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Per alleviare insopportabili impulsi
Nove racconti in cui ironia e disillusione, farsa e tragedia, s'intrecciano di continuo.\r\n«Tra le qualità dei grandi scrittori c'è il coraggio di provare a scrivere la cosa piú difficile. Englander di coraggio ne ha da vendere» - Paolo Cognetti \r\n\r\nUn uomo molto religioso, dopo l'ennesimo rifiuto della moglie, non sa piú come contenere gli irrefrenabili istinti sessuali e il suo rabbino gli consiglia di ricorrere all'aiuto di una prostituta. Un giovane un po' strambo, che non ha mai pubblicato neanche una riga, si ritrova in prigione per essere giustiziato insieme ai piú grandi scrittori ebrei dissidenti nella Russia di Stalin. Charles Luger è colto all'improvviso da un'illuminazione mentre è a bordo di un taxi: è ebreo. Non l'ha mai saputo, ma ha sentito dentro di sé muoversi una yiddishe neshama e dunque deve esserlo per forza. Nove storie in cui ironia e disillusione, farsa e tragedia, s'intrecciano di continuo. Racconti che s'inseriscono nella piú luminosa tradizione ebraica ma parlano a tutti; perché al fondo di ciascuno c'è la ricerca, eternamente irrisolta, del proprio posto nel mondo.
EUR 9.60
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Il canto degli alberi. Storie di grandi connettori naturali
Gli alberi, grandi connettori naturali, ci insegnano ad abitare in relazione con ciò che è la fonte, la sostanza e la profonda bellezza della vita stessa\r\n\r\n«Per i greci di Omero, kleos , la fama, era fatta di canti. Le vibrazioni nell'aria racchiudevano la misura e la memoria della vita di ognuno. Ascoltare, dunque, significava apprendere ciò che è durevole. Ho prestato orecchio agli alberi, in cerca del kleos ecologico. Non ho trovato eroi, singoli individui intorno a cui intrecciare la storia, bensí ricordi vivi di alberi, raccontati dai loro canti che parlano di una vita comunitaria, di una rete di relazioni. Noi esseri umani partecipiamo a questa conversazione, come parenti di sangue, membri incarnati di questa comunità. Ascoltare, dunque, equivale a sentire le nostre voci e quelle della nostra famiglia. Ogni capitolo di questo libro è dedicato al canto di un particolare albero: la fisicità del suono, le storie che danno vita a tale suono, e le nostre reazioni emotive, fisiche e mentali. Gran parte di questo canto si svolge al di sotto della superficie acustica. Ascoltare, dunque, significa appoggiare uno stetoscopio sull'epidermide di un paesaggio, e sentire cosa si agita lí sotto»\r\n\r\n\r\nDavid George Haskell rivolge le sue straordinarie capacità di osservazione a una dozzina di alberi in giro per il mondo, per dimostrare come la storia, l'ecologia e il benessere dell'umanità siano strettamente intrecciati con la vita delle piante. Che si trovi immerso nel fitto fogliame di una foresta dell'Amazzonia, all'ombra di un pero cinese a Manhattan o di un ulivo di Gerusalemme, Haskell è sempre in grado di entrare mirabilmente in contatto con la complessa energia vibrante di interi ecosistemi. Allertati, i suoi sensi s'affinano: non vi è poro di foglia, granello di polline, molecola atmosferica, riverbero di un canto d'uccello...
La nostalgia ferita
Eugenio Borgna continua, con questo libro, a elaborare un altro elemento del suo personale lessico delle emozioni.«Quando il passato riesce a farci affrontare il presente. Grazie alla nostalgia che dona senso a quanto è già accaduto e fertilizza il deserto delle emozioni. Un'indagine sulla nostalgia, che può ferire o curare, condotta da Eugenio Borgna» - Robinson, La Repubblica\r\n"Ci sono nostalgie dolorose e scarnificanti, nostalgie che fanno vivere e nostalgie che fanno morire, nostalgie che si nutrono di gioia e di tristezza, nostalgie che non si cancellano nel corso del tempo e nostalgie labili ed effimere."\r\n\r\n Qui racconta la nostalgia ferita, con le sue collaterali parole tematiche: quella della memoria, quella del tempo, quella della patria perduta, quella dell'infanzia. Ma c'è anche la nostalgia della morte, quella di un volto che, come diceva Rilke, ci accompagna, a volte introvabile; e anche la nostalgia della vita quando la malattia è in noi. La nostalgia aperta alla speranza è diversa da quella pietrificata nel passato. Queste sono alcune delle parole che tematizzano il libro. Ci sono nostalgie ferite dal dolore, e nostalgie che se ne salvano. Ovviamente, significa fare riferimento a Leopardi e Proust ma anche a Emily Dickinson e Guido Gozzano. La nostalgia, infine, può essere intesa come recupero del passato: come sua donazione di senso; come antitesi, anche, al drago dell'indifferenza che porta al deserto delle emozioni. Ci sono nostalgie dolorose e scarnificanti, nostalgie che fanno vivere e nostalgie che fanno morire, nostalgie che si nutrono di gioia e di tristezza, nostalgie che non si cancellano nel corso del tempo e nostalgie labili ed effimere.
EUR 11.40
Le ricette della signora Tokue
Le ricette della signora Tokue è una favola moderna sull'amicizia, la libertà e la resilienza. Un'ode alla vita di palpabile sensualità che ci insegna a trovare la grazia nell'inaspettato e la felicità nelle piccole cose. Un romanzo poetico e commuovente.\r\nDa questo libro è stato tratto il film di Naomi Kawase presentato al Festival di Cannes 2015.\r\n\r\nSentaro è un uomo di mezza età, ombroso e solitario. Pasticciere senza vocazione, è costretto a lavorare da Doraharu, una piccola bottega di dolciumi nei sobborghi di Tokyo, per ripagare un debito contratto anni prima con il proprietario. Da mattina a sera Sentaro confeziona dorayaki - dolci tipici giapponesi a base di pandispagna e an, una confettura di fagioli azuki - e li serve a una clientela modesta ma fedele, composta principalmente da studentesse chiassose che si ritrovano lì dopo la scuola. Da loro si discosta Wakana, un'adolescente introversa, vittima di un contesto familiare complicato. Il pasticciere infelice lavora solo il minimo indispensabile: appena può abbassa la saracinesca e affoga i suoi dispiaceri nel sakè, contando i giorni che lo separano dal momento in cui salderà il suo debito e riacquisterà la libertà. Finché all'improvviso tutto cambia: sotto il ciliegio in fiore davanti a Doraharu compare un'anziana signora dai capelli bianchi e dalle mani nodose e deformi. La settantaseienne Tokue si offre come aiuto pasticciera a fronte di una paga ridicola. Inizialmente riluttante, Sentaro si convince ad assumerla dopo aver assaggiato la sua confettura an. Sublime. Niente a che vedere con il preparato industriale che ha sempre utilizzato. Nel giro di poco tempo, le vendite raddoppiano e Doraharu vive la stagione più gloriosa che Sentaro ricordi. Ma qual è la ricetta segreta della signora Tokue? Con amorevole perseveranza, l'anziana signora insegna a Sentaro i lenti e minuziosi passaggi...
Da Berlino a Gerusalemme
Un'affascinante autobiografia intellettuale che è anche una definizione in progress dell'identità ebraica\r\n«Ciò che che Scholem vuole tramandare è soprattutto il senso delle scelte politiche e culturali della sua generazione.» - Giulio Busi\r\n\r\n\r\nIn questo libro Scholem racconta la sua «infanzia berlinese», le precoci discussioni sul sionismo, le influenze e le divergenze con Martin Buber e Franz Rosenzweig, e poi le tappe di studio a Heidelberg, Jena, Berna, Monaco e Francoforte, la scoperta per caso dei testi della mistica ebraica, i suoi primi pionieristici studi che avrebbero «inventato» una nuova disciplina. Nella seconda edizione, riscritta in ebraico poco prima di morire, aggiunse una parte finale che non c'era nella versione in tedesco, raccontando i suoi primi anni in Palestina, il suo impatto con la nuova realtà e i rapporti col mondo politico e culturale della comunità ebraica di Gerusalemme. Un'affascinante autobiografia intellettuale che è anche una definizione in progress dell'identità ebraica. Per Gershom Scholem la Germania rappresentò molto presto un territorio ostile. Il suo sionismo nacque ancora sui banchi del ginnasio, e fu innanzitutto una scelta culturale. Allo scoppio della guerra, rifiutò qualsiasi coinvolgimento personale ed emotivo nel conflitto, e si sottrasse all'obbligo militare. Un simile atteggiamento era, per l'epoca, estremo, e il giovane Scholem lo mise in pratica con sorprendente determinazione. Le pagine dell'autobiografia dedicate alla guerra e ai sotterfugi per ottenere il congedo sono singolarmente prive di pathos, e contrastano con l'alternarsi di entusiasmo bellico e amara disillusione che caratterizzò la Germania tra il 1914 e il 1918, coinvolgendo in pieno anche la minoranza ebraica. Gershom sembra aver vissuto quegli anni secondo un diverso ritmo temporale, intento alla preparazione dell'esilio volontario, e quasi indifferente a un dramma tedesco che riteneva di non dover condividere. Fin da adolescente, dunque, si nutrí di un pervasivo...
Poesie. Testo milanese a fronte
«Vorrei evitare ai futuri milanesi la disgrazia di non poter piú comprendere e gustare Carlo Porta.» - Carlo Dossi, Note azzurre\r\n\r\n\r\nCarlo Porta è uno dei piú grandi poeti italiani, e anche uno dei meno letti perché ha scritto i suoi versi in dialetto milanese, difficile ormai per gli stessi milanesi, e per i non milanesi quasi una lingua straniera che non si sa neppure come pronunciare. E sí che è un poeta molto divertente, molto narrativo: come ha scritto Raboni, «Porta e Belli non sono stati "soltanto" dei grandi poeti; sono stati anche - all'insaputa dei loro contemporanei e, forse, di loro stessi - i nostri Gogol´, i nostri Dickens, i nostri Balzac». Dunque questo libro nasce dal desiderio di far conoscere Porta al di fuori della cerchia dei filologi e degli specialisti in cui è finito. E nasce soprattutto dalla grande passione portiana di Patrizia Valduga, che ha selezionato i testi piú belli del poeta milanese e ha saputo riprodurne in italiano il verso e le rime mantenendone la straordinaria espressività.
EUR 14.25
Il morso della reclusa
Nebbioso, beccheggiante, indolente. Sempre perso nelle sue vaghezze. È il commissario Adamsberg, capo dell'Anticrimine al tredicesimo arrondissement parigino. \r\n- Non ci posso credere, - disse Danglard, - non ci voglio credere. Torni fra noi, commissario. Ma in quali nebbie ha perso la vista, porca miseria?\r\n- Nella nebbia ci vedo benissimo, - replicò Adamsberg in tono un po' secco, appoggiando i palmi sul tavolo. - Anzi, meglio che altrove.\r\nQuindi sarò chiaro, Danglard. Non credo a una moltiplicazione delle recluse. Non credo a una mutazione del loro veleno, cosí grave e cosí improvvisa. Credo che quei tre uomini siano stati assassinati.\r\n\r\n\r\n\r\nIl commissario Jean-Baptiste Adamsberg è costretto a rientrare prima del tempo dalle vacanze in Islanda per seguire le indagini su un omicidio. Il caso è ben presto risolto, ma la sua attenzione viene subito attirata da quella che sembra una serie di sfortunati incidenti: tre anziani che, nel Sud della Francia, sono stati uccisi da una particolare specie di ragno velenoso, comunemente detto reclusa. Opinione pubblica, studiosi e polizia sono persuasi che si tratti di semplice fatalità, tanto che la regione è ormai in preda alla nevrosi. Adamsberg, però, non è d'accordo. E, contro tutto e tutti, seguendo il proprio istinto comincia a scandagliare il passato delle vittime.
EUR 19.00
Trilogia dell'Area X: Annientamento-Autorità-Accettazione
«Trilogia dell'Area X somiglia a Lost ma anche a Hunger Games e a Philip K. Dick: si legge come si guardano le serie tv, per abbuffate e senza riuscire a staccarsi.» - Vanity Fair\r\n\r\n\r\nL'Area X è un territorio in costante espansione dove un fenomeno sconosciuto altera le leggi della fisica, trasforma gli animali, le piante e manipola lo scorrere del tempo. La Southern Reach è l'agenzia governativa che deve esplorarla e nasconderla all'opinione pubblica. Ma chi o cosa ha generato l'Area X? E qual è il vero scopo della Southern Reach?
EUR 15.20
Disobbedienza civile
Perché se lo stato è da sempre amministrato nell'interesse dei pochi continuiamo a non fare nulla? Se invade e schiavizza, perché, in nome di una legge che non ci rappresenta, dimentichiamo di essere uomini? Perché per convenienza non seguiamo più il nostro senso di giustizia? Sono le domande fondamentali che si pone Thoreau in queste pagine. Domande che anche oggi ciascuno di noi dovrebbe farsi ogni giorno, per ricordarsi di essere prima un uomo e poi un cittadino. Perché solo tenendo fede alla propria umanità si potrà arrivare a fare la cosa giusta. Completa il volume il saggio "La schiavitù nel Massachusetts". Introduzione di Leonardo Caffo.
EUR 8.00
Le cure domestiche
Con questo romanzo poetico e potentissimo Marilynne Robinson, quasi venticinque anni prima di Gilead, entrava magistralmente nel mondo delle grandi lettere, oltre che nella mente e nel cuore dei lettori, per non abbandonarli piú. \r\n«Le cure domestiche è tuttora un capolavoro, un'indimenticabile dichiarazione di intenti immaginativi e letterari.» - The Guardian\r\n«Non è un romanzo da leggere in fretta, perché ogni sua frase è una delizia.» - Doris Lessing\r\n\r\nQuando le acque scure del lago di Fingerbone inghiottono Helen, le figlie, Ruth e Lucille, sono sul-l'uscio della sua vecchia casa natia con un pacco di biscotti da sgranocchiare per ingannare l'attesa. A occuparsi delle due bambine, rimaste orfane, torna la piú giovane delle zie materne: Sylvie. Sylvie indossa abiti leggeri sotto un cappotto informe, ama la luce e gli spazi aperti, prepara pasti frugali e fa lunghe passeggiate senza orari. Sa che il miglior antidoto alla perdita è non possedere nulla e crede che la casa sia piú un luogo dell'anima che di regole e mattoni. A Ruth e Lucille non sarà difficile imparare ad amarla, pur sapendo che, presto o tardi, anche lei svanirà dalle loro vite. Con questo esordio poetico e potentissimo Marilynne Robinson è entrata da subito nel mondo della grande letteratura, oltre che nei cuori di migliaia di lettori. Traduzione di Delfina Vezzoli.
EUR 8.80
Qualcuno che ti ami in tutta la tua gloria devastata
Un uomo e una donna che saltano tutte le fermate della metropolitana della loro vita in attesa dell'occasione giusta. Due sposi costretti dai parenti a sacrificare caproni per assicurarsi la felicità futura. Uno scienziato che fa avanti e indietro da un universo parallelo in cui ha fatto solo le scelte giuste. E altri quindici racconti dal creatore di BoJack Horseman pieni di umorismo e sincerità sul sentimento piú bello e su quello piú terribile: l'amore.«I racconti di Bob-Waksberg sono in grado di fare ciò che solo la vera arte può fare: riempiono il cuore di tenerezza, gli occhi di lacrime di gioia, le labbra di un largo sorriso. E tutto allo stesso tempo» - The Washington PostLe persone si dividono in due tipi: quelle che non vuoi toccare perché hai paura che si spezzino e quelle che non vuoi toccare perché hai paura che ti spezzino.Questo libro contiene: 1. Un uomo e una donna che saltano tutte le fermate della metropolitana della loro vita in attesa dell'occasione giusta. Due sposi costretti dai parenti a sacrificare caproni per assicurarsi la felicità futura. Uno scienziato che fa avanti e indietro da un universo parallelo in cui ha fatto solo le scelte giuste. 2. E altri quindici racconti pieni di umorismo, romanticismo, stravagante surrealismo e sincerità. 3. Una scatenata comicità che nasconde una verità sgradevole che fingiamo di non vedere che a sua volta cela un'amara ironia che svela il dolore di cui siamo composti che prepara il sorriso dell'accettazione bagnato dalle lacrime per l'essere vivi. 4. Elenchi puntati. 5. Chiunque abbia visto qualche puntata di BoJack Horseman sa che il talento di Raphael Bob-Waksberg si sviluppa in una cifra unica, personalissima: quella in cui l'ironia piú amara diventa un bisturi affilatissimo che taglia i nodi...
Le illusioni della certezza
Siri Hustvedt affronta coraggiosamente la questione irrisolta del problema mente-corpo che tanto a lungo ha distorto e confuso il pensiero contemporaneo. \r\n« Le illusioni della certezza è uno dei migliori libri sul problema mente-corpo che abbia mai letto. Siri Hustvedt ci accompagna in un viaggio affascinante al cuore di una domanda troppo spesso rimasta senza risposta: cosa significa essere umani?» - Vittorio Gallese\r\n\r\n«In questo libro, tanto importante quanto godibile, Hustvedt riesce ad andare oltre il trito dibattito sulle “due culture”: mostra i vantaggi di combinare insieme arte e scienza por indagare la condizione umana.» - Antonio Damasio \r\n\r\n\r\n La mente si colloca in un punto esatto del corpo? È solo il cervello a pensare oppure, a modo loro, pensano anche gli altri organi? E, soprattutto, cosa vuol dire pensare? Con questo libro Siri Hustvedt guida il lettore in un'incantevole flânerie tra scienza, psicologia, arte, letteratura e vita in cui il piacere di perdersi è dato dalla puntuale certezza di ritrovarsi. « Le illusioni della certezza è uno dei migliori libri sul problema mente-corpo che abbia mai letto. Siri Hustvedt ci accompagna in un viaggio affascinante al cuore di una domanda troppo spesso rimasta senza risposta: cosa significa essere umani?» «In questo libro, tanto importante quanto godibile, Hustvedt riesce ad andare oltre il trito dibattito sulle "due culture": mostra i vantaggi di combinare insieme arte e scienza per indagare la condizione umana». «Una delle poche verità universali quando si parla di idee può essere che le domande sono solitamente migliori delle risposte», suggerisce Siri Hustvedt, da tempo consapevole che la questione è molto piú complessa - e affascinante - di quanto non sembri. Armata dell'accuratezza di una studiosa e della passione di una scrittrice, decide di portare il problema mente-corpo sul banco degli imputati...
Chiedo scusa
Valter si burla del mondo perché da sempre è abituato a perdere. Pensa che il mondo debba chiedergli scusa. Ma quando una malattia lo porta a un'odissea senza fine nel dolore, sente che invece è lui a dover chiedere scusa a tutti. Perché quello che credeva il suo dolore è una goccia del dolore del mondo. Una goccia dell'ingiustizia senza rimedio e spiegazione. E allora, forse, Valter può scoprire la gioia. La gioia di accettare e di vivere. La voce beffarda e innocente di un uomo che si è sempre rifugiato nel sarcasmo e nel risentimento per non soccombere. La sua caduta e rinascita diventano, in questo romanzo asciutto e commovente, il tentativo di risarcire ognuno per la misera condizione di essere umano di fronte al potere spesso crudele della natura. Ma anche un'indimenticabile dichiarazione di speranza. Saverio Mastrofranco è il nome con cui un "intenditore" di cinema chiamò Valerio Mastandrea chiedendogli un autografo per strada. Da quel giorno l'attore lo usa per piccole incursioni sulla scena musicale e letteraria. Dall'incontro con il giornalista Francesco Abate, il racconto di una storia vera: la vita ha sempre un lato comico, e questo libro, nudo e limpido come una pietra preziosa, lo scopre nel luogo piú impensato. Nel più estremo dolore.
EUR 9.00
Il cipiglio del gufo
Nella Venezia di oggi si ritrovano un vecchio telecronista di calcio che sta perdendo l'uso della parola, un professore di liceo con ambizioni troppo grandi e un giovane dai molti talenti a caccia di anziane signore facoltose. Hanno una vendetta da compiere, una famiglia da salvare e tante delusioni da riscattare.\r\n«Un libro che a suo modo parla di noi e del nostro presente, nonché una lettura più che stimolante, come spesso accade con scarpa.» - Marco Renzi, Mucchio\r\n «Occhi sgranati e muso corrucciato, il gufo ci guarda come se ci avesse colti sul fatto»\r\n\r\n\r\nVenezia, oggi. Nella città piú globale del mondo, tre uomini sono a un punto di svolta della loro vita: per disperazione, ambizione e insoddisfazione. Il primo è Nereo Rossi, il telecronista di calcio piú famoso d'Italia; sta per perdere l'uso della parola per una malattia. Sa che gli resta poco tempo, ma prima vuole vendicarsi del suo rivale. Per farlo sfrutta le conoscenze che gli ha procurato il suo mestiere: coinvolge l'uomo piú potente d'Italia, che gli deve alcuni favori, e si fa accompagnare da un giovane biografo a cui racconterà la sua vita. Il secondo è Adriano Cazzavillan, quarantacinquenne professore di liceo: vorrebbe guadagnare di piú e far vivere meglio la sua famiglia; sfrutta l'unica possibilità che la nostra epoca offre alle persone come lui. Cosí suscita l'invidia dei colleghi e perde il lavoro. Nell'ultima parte del romanzo si lancia in una indimenticabile avventura per salvare suo figlio Gilberto, rimasto intrappolato da una forza oscura. Il terzo è Carletto Zen, trentenne tuttofare, che è stato risucchiato dal «Gorgo», come lo chiama lui, cioè l'attività economica dominante in città, il turismo: accompagna gli stranieri nei bed&breakfast, fa le pulizie, e intanto cova desideri di rivalsa: circuire anziane proprietarie di palazzi,...
La politica senza politica. Perché la crisi ha fatto entrare il populismo nelle nostre vite
Queste pagine sono la riscrittura di tre saggi profetici, che diventano ora tre capitoli di un medesimo racconto: Populismo 2.0, Finale di partito e Poveri, noi. È il racconto di come siamo arrivati fino a qui, di come il populismo non sia un mostro apparso all'improvviso dall'oscurità, ma l'effetto di un deficit di rappresentanza che non possiamo fingere di ignorare, se vogliamo costruire una vera alternativa politica ai nuovi fascismi.\r\n\r\nUn dissesto sociale ed economico senza precedenti, il silenzio assordante dei partiti tradizionali, lo spettro del populismo che si aggira per il mondo. Una mappa fondamentale per orientarsi nella grave emergenza democratica che stiamo vivendo. Prima c'è stata la crisi economica. Una crisi tanto dura da far pensare agli anni della Grande Depressione. In America trenta milioni di persone hanno perso la casa. In Italia interi distretti industriali sono svaniti nel nulla. Cosí è iniziato il rancore. La rabbia di chi non ha piú niente da perdere o di chi vuole difendere quanto gli è rimasto. La paura che si prova quando non si capisce cosa sta succedendo. A questa paura, talvolta irrazionale, ma comunque rea-le, la politica ha opposto un assordante silenzio. Sentendosi ignorati molti hanno perso ogni fiducia in quei partiti dai quali in passato si erano sentiti rappresentati. E si sono rivolti a forze nuove, che alle loro preoccupazioni hanno saputo dare risposte facili e perlopiú reazionarie.
EUR 11.20
La fotografia d'arte. Ediz. illustrata
Riuscireste a immaginare un mondo senza fotografia? Considerata l'odierna abbondanza di immagini fotografiche, vale la pena di considerare quale fosse il significato dell'idea di fotografia prima che questo medium esistesse materialmente. Potremo cosí riflettere su alcune delle questioni fondamentali sollevate dalla fotografia, non soltanto riguardo all'arte (e in particolare alla pittura, che veniva considerata la sua rivale), ma anche per l'intera problematica del ruolo svolto dalle immagini visive nella nostra cultura dai tempi della sua invenzione. Il concetto storico di «fotografia» ha a che fare con un'archeologia del presente e con l'immagine fotografica come la conosciamo oggi. Per quanto la scoperta della fotografia ci appaia ormai remota, la sua invenzione rientra in un insieme piú ampio di trasformazioni industriali che hanno mutato le abilità manuali in arti meccaniche. Oggi, con l'ubiquità della fotografia digitale e i sistemi computerizzati che hanno sostituito i vecchi sistemi analogici, le origini culturali della fotografia ci sembrano ancora piú lontane nel tempo. Vale anche la pena di notare, a questo punto, che tutte le dichiarazioni sulla «fine della fotografia» in conseguenza dell'avvento delle immagini digitali sono state di gran lunga premature... La fotografia digitale non ha negato alla fotografia il diritto di esistere; anzi, oltre ad aver ereditato gli abiti e i beni delle forme analogiche di fotografia, per quanto in forma mutata, ha addirittura rapidamente incrementato tale eredità. Gli ultimi decenni hanno conosciuto un'enorme crescita di interesse per la fotografia artistica e per il ruolo sempre piú centrale che essa svolge all'interno dell'arte moderna e contemporanea. In questo libro, David Bate presenta le principali questioni legate alla fotografia, dall'epoca della sua invenzione nell'Ottocento fino ai giorni nostri. Esplorando i diversi modi attraverso i quali arte e fotografia si sono intrecciate, l'autore sottolinea il ruolo cruciale svolto dall'arte...
Intrigo italiano. Il ritorno del commissario De Luca
C'è stato un omicidio a Bologna, una città coperta di neve in cui i tram scampanellano sulle rotaie e la gente affolla i ristoranti per i tortellini di Natale: la bella moglie di un professore universitario è morta annegata nella vasca da bagno del trappolone, l'appartamento da scapolo del marito. Il Servizio vuole sapere chi è stato, e per questo c'è bisogno di uno come De Luca, che sembra finalmente trovarsi alle prese con un'indagine da giallo classico, fatta di indizi, tracce, impronte e orari. Ma non è così, naturalmente. E De Luca deve scegliere se seguire il suo vecchio cuore di cane da caccia o quello nuovo di cane bastardo.
EUR 11.40
La furia delle immagini. Note sulla postfotografia
Joan Fontcuberta, fotografo e studioso, attento osservatore della realtà contemporanea, scrive un saggio lucido e irriverente sui nuovi significati dell'immagine e sui modi con i quali essa ci riguarda e colpisce.\r\n«Con chi sono furiose le immagini? Contro chi disprezza, le censura, le vuole dominare. Con noi che le abbiamo create ma non sappiamo usarle. Fuori da ansie tecnofobe, una guida critica alla fotografia nell'era della disseminazione e della condivisione» - Robinson, La Repubblica\r\n La seconda rivoluzione digitale, caratterizzata dalla preminenza di Internet, dei social network e della telefonia mobile, e la società ipermoderna, segnata dall'asfissia del consumo, ci hanno catapultati in un'epoca postfotografica, nella quale abitiamo l'immagine nella stessa misura in cui essa ci abita. La postfotografia ci mette di fronte alla sfida della gestione sociale e politica di questa nuova realtà frutto di un'onnipresente iconosfera. Le immagini circolano in rete a folle velocità, non sono piú presenze inerti, e la loro incessante energia cinetica le rende attive, furiose, pericolose… La postfotografia diventa cosí un contesto di pensiero visivo che certifica la smaterializzazione delle immagini e dei loro autori, dissolvendo le nozioni di originalità e proprietà, di verità e memoria.
EUR 20.90
Un bene al mondo
Un bene al mondo è una storia d'amore e di crescita di un'intensità e di una poesia travolgenti, che racconta quanto può essere preziosa la fragilità se non la rifiutiamo. Basta cercarsi su una mappa, disseminare parole per trovarsi, provare altre strade e magari perdersi di nuovo. \r\n\r\n«C'è l'amore, e c'è la meraviglia. Insomma, tutto ciò per cui vale la pena raccontare la vita.» - Michael Cunningham\r\n\r\n «È semplicemente letteratura, come capita raramente di leggere. La meraviglia nelle parole, oltre le parole stesse. Toccante, doloroso, fiabesco» - Marco Belpoliti, L'Espresso\r\n\r\n«Quel dolore lasciato a casa era il loro segreto, lo teneva stretto come si tiene in tasca una chiave. Quella chiave ogni sera apriva il pensiero di lei, e ogni sera lo rimetteva al sicuro».\r\n\r\n\r\nDentro questa storia c'è un paese sotto una montagna, dove vivono un bambino come tanti e un dolore che l'accompagna come il piú fedele degli amici. Lo segue a scuola, corre nei boschi insieme a lui, lo scorta fin dove l'infanzia resta indietro. E ci sono una madre e un padre che, come tutti i genitori, sperano che la vita dei figli sia migliore della loro, divisi tra l'istinto a proteggerli e quello opposto, di pretendere da loro una specie di risarcimento. Ma nel paese c'è anche una bambina sottile. Vive dall'altra parte della ferrovia, ed è lei che si prende cura del bambino, lei che gli fa battere il cuore, che per prima accarezza il suo dolore. Un romanzo unico, una storia universale. Dice una cosa semplice, e lo fa con la forza della letteratura: se non nascondi quello che fa male, la vita ti sorprenderà.
EUR 10.45
Crocevia
Dall'autore Premio Nobel per la letteratura, un romanzo erotico e politico, una riflessione tagliente e provocatoria sull'informazione, sul potere che sfrutta a fini politici gli istinti viscerali della popolazione facendo leva sul moralismo e la facile indignazione. \r\n«L'idea di questo romanzo nacque con l'immagine di due amiche che all'improvviso una notte, in un modo del tutto inatteso, vivono un'avventura erotica. Poi si andò trasformando in una storia poliziesca, quasi un thriller, e il thriller pian piano divenne un affresco della società peruviana negli ultimi mesi della dittatura.» - Mario Vargas Llosa\r\n«In Crocevia confluiscono i cinque assi portanti della vita letteraria di Vargas Llosa: l'analisi del giornalismo, il Perú, il potere, l'ipocrisia e l'erotismo. Al centro e intorno a tutto, sempre, lei: la libertà.» - El País\r\n\r\n\r\n\r\nLima, anni Novanta: nel paese infuriano gli attentati terroristici di Sendero Luminoso e del Mrta (Movimiento Revolucionario Túpac Amaru) mentre il regime del presidente Fujimori diventa sempre più autoritario. Ma tutto questo sembra non impensierire troppo Marisa e Chabela, amiche da una vita e amanti dalla notte in cui il coprifuoco le costrinse a dormire insieme. Anche i loro mariti, Enrique e Luciano, sono amici di infanzia: il primo è un benestante ingegnere minerario che un giorno riceve la visita di un inquietante personaggio. È Rolando Garro, direttore della rivista scandalistica "Destapes", che lo ricatta minacciando di pubblicare le foto che lo ritraggono durante un'orgia a base di escort e cocaina. Luciano, che è anche avvocato, consiglia a Enrique di rivolgersi al "Doctor" (Vladimiro Montesinos, responsabile dell'intelligence del presidente Fujimori), presunto manovratore alle campagne denigratorie condotte da "Destapes", che oltre a infangare la reputazione dei personaggi, più o meno famosi, del mondo dello spettacolo, decreta la rovina degli avversari politici di Fujimori. Ma coinvolgere "l'intelligenza grigia" del regime...