente cambiato. E come, in un presente in continua evoluzione, riuscire a interpretarlo. Offrendoci, inoltre, una serie di consigli pratici per comprendere al meglio il nostro ruolo in questo scenario e provare ad avere successo nel liquido amniotico in cui galleggiamo.
EUR 18.05
Pensiero istituente. Tre paradigmi di ontologia politica
Oggetto di questo libro è la crisi profonda della politica contemporanea, ma anche delle filosofie che la interrogano senza riuscire a lasciarsela alle spalle e anzi contribuendo a intensificarla.\r\n\r\n Ciò accade ai due paradigmi ontologico-politici piú influenti nel dibattito filosofico continentale, nati, rispettivamente, dal pensiero di Heidegger e da quello di Deleuze. Opposti nella loro tonalità - impolitico il primo e iperpolitico il secondo -, nessuno dei due sfugge all'orizzonte teologico-politico di cui da tempo il nostro linguaggio concettuale è ostaggio. A questi due paradigmi fondamentali - esaminati nelle loro singolari risorse teoretiche, ma anche nei loro scompensi politici - Roberto Esposito contrappone un terzo filone di pensiero, che può definirsi «istituente» o «post-machiavelliano», inaugurato da Claude Lefort. Lontano sia dal presupposto negativo del lessico post-heideggeriano sia dall'euforia affermativa degli eredi di Deleuze, esso riconosce nella prassi istituente la strada, realistica e innovativa, per riconfigurare una relazione produttiva tra ontologia e politica. A differenza dagli altri paradigmi, per il pensiero istituente, nell'elaborazione originale che ne propone Roberto Esposito, l'essere sociale non è né univoco né plurivoco, ma tagliato dalla semantica duale del conflitto politico.
EUR 20.90
La pista. La prima indagine di Selma Falck
Torna Anne Holt, l'autrice da 10 milioni di copie, con una nuova avvincente serie gialla. Protagonista l'avvocata piú famosa della Norvegia: Selma Falck. \r\n\r\n«Avvincente, originale, sorprendente. Holt scrive con la maestria dei migliori scrittori scandinavi»\r\n «Un'autrice che non smette mai di stupire»\r\n\r\n\r\nUna sciatrice accusata di doping a pochi mesi dalle Olimpiadi. Uno sciatore morto in circostanze controverse. E un mondo, quello dello sci, che si rivela in tutta la sua violenza e corruzione. Selma Falck, ex atleta di fama mondiale e avvocato di grido, ha perso tutto. Il marito, i figli, il lavoro e il suo vecchio giro d'affari. Sola, emarginata e con un vizio che minaccia di trascinarla ancora piú in basso, Selma si è rintanata in un lurido appartamentino nella zona piú squallida di Oslo. Fino a quando Jan Morell, padre di Hege Chin Morell, campionessa di sci di fondo norvegese, non bussa alla sua porta. La figlia è risultata positiva al doping e rischia la squalifica dalle Olimpiadi di PyeongChang. Convinto che Hege sia stata sabotata, Jan offre a Selma il compito apparentemente impossibile di provarne l'innocenza. Ma quando Selma accetta l'incarico e inizia a investigare, uno sciatore della nazionale viene ritrovato morto dopo un allenamento. L'autopsia rivela tracce della stessa sostanza presente nel sangue di Hege. E mentre l'indagine si infittisce e un altro cadavere viene scoperto, Selma comincia a rendersi conto che anche la sua vita è in serio pericolo.
EUR 19.00
Marx e il marxismo
Il pensiero marxiano conserva intatta la sua rilevanza anche a fronte delle problematiche poste dal mondo contemporaneo.\r\n\r\n«Un libro davvero notevole. La quantità di conoscenze e la chiarezza dell'esposizione rendono questo studio una scelta ottimale per chi sia in cerca di una riflessione autorevole e a tutto campo su Marx e il marxismo» - The Times Literary Supplement\r\n\r\n\r\nKarl Marx continua a essere il piú importante pensatore della storia. I movimenti politici che si rifanno al suo nome hanno ridato speranza alle innumerevoli vittime della tirannia e dell'oppressione. Ma una volta raggiunto il potere, essi si sono rivelati spesso disastrosi e hanno mietuto milioni di vittime. Il pensiero marxiano conserva intatta la sua rilevanza anche a fronte delle problematiche poste dal mondo contemporaneo. Se dopo il crollo dell'Unione Sovietica la reputazione del grande pensatore appariva compromessa, una nuova generazione ha cominciato a leggere Marx al cospetto delle ricorrenti crisi finanziarie, della crescente disuguaglianza sociale e di un acuito senso di ingiustizia e distruttività propri del capitalismo di oggi.
EUR 31.35
Generazione arcobaleno. La sfida per l'eguaglianza dei bambini con due mamme
A come Arcobaleno, come generazione arcobaleno. Questo libro è la storia di una battaglia civile per l'eguaglianza di questa generazione, i figli di coppie omogenitoriali. Contro ogni discriminazione.Questo libro racconta una storia: la battaglia civile perché, ai genitori dello stesso genere, sia riconosciuto il dovere della responsabilità genitoriale per i propri figli fin dalla nascita. Micaela Ghisleni ha affrontato questa battaglia per i diritti dei bambini di queste coppie. Oggi, la legge, in Italia, non prevede che due persone dello stesso genere, neanche se unite civilmente, possano essere entrambe genitori. Da un lato qui vi è la storia di Micaela e della lotta per tutelare il suo bambino. Dall'altro si trovano le stringenti argomentazioni etiche e giuridiche dietro a questa battaglia. Micaela e la sua compagna, Chiara Foglietta, dopo aver concepito un figlio insieme all'estero, con la fecondazione assistita, si sono confrontate con una legge che garantiva l'essere genitori solo alla madre biologica, prospettando per l'altra madre tutt'al piú l'incerto, lungo e gravoso percorso giudiziario di una procedura di adozione. Di fronte a ciò decidono di sostenere le ragioni della piena genitorialità di entrambe fin dal principio. Il 23 aprile 2018 Chiara Appendino, sindaca di Torino, registra all'anagrafe per la prima volta in Italia un bambino nato da una coppia omogenitoriale. È l'inizio di una svolta.
EUR 11.62
Prevenire. Manifesto per una tecnopolitica
P come Prevenire. Perché solo la prevenzione può salvarci. Solo soluzioni globali, preventive e lungimiranti possono risolvere i tre debiti del genere umano: socio-economico, ambientale e cognitivo. \r\n\r\nDa almeno dodicimila anni abbiamo sviluppato tecnologie che hanno aumentato le nostre prestazioni fisiche e mentali, piegando l'ecosistema ai nostri bisogni alimentari e antropizzando il pianeta massicciamente. Ciò ha migliorato enormemente la qualità della vita ma ha generato tre debiti: economico e sociale (noto), ambientale (che comincia a essere noto) e cognitivo (poco noto, di cui iniziamo a renderci conto). Per nessuno di questi fenomeni preso isolatamente c'è una soluzione semplice. Tuttavia le prospettive di successo saranno molto maggiori se vi sarà una collaborazione intersettoriale: il trasporto pubblico e la riduzione del cibo-spazzatura hanno infatti un impatto sull'obesità, sul diabete, sull'inquinamento e perfino sul cambiamento climatico. Urge l'"internazionalismo": ciascuna di queste crisi trascende i confini nazionali e anzi richiede soluzioni globali. Questa constatazione è sorretta da forti prove scientifiche ed è tuttavia in stridente contrasto con i crescenti nazionalismi.
EUR 14.25
Il pericolo di un'unica storia
Raccontare un'unica storia crea stereotipi. E il problema degli stereotipi non è tanto che sono falsi, ma che sono incompleti. Trasformano una storia in un'unica storia. \r\n\r\n«Molte storie sono importanti. Le storie sono state usate per espropriare e per diffamare. Ma le storie si possono usare anche per dare forza e umanizzare. Le storie possono spezzare la dignità di un popolo. Ma le storie possono anche riparare quella dignità spezzata»\r\n\r\n «Quando rifiutiamo l'unica storia, quando ci rendiamo conto che non c'è mai un'unica storia per nessun luogo, riconquistiamo una sorta di paradiso»\r\n\r\nCosí si esprime Chimamanda Ngozi Adichie in questo mirabile testo, che riprende la sua prima celebre conferenza TED del 2009. È un libro di estrema universalità e attualità. Riguarda il rischio che corriamo ogni volta che semplifichiamo, vedendo la realtà attraverso un unico punto di vista. Adichie racconta cosí come ha trovato la sua autentica voce culturale. È particolarmente interessante il sovrapporsi di due piani diversi: quello della poetica dello scrittore (la voce che lo scrittore deve trovare); e quello civile e politico: il pericolo di un'unica storia è il pericolo dell'appiattimento culturale, di una visione identitaria che cancella culture e punti di vista alternativi.
EUR 6.65