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Io vi maledico
"lo vi maledico" c'è scritto sulla lapide di marmo che un operaio dell'Ilva di Taranto ha voluto mettere per strada, sotto casa sua. E "Io vi maledico", dice la figlia dell'imprenditore che si è ucciso strozzato dall'usura bancaria. Sono due delle storie che compongono il ritratto corale di un Paese disorientato, in cui rabbia e frustrazione possono trasformarsi in malattia sociale o in vento di cambiamento. C'è il ragazzo sardo che voleva partecipare a X Factor, non l'hanno preso ed è tornato in miniera. C'è Michele, 4 anni, che ha fatto il test per misurare la rabbia e doveva prendere delle medicine, ma sua madre ha deciso di no. La fatica dei genitori, la sazietà disillusa dei figli. Emanuela che ha scritto due volte a Marchionne e che sa - glielo ha spiegato suo padre - cosa significa "comportarsi da uomo". C'è Milagros che racconta che gli indignados sono orfani delle carte di credito e figli degli sfratti. C'è la rabbia degli adolescenti, cui i professori non sanno dare risposte. Ci sono cinque donne sindaco del Sud, dove le teste di maiale non son maschere da indossare alle feste. E c'è Atesia, dove le donne del call center rispondono la notte ai maniaci per non perdere 80 centesimi lordi. Un ritratto scritto con parole dure come la pietra. O come la verità. Unico antidoto alla rabbia di chi è stanco di non essere ascoltato.
EUR 9.60
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Un giorno sull'isola. In viaggio con Lorenzo
Su un'isola dai destini incrociati madre e figlio siedono allo stesso tavolo, una di fronte all'altro. Scrivono. Cercano una storia smarrita. Trovano un luogo che non c'era, il piacere del tempo perso. Si incontrano in una lingua comune, nel gioco del racconto. E mettono in fila le parole, perché con le parole si può fare tutto. Anche riacchiappare un nonno che non c'è più, ricostruire insieme le favole che lui inventava con il nipotino, recuperare il filo dei ricordi. E attraverso i racconti madre e figlio si scambiano parole che forse non si sarebbero detti mai e costruiscono una nuova storia. La loro, che durerà per sempre.
EUR 8.00
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Il tennis come esperienza religiosa
Negli anni della giovinezza e ben prima di diventare il più grande innovatore della letteratura americana contemporanea, David Foster Wallace si è a lungo dedicato al tennis, entrando nelle classifiche regionali e sfiorando la fama che ha saputo costruirsi altrove, e con ben altri esiti. Il tennis è rimasta una delle sue grandi passioni, tradotta nelle pagine di "Infinite Jest" e "Tennis, TV, trigonometria e tornado". Ma soprattutto in due saggi, qui raccolti insieme per la prima volta, e dedicati rispettivamente a Roger Federer e a un'epica edizione degli U.S. Open. Ma anche a mille altre cose: lo scontro omerico tra il talento e la forza bruta, tra la bellezza apollinea di una volée perfetta e gli interessi economici "sporchi" che ruotano intorno a ogni sport. Il tutto, nella lingua immaginifica e inimitabile che i fan di David Foster Wallace hanno imparato da tempo a conoscere e amare.
EUR 8.00
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Amsterdam
Vincitore del Man Booker Prize 1998È lecito distruggere un uomo politico, sia pure spregevole e privo di scrupoli, attaccandolo sui segreti più intimi della vita privata? E un grande artista, per difendere la propria ispirazione, è autorizzato a ignorare una persona che sta rischiando la vita? Amsterdam è il palcoscenico ideale di una buffa e terribile resa dei conti, "una tragicommedia in cui nessun personaggio è amabile" che, con piacevole e insieme graffiante ironia, ci interroga sul valore di alcune scelte etiche fondamentali. Con questo romanzo Ian McEwan ci regala una sinfonia breve e grottesca sull'odio e la vendetta. Feroce e leggera, la penna di uno dei più grandi scrittori inglesi contemporanei ci trascina abilmente in un appassionante racconto che ritrae il deserto morale di fine millennio. Nel 1998 il romanzo ha vinto il prestigioso Booker Prize.
EUR 9.20
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Il brevetto del geco
Con straordinaria forza narrativa Tiziano Scarpa ci getta insieme ai due protagonisti nella mischia del nostro tempo, e prova a immaginare la deriva di un'epoca di cui ridefinisce i confini grazie alla potenza di una parola sempre precisa e sorprendente.«Un romanzo intelligente, avvincente, raffinato, comico, coraggioso. Lettura quasi obbligatoria per i frequentatori a vario titolo del mondo dell'arte » - Luca BertoloFederico Morpio è un artista che si ritrova solo e senza soldi nella Milano di oggi. Ha un dubbio che lo angoscia piú dei debiti: è stato escluso dall'ambiente dell'arte perché non aveva gli agganci giusti o per la mancanza di talento? Adele invece è una giovane donna malinconica. Ha un lavoro da impiegata e vive sola. Una notte incontra un essere domestico ma prodigioso, un geco, e la sua vita ha una svolta. Entrambi incroceranno la propria strada con quella dei Cristiani Sovversivi; forse dei terroristi o forse un toccasana per l'Occidente in crisi. Con straordinaria forza narrativa Tiziano Scarpa ci getta insieme ai suoi due protagonisti nella mischia del nostro tempo, e prova a immaginare la deriva di un'epoca di cui ridefinisce i confini grazie alla potenza di una parola sempre precisa e sorprendente.
EUR 9.60
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La grande frattura. La disuguaglianza e i modi per sconfiggerla
C'è un'enorme frattura che divide il mondo di oggi: quella che separa l'1 per cento ricco dal restante 99 per cento. Un baratro nelle cui profondità si annidano le cause di molti fenomeni politici e sociali che agitano il presente.«Di fatto, la crisi non è stata il frutto di un volere divino, come un diluvio o un terremoto. È stata il risultato delle nostre politiche e della nostra politica.»In queste pagine il premio Nobel per l'Economia Joseph Stiglitz affronta, in modo chiaro e accessibile, le dimensioni e l'urgenza della disuguaglianza; le sue cause e le sue conseguenze. Ci mostra gli effetti di scelte economiche irresponsabili che negli ultimi trent'anni, in nome della libertà del mercato, hanno acuito il divario tra ricchi e poveri arrivando a minare le basi su cui si fonda il ceto medio. E propone delle soluzioni. Perché la scelta tra crescita e giustizia non è inevitabile; possiamo immaginare di costruire un futuro che sia più prospero e insieme più giusto.
EUR 11.20
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Lui, io, noi
Per la prima volta Dori Ghezzi, la donna che dal 1974 è stata accanto a Fabrizio De André, parla della sua vita e del suo rapporto con il piú carismatico cantautore italiano. E riesce nel prodigio di restituirci un De André inedito, perché visto attraverso i suoi occhi. \r\n\r\n«Ci guardiamo, e a tutt'e tre viene da pensare, istintivamente, a un giorno non troppo lontano degli anni Ottanta, magari; o a una notte di primavera dei Novanta. Con Fabrizio che s'aggira sospettoso sulle sue, di clarks, perché gli è sembrato di sentire un brusio in camera da letto di cui ora ha perso le tracce; e per un attimo, un attimo soltanto, ha avuto l'impressione di un qualche futuro sghembo di cui gli sembrava di aver avvertito l'eco: fluttuante, e incerta, come tutte le voci lontane quando ci chiamano da lunga distanza.»\r\n\r\nL'infanzia di Dori e quella di «Bicio», che mostra come la storia sia sempre stata una sola, anche quando loro non si conoscevano. Il primo incontro, a un premio musicale vinto da entrambi, durante il quale non smettevano di guardarsi. La nascita della figlia Luvi e la quotidianità campestre in Gallura. I mesi del sequestro, in cui a sostenerli fu proprio quel legame «fermo, limpido e accecante» che sarebbe continuato oltre il tempo. Un tempo sempre scandito dalla magia degli incontri: da Marco Ferreri a Lucio Battisti, da Cesare Zavattini a Fernanda Pivano. Tra bambine che chiacchierano con Arturo Toscanini e bambini che bevono cognac sotto i bombardamenti. Tra cuccioli di tigre allevati in salotto e un viaggio in nave con un toro limousine. Scritto assieme agli sceneggiatori di Principe libero, il film tv sul cantautore, Lui, io, noi è una storia privata che s'intreccia con quella pubblica di chi, da sessant'anni, ascolta...
Tante piccole sedie rosse
Dopo dieci anni, l'atteso ritorno al romanzo dell'autrice di Ragazza di campagnaTante piccole sedie rosse è stato decretato libro dell'anno da «The Sunday Times», «The Observer», «Financial Times» e «Sunday Express».Una notte d'inverno un misterioso straniero raggiunge a piedi un villaggio sulla costa irlandese. Dice di essere un poeta e un guaritore, di avere erbe e pozioni per lenire i dolori e curare i problemi sessuali. Ha una personalità magnetica, tanto che la piccola comunità di Cloonoila ne è presto conquistata. Fidelma McBride più di tutti. E il suo destino rimarrà segnato in modo ineluttabile.
EUR 17.10
La distruzione degli ebrei d'Europa
"La distruzione degli ebrei d'Europa" è considerato uno dei maggiori contributi alla comprensione del meccanismo burocratico-amministrativo e militare che ha consentito lo sterminio di quasi sei milioni di Ebrei. Raul Hilberg, attenendosi scrupolosamente a centinaia di migliaia di documenti, ha ricostruito tutte le tappe del lungo cammino che ha condotto il nazismo a realizzare la «soluzione finale della questione ebraica». Dalla messa in luce degli antecedenti culturali su cui si fondava l'antisemitismo europeo e tedesco alle soglie del Novecento, fino alla promulgazione delle leggi razziali di Norimberga, tutto viene passato al setaccio: decreti, sentenze, leggi, verbali di riunioni, carteggi, diari personali, relazioni, rapporti militari e civili, fino alla ricostruzione degli intrecci complessi che hanno consentito a un'intera società di dare il proprio quotidiano contributo allo sterminio.
EUR 45.60
Una storia delle immagini. Dalle caverne al computer. Ediz. a colori
Creare un'immagine, sostiene Hockney, è l'unico modo che abbiamo a disposizione per dar conto di ciò vediamo. Ma tutti coloro che producono immagini si confrontano con lo stesso problema: come comprimere persone, cose e luoghi tridimensionali su una superficie piatta? I risultati vengono spesso catalogati come pitture, fotografie o film, per poi essere ordinati secondo epoche e stili. Ma di fatto, che siano prodotti con un pennello, un apparecchio fotografico o un programma digitale, che siano sulle pareti di una caverna o sullo schermo di un computer, sono innanzitutto delle immagini. E a noi, per capire in che modo vediamo il mondo - e quindi per capire anche noi stessi - serve una storia delle immagini. Insomma, questo libro. Dopo una vita dedicata a dipingere, a disegnare o a produrre immagini con apparecchi fotografici, Hockney, in collaborazione con il critico Martin Gayford, possiede tutti gli strumenti necessari per esplorare come e perché nel corso dei millenni siano state prodotte delle immagini. Cos'è che rende interessante dei segni su una superficie piatta? Come viene reso il movimento in un'immagine immobile o, viceversa, cosa lega i film e la televisione agli antichi maestri della pittura? Come condensare il tempo e lo spazio in un'immagine statica, su una tela o su uno schermo? Quello che un'immagine ci mostra è una verità o una menzogna? Le fotografie rappresentano il mondo per come ne facciamo esperienza? Mettendo a confronto una grande varietà di immagini - un fotogramma di un cartone animato di Disney con una stampa di Hiroshige, una scena di un film di Ejzenstejn con un dipinto di Velazquez - gli autori superano le convenzionali frontiere tra cultura alta e bassa, operando inaspettati collegamenti tra epoche, luoghi e tecniche espressive diversissime. Perché per Hockney, film, fotografia, pittura...
Historiae
Eppure non ha senso\r\nrimpiangere il passato, \r\nprovare nostalgia per quello che\r\ncrediamo di essere stati.\r\nOgni sette anni si rinnovano le cellule:\r\nadesso siamo chi non eravamo. \r\nAnche vivendo - lo dimentichiamo - \r\nrestiamo in carica per poco.\r\n\r\nLa poesia di Antonella Anedda è caratterizzata da sempre da una specie di sguardo a raggi infrarossi, da una capacità percettiva in grado di illuminare figure dell'invisibile, di evocare assenze e mancanze. E anche in questo libro, raccontando le tragedie dei migranti affogati nei nostri mari o la vita di chi va a cercare qualche avanzo nei cassonetti dei rifiuti, sono soprattutto le immagini a far procedere le «historiae». Immagini che riportano alla luce ciò che non si vuole vedere. Il rimosso storico è dunque al centro del libro, ma intrecciato con incursioni nella lingua sarda ed elaborazioni di lutti personali. Come se non ci fosse differenza tra pubblico e privato e l'angoscia fosse tutt'una. Ma oltre alla storia, piú della storia, ci sono la geografia e la geologia. La prima e l'ultima sezione, che incorniciano il nucleo piú politico del libro, sono dedicate a paesaggi allo stesso tempo concreti e metafisici, e alle ossa dei morti che ci ricordano l'appartenenza alla natura pietrosa dell'universo.
EUR 10.45
Bambini, ragni e altri predatori
Combinando fantasia e inquietudine a volontà, i racconti di Baldini sono una calamita che attirano e non mollano fino all'ultima pagina.\r\n\r\n«È come se attorno al fuoco delle veglie notturne dei contadini di una volta, a raccontare storie di paura e di forti emozioni, ci fosse stato un narratore esperto di tecniche di suspense e mistero. Uno così, in America, si chiama Stephen King. Da noi, in Italia, è Eraldo Baldini.» - Carlo Lucarelli\r\n\r\nBambini un po' troppo curiosi scompaiono sulle pendici di un monte, forse abitato da piccoli esseri misteriosi. Un uomo che lavora in un Consorzio agrario riceve attenzioni troppo pressanti da parte dei vecchi genitori. Una bellissima Cenerentola dei nostri tempi tarda troppo a tornare a casa nella Milano della moda. Tranquilli pescatori vanno in cerca di cadaveri di turisti annegati. Un ragno enorme perseguita l'abitante di una casa, fino alla follia.
EUR 10.00
A che servono i Greci e i Romani?
«Se non leggeremo più l'Eneide perderemo contatto non solo con il mondo romano, ma anche con ciò che è venuto dopo. Perdere Virgilio significa perdere anche Dante, e così via. Un cambiamento radicale di enciclopedia culturale somiglia infatti a un cambiamento di alfabeto.»Sempre più spesso a chi si occupa di discipline umanistiche - e soprattutto classiche - viene chiesto: «A che cosa serve?» Dietro questa domanda agisce una rete di metafore economiche usate per rappresentare la sfera della cultura («giacimenti culturali», «offerta formativa», «spendibilità dei saperi», «crediti», «debiti» e così via). A fronte di tanta pervasività di immagini tratte dal mercato, però, sta il fatto che la storia testimonia una visione ben diversa della creazione intellettuale. La civiltà infatti è prima di tutto una questione di pazienza: e anche la nostra si è sviluppata proprio in relazione al fatto che alla creazione culturale non si è chiesto immediatamente «a che cosa servisse». In particolare, è proprio lo studio dei Greci e dei Romani a meritare questa pazienza: soprattutto in Italia, un paese la cui enciclopedia culturale è stata profondamente segnata dall'ininterrotta conoscenza dei classici. Se si vuole mantenere viva questa presenza, però, è indispensabile un vero e proprio cambiamento di paradigma nell'insegnamento delle materie classiche nelle nostre scuole.
EUR 11.40
Ius. L'invenzione del diritto in Occidente
«Un libro impegnativo e stimolante» - T. Corey Brennan, The Times Literary Supplement\r\n\r\n«Un lume del diritto» - J. L. Halpérin\r\n\r\n«Un libro ampio, provocatorio, importante» - A. Z. Bryen\r\n\r\nTorna, in una nuova edizione arricchita e rivista, un libro che, in un decennio, è diventato un punto di riferimento e quasi un classico, tradotto in inglese, francese, spagnolo. Il diritto è una forma di disciplinamento sociale che ha invaso la modernità, ma la sua nascita rimanda per intero alla storia di Roma. Aldo Schiavone ricostruisce questa vicenda con passione e lucidità, seguendone la trama attraverso i secoli e muovendosi dalle origini più remote sino alle soglie del mondo tardoantico. Un vasto affresco storico e un serrato saggio d'interpretazione sui tratti fondamentali della macchina giuridica occidentale e del discorso che le si è costruito intorno: il formalismo, la pretesa neutralità, i rapporti con il potere politico. Ambienti, personaggi, quadri concettuali, ideologie che hanno segnato la nostra storia e che qui sono analizzate in un continuo contrappunto tra antico e moderno, tra pensiero romano e tradizione europea
EUR 28.50
Nessuna voce dentro. Un'estate a Berlino Ovest
Il racconto autobiografico e palpitante di una lunga estate tumultuosa, un'estate di liberazione.\r\n\r\n«La vita pare troppo lunga per accontentarsi».\r\n\r\n«Quello che non posso immaginare è quanti miei coetanei da tutta Europa stiano convergendo sopra Berlino. Rasati, capelloni, isterici, gioiosi, intossicati: piccole schegge sconclusionate in cerca di qualcosa che non sanno».\r\n\r\nDa Reggio Emilia in autostop fino a Berlino Ovest. È il 1981 e Massimo Zamboni ha ventiquattro anni: più che scappare dalla provincia, ha addosso una fame inappagata di vita. Come ogni ragazzo, di ogni epoca. Berlino, in quella lunga estate, sembra essere la città dei giovani, e della musica, della voglia di futuro, delle case occupate, un mix irripetibile di intensità e fragilità. E poi c'è il Muro. Entra in scena sommessamente, quasi soffocato dalla vitalità dell'esperienza cittadina, per poi impadronirsi dello spazio e del senso rivelandosi autentico coprotagonista del racconto. «Per i tedeschi "Muro" è sostantivo femminile. È una signora, die Mauer. Una signora muraglia austera e disadorna, dal seno piatto, vestita di grigio». Massimo di giorno serve ai tavoli di un tipico ristorante italiano, «avamposto della meridionalità più spermatica e terrosa», la notte si trascina solitario tra le macerie della città verso i locali più underground. Ma non si può sempre camminare nelle scarpe degli altri, frequentando le loro avventure. Forse non resta che ripartire. Ma proprio sulla pista di uno di quei locali berlinesi, avviene un inspiegabile e imprevedibile riconoscimento. Due ragazzi di Reggio Emilia, amici in comune e stesse militanze alle spalle, si incontrano per la prima volta. E da quell'incontro deflagrante nascerà poi uno dei gruppi ancora oggi più amati del panorama musicale italiano, CCCP Fedeli alla linea.
EUR 16.15
Le connessioni mondiali e l'Atlantico 1450-1850
Una storia dei popoli che si affacciano sull'Atlantico che amplia e rinnova la nostra visione di un'epoca cruciale\r\n\r\nA partire dalla metà del XV secolo gli europei iniziarono a esplorare l'oceano Atlantico, e le nuove vie di comunicazione misero in contatto civiltà ignote e diversissime. I collegamenti marittimi tra Europa, Africa e Americhe si fondarono dapprima sul commercio degli schiavi e, in seguito, sull'estrazione dei metalli preziosi e lo scambio di merci, sull'organizzazione dei flussi migratori e di quelli mercantili, attivando, in particolare attraverso le esperienze rivoluzionarie, meccanismi di raccordo sociale e politico tra Vecchio e Nuovo Mondo. Da metà Cinquecento a metà Ottocento si consolidarono i rapporti, si moltiplicarono i fenomeni migratori e gli interessi commerciali e finanziari. Cosi, in quattro secoli, s'instaurarono quelle relazioni asimmetriche che contraddistinguono ancor oggi il mondo atlantico e che questo libro analizza gettando luce sulle nuove connessioni navali, sulle libertà di commercio e sulla nascita dei nazionalismi. Una storia dei popoli che si affacciano sull'Atlantico che amplia e rinnova la nostra visione di un'epoca cruciale, mettendo sempre in primo piano le reciproche influenze delle dinamiche economiche, sociologiche e politiche.
EUR 20.90
Tutti giù per terra
Cosa fare una volta arrivati a vent'anni? Emarginato e spaventato dalla vita adulta, Walter è ossessionato dall'idea di ritrovarsi in gabbia come suo padre, una vita buttata a fare gli stessi gesti alla catena di montaggio. Meglio allora sfangarla con lavoretti occasionali, malpagati e in nero. Meglio ancora consumarsi le scarpe e girare in tondo, giorno dopo giorno, lungo i gironi dell'inferno urbano, intasati da baroni universitari, house party, androgine ninfomani e tram sferraglianti. Con una scrittura ironica e tagliente Giuseppe Culicchia ha scritto un romanzo di formazione cosí attuale da far pensare che in questi ultimi venticinque anni tutto sia cambiato per non cambiare nulla, e il girotondo del titolo diventa la metafora di un Paese immobile, gattopardescamente allergico a qualsiasi trasformazione.
EUR 8.80
Il paese delle meraviglie
Politicamente scorretto ma pieno di umanità, Il paese delle meraviglie coglie il volto e l'anima di un'intera generazione, dando voce con onestà e senza ipocrisie ai ragazzi che, a sinistra come a destra, bruciavano della stessa febbre: crescere in fretta e cambiare il mondo.Attila e Zazzi sono amici per la pelle. A prima vista non si direbbe, perché sono diversi in tutto: il carattere, le famiglie d'origine, lo sguardo sul mondo. Attila è un Charlie Brown che sogna a occhi aperti, timido, riflessivo e incapace di buttarsi. Francesco Zazzi detto Franz invece è un tipo «fulminato», privo di freni inibitori, dichiaratamente fascista, sempre sopra le righe ma anche profondamente libero. A unirli, un'amicizia vera e indissolubile, di quelle che possono nascere solo quando sei giovane e ribolli di vita. Sullo sfondo, l'Italia del 1977 segnata dal sangue e dalla violenza, il punk e le radio libere, Andrea Pazienza, l'eroina e la tivvú a colori, Lucio Battisti e il Toro messo in campo da Gigi Radice col suo gioco all'olandese.
EUR 10.40
Lame
«Una prosa così musicale che fa muovere i piedi, fa venire voglia di danzarla» - Andrea Bajani«... E poi li ho visti: cosi colorati, cosi dinamici, soprattutto cosi allegri! Trascinanti è il termine. Per non parlare dei vestiti e della musica, con quella spudorata celebrazione degli anni Ottanta, ironica e filologica al tempo stesso. Ma almeno altrettanto ti colpivano gli spettatori che si erano raccolti da tutta la Bay Area per assistere alle piroette sui pattini di quella infaticabile compagnia di dilettanti: anche loro facevano chiaramente parte dello show. [...] Soprattutto, nei giorni successivi non riuscivo a smettere di pensarci. Sai quando hai l'impressione di aver assistito a qualcosa di importante, ma non riesci a dire cosa? E non era solo per via dei pattinatori. Tutta quella gente, affascinata come me dal loro girare all'infinito, ovale dopo ovale, ancora e ancora. Perché anch'io, oramai, ero preso in trappola: questo era chiaro. Allora ho sentito che li c'era una storia che dovevo assolutamente raccontare, che quel movimento senza una meta ci riguardava tutti, insomma che non si trattava solo di un gruppo di ragazzi di mezza età che cercava di passare una domenica all'aperto volteggiando in aria. Ecco, non saprei come altrimenti dirlo, ma quel pomeriggio al Golden Gate Park per un paio d'ore ho avuto l'impressione di vedere qualcosa come lo Spirito-del-nostro-tempo che si incarnava in una singola, concretissima figura. Li, improvvisamente, c'era il meglio e il peggio di tutti noi. Le nostre angosce. I nostri errori. Le nostre speranze, forse. Avevo bisogno di capire. E cosi ho cominciato a scrivere... » (da una lettera dell'autore all'Editore)
EUR 17.10
Divorziare con stile
Ci sono personaggi che continuano a camminarci in testa anche a libro chiuso, tanto vivi che sembra d'incontrarli in giro. Vincenzo Malinconico è così, funziona per contagio. Spara battute a mitraglia e ci costringe a pensare ridendo\r\n\r\n«Le volte in cui mi capita di avere ragione, sono sempre solo»\r\n\r\nMentre vive, Vincenzo Malinconico cerca di capire come la pensa. Per questo discetta su tutto, benché nessuno lo preghi di farlo. Abilissimo nell'analizzare i problemi ma incapace di affrontarli, dotato di un'intelligenza inutile e di un umorismo autoimmune, si abbandona alla divagazione filosofica illuminandoci nell'attimo in cui ci fa saltare sulla sedia dal ridere. Malinconico, insomma, è la sua voce, che riduce ogni avventura a un racconto infinito, ricco di battute fulminanti e di digressioni pretestuose e sublimi. Puri gorgheggi dell'intelletto. Questa volta Vincenzo e la sua voce sono alle prese con due ordini di eventi: il risarcimento del naso di un suo quasi-zio, che in un pomeriggio piovoso è andato a schiantarsi contro la porta a vetri di un tabaccaio; e la causa di separazione di Veronica Starace Tarallo, sensualissima moglie del celebre (al contrario di Malinconico) avvocato Ugo Maria Starace Tarallo, accusata di tradimento virtuale commesso tramite messaggini, che Tarallo (cinico, ricco, spregiudicato e cafone) vorrebbe liquidare con due spiccioli. La Guerra dei Roses tra Veronica e Ugo coinvolgerà Vincenzo (appartenente da anni alla grande famiglia dei divorziati) molto, molto piú del previsto. E una cena con i vecchi compagni di scuola, quasi tutti divorziati, si trasformerà in uno psicodramma collettivo assolutamente esilarante. Perché la vita è fatta anche di separazioni ricorrenti, ma lo stile con cui ci separiamo dalle cose, il modo in cui le lasciamo e riprendiamo a vivere, è - forse - la migliore occasione per capire chi siamo. E non...