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Delle antiche favole
Il profilo del Gravina che emerge da questo testo, grazie al riscontro sulle fonti e all'indagine stilistica, è quello di una figura cardine nel passaggio tra Sei e Settecento, un teorico dell'estetica che travasa la cultura secentesca nel secolo dei lumi. La sua posizione viene analizzata e delineata tanto nei suoi rapporti con Vico, quanto nella lunga durata, come interlocutore longevo di Foscolo e Leopardi. Il volume si compone di un'introduzione storicoculturale che ricostruisce nel dettaglio i primi anni romani, tratteggia la proposta estetica graviniana, offre un'analisi stilistica e semantica dei termini tecnici su cui poggia la sua estetica (immagine/immaginazione, fantasia, ecc.). C'è poi il testo di "Delle antiche favole" secondo la princeps di Roma; una nota al testo e un apparato variantistico; quindi il commento. In appendice, si offre il commento del "Discorso sopra l'Endimione", vero e proprio incunabolo di "Delle antiche favole". L'edizione congiunta delle due opere evidenzia la coerenza e l'evoluzione della proposta graviniana, in relazione ai diversi stimoli che l'ambiente romano gli offrì nell'ultimo scorcio del secolo XVII.
EUR 19.95
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Ritratti allo specchio. (Boccaccio, Petrarca)
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La canzone di Petrarca. Orchestrazione formale e percorsi argomentativi
Il libro di Marco Praloran, linguista di fama europea, che ha contribuito a innovare gli studi sulla tradizione letteraria tra Medioevo e Rinascimento, propone un tentativo di ricerca a largo raggio sulla forma-canzone in Petrarca, intendendola non solo nelle sue strutture metriche ma soprattutto come modello complessivo di organizzazione del discorso e della significazione. Affiancando capitoli di taglio più teorico e metodologico ad altri che offrono delle serrate letture di testi singoli o di gruppi di testi, l'indagine fonde insieme più livelli di analisi: prosodia e rima, sintassi, processi argomentativi, sviluppi tematici. Ne riesce un'immagine assolutamente innovativa della canzone quale forma estrema dello sperimentalismo di Petrarca, luogo in cui la sublime e splendente complessità formale allude alla difficoltà di rappresentazione del mondo interiore, dominato dalle dinamiche del desiderio e sottoposto alla pressione della temporalità.
EUR 20.90
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La «Spagna» nella letteratura cavalleresca italiana
"Il presente volume è stato approntato nel giro di nove anni di lavoro; non avrei saputo come condurre a termine l'impresa, se non fosse stato per i maestri che ho avuto il privilegio d'incontrare e che mi hanno guidata con il loro esempio e il loro sostegno. I miei più profondi ringraziamenti vanno a Michelangelo Picone, che fin dall'inizio ha creduto in questa ricerca, da lui ideata e promossa; e, insieme, a Georges Guntert, alla cui generosa fiducia e al cui fondamentale appoggio devo la possibilità stessa di avere avviato e proseguito una carriera accademica."
EUR 22.00
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La strada più impervia. Boccaccio fra Dante e Petrarca
Senza nulla togliere alla grandezza di Petrarca, dovremmo forse dubitare delle sue prospettive di giudizio sull'amico Boccaccio, che, s'intende, scelse la strada letteraria che più gli era congeniale. Per farlo, gli abbisognavano non soltanto le qualità che possedeva copiose, ma le avvedutezze che doveva acquisire con la maturità e l'esperienza. Per conciliare Dante e Petrarca egli non poteva che assumere il ruolo del discepolo chiosatore e del cultore di reliquie letterarie. Con una umiltà, talvolta così esibita da essere non meno goffa della pretesa petrarchesca di non conoscere la "Commedia", con la maschera dello scrittore-commentatore che si dichiarava terzo fra cotanto senno, Boccaccio riuscì a essere fedele a se stesso e, nel contempo, ad affermare la propria "differenza", a salvaguardarla e a nutrirla. La sua "terza strada", tanto faticosa e impervia quanto originale, è per ciò stesso quella di una letteratura conciliante e inclusiva, che non poté e non volle rinunciare a innestare Petrarca sul tronco di Dante, né a mostrare il volto grifagno di Dante tra le ombre e le verzure di Valchiusa.
EUR 11.40
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«In aula ingenti memoriae». Ricerche petrarchesche
"Gli scritti che qui presento raccolti sono stati composti sparsamente nel corso di molti decenni, con impostazioni e modi di scrittura differenti. Ma rileggendoli ora mi è sembrato che pur nella diversità dei tempi e degli argomenti vi si percepisca una sostanziale unità, quali parti, fra loro idealmente coordinate, di un'unica, organica indagine sulla cultura, sull'umanità e sulla poesia del Petrarca, condotta con metodo coerente e quasi sempre in presenza e con l'aiuto della letteratura latina soprattutto antica (ma anche medievale). Nel rivederli, 'cum ira' talvolta per le antiche mie insufficienze ma sempre 'sine studio', ho giudicato che non troppo avrei da mutarvi, e che, quali contributi all'esegesi e alla critica petrarchesca, nemmeno i più vecchi tra loro abbiano in tutto perduto d'efficacia e d'attualità. Del resto, ove mi sia sembrato più necessario un qualche restauro, vi ho provveduto con le modifiche e le aggiunte opportune. In nessun caso, però, ho rinunciato alla impostazione didascalica e discorsiva originariamente richiesta dalle occasioni (lezioni magistrali e lecture Petrarce) per le quali li avevo in buona parte redatti". (Nota dell'autore)
EUR 24.70
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Annotazioni sul volgarizzamento del «Liber ruralium commodorum» di Pietro Crescenzi
"Sulla base della Dedicatoria del 'Liber moralium commodorum', che Pietro Crescenzi rivolge a frate Almerigo Giliani da Piacenza, Maestro generale dei Domenicani (ordinis fratrum predicatorum generali magistro), è lecito ricavare soltanto la coincidenza cronologica tra il periodo della carica di Almerigo, svolta dal 1304 al 1311, e quello della compiuta stesura del trattato. Una seconda Dedicatoria, a Carlo II d'Angiò, re di Gerusalemme e di Sicilia, sembrerebbe autorizzarci ad anticipare il terminus ante quem al 1309, anno della morte del sovrano, per la consolatio e la delectatio del quale, oltre che per l'utilitas dei sudditi, l'opera è stata progettata ed eseguita. Evidentemente, i riferimenti contenuti nelle due Dedicatorie in parte si contraddicono: nella dedica a frate Almerigo, l'evocazione di re Carlo sembra coincidere solo con l'inizio della compilazione del trattato, per cui se ne deduce che la conclusione di questo dovrebbe essere successiva alla morte del sovrano; invece, nella dedica a Carlo d'Angiò, non solo si dichiara che l'opera è compiuta, ma anche che essa viene inviata al re dopo essere stata esaminata e approvata da Almerigo e dai Domenicani, oltre che dagli esperti in scienza naturale dell'Università di Bologna."
EUR 11.40
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Scritti petrarcheschi
"A conclusione dell'anno accademico 1961-1962 Agostino Sottili (1939-2004) discuteva presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano una tesi di laurea di eccezionale ampiezza e maturità dal titolo 'Donato Albanzani tra il Petrarca e Guarino', avendo come relatore Giuseppe Billanovich. Da lì prese le mosse il suo interesse per la tradizione delle opere di Petrarca, per la ricerca erudita e l'analisi minuziosa dei manoscritti e delle fonti, che lo caratterizzò per tutta la sua vita di studioso. Il successivo soggiorno di dodici anni a Colonia presso il Petrarca Institut gli consentì di approfondire questo percorso attraverso uno studio intenso e capillare dei manoscritti con opere del Petrarca presenti nelle biblioteche della Germania occidentale. Il suo magistrale censimento ('I codici del Petrarca nella Germania occidentale', Padova, Editrice Antenore, 1971 e 1978, nella collana " Censimento dei Codici Petrarcheschi ", 4 e 7), che in due volumi offre la descrizione dettagliata di ben 276 codici, per lo più dense miscellanee transalpine, è divenuto il modello per quanti dopo di lui hanno affrontato analoghe indagini. Per Sottili ha costituito la fonte inesausta di inediti Realien e il crocevia per intraprendere nuovi percorsi di ricerca, in particolar modo riguardo alla diffusione delle opere di Petrarca nei territori del Sacro Romano Impero tra Quattro e Cinquecento." (dalla Premessa)
EUR 27.55
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Lectura Dantis Scaligera 2009-2015
Negli ambienti accademici internazionali è da tempo consolidata la tradizione delle letture tematiche, organizzate dai più importanti istituti culturali e scientifici, e tenute dai massimi rappresentanti del mondo delle scienze umanistiche e non. Nel solco di questa prassi, l'importante Centro Scaligero di Studi Danteschi invita ormai da diversi anni i più autorevoli studiosi a tenere, presso la prestigiosa e storica Biblioteca Capitolare di Verona, delle lezioni pubbliche su un determinato tema dantesco, ogni anno differente e originale. Il volume contiene otto contributi che furono offerti agli ascoltatori nel periodo che va dall'anno accademico 2009-2010 a quello 2015-2016.
EUR 21.85
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Boccaccio e i volgarizzamenti
Boccaccio fu traduttore di classici e lettore curioso e attento di alcune fra le più brillanti traduzioni di testi antichi o tardo-antichi. La vivace presenza dei volgarizzamenti nella testura delle sue opere induce a rivedere la valutazione della loro ricezione. I lettori erano affascinati dall'emulazione del mondo antico e dalle ambientazioni anticheggianti del racconto ma non padroneggiavano gli strumenti linguistici per attingere direttamente ai classici. Ed è per soddisfare le esigenze di questo pubblico semicolto che lo scrittore ricorre alla mediazione dei volgarizzatori. Il fatto che tenesse aperti sullo stesso tavolo - come parrebbe - testo latino e versione volgare ce lo fa intravedere dunque in cerca di uno stile "latineggiante". Le "Heroides" ovidiane di Filippo Ceffi e la "Consolatio" boeziana di Alberto della Piagentina furono determinanti per la sua ispirazione, sul piano inventivo e della ricerca di una forma moderna per testi che miravano ad ammantarsi di antico, specie per la "Comedia delle ninfe fiorentine" e l'"Elegia di madonna Fiammetta".
EUR 9.40
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Sognatori, poeti, viaggiatori. Sguardi su Verona e il lago di Garda
Da Boccaccio a Dickens, da d'Annunzio a Ruskin, da Rossini a Maderna: innumerevoli sono gli scrittori, i musicisti, i pittori e gli esponenti del gran mondo che in epoche diverse visitano Verona, la frequentano e la "sognano", trasformandola in vero e proprio mito. A partire dai racconti letterari, nella «fair Verona» shakespeariana l'immaginazione si sovrappone, dunque, da sempre e con naturalezza alla realtà: l'"inventio", il fascino dell'architettura e la bellezza del paesaggio si fanno testimonianza in diari e pagine narrative, in versi, in musica, in una fìtta rete di corrispondenze. Passaggio obbligato del Grand Tour, nel Novecento Verona continua ad attrarre anche oltre le mura cittadine, con l'apertura alle colline vicine e all'azzurro del Garda. Corredano i testi, redatti da esperti e rinomati studiosi del panorama accademico italiano, suggestive immagini della città
EUR 13.00
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I codici petrarcheschi latini della Biblioteca nazionale marciana di Venezia
La presente tesi di dottorato censisce i codici petrarcheschi latini conservati nella Biblioteca Marciana di Venezia. Si è realizzata una scheda di descrizione analitica dei testimoni riscontrati, che fornisce informazioni sia sul contenuto del manoscritto che sulla sua materialità. È emerso che si trovano in Marciana 69 codici contenti quasi tutte le opere petrarchesche, a eccezione dei discorsi tenuti in nome di Giovanni Visconti, delle orazioni erudite, di quasi tutte invettive (ma sono attestate quelle Contra medicum), dell'epistola Posteritati e delle Orationes; tuttavia, nessuna di esse vanta più di quattro occorrenze; particolarmente apprezzati risultano scritti morali come Secretum e Liber sine nomine. Tra i manoscritti più illustri spiccano l'"archetipo abbandonato" dei libri XX-XXIII delle Familiares, parzialmente autografo di Gasparo Scuaro Broaspini con chiose di Petrarca (Lat. XIII, 70), e il Lat. XIV, 202, raro testimone della redazione gamma della Vita Scipionis.
EUR 39.90
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Osservazioni sulla tortura. Ediz. critica dell'autografo
Con le "Osservazioni sulla Tortura" Pietro Verri dà una spinta fondamentale al dibattito sette-ottocentesco sui delitti e sulle pene, nel cui solco si inserirà anche il Manzoni della Colonna Infame. In quest'opera Verri esamina per primo la vicenda dei processi agli untori durante la peste di Milano del 1630, proponendo una riflessione che favorisce una svolta decisiva nella cultura giuridica italiana. Il testo, composto a partire dal 1776, era stato pubblicato postumo solo nel 1804. Qui per la prima volta le Osservazioni sulla Tortura sono pubblicate in una edizione critica basata sul manoscritto autografo, accompagnata da un apparato diacronico genetico. Le varianti d'autore emerse attraverso lo studio dell'officina dell'autore permettono di seguire l'elaborazione del testo e il pensiero di Verri nelle diverse fasi della stesura. Conclude il volume una Nota al testo in cui sono descritti i testimoni, la datazione del lavoro di Verri e i criteri alla base dell'edizione. In Appendice è posta una sezione per presentare le varianti troppo estese per essere integrate nell'apparato.
EUR 22.80
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Per il Petrarca latino. Opere e traduzioni nel tempo. Atti del Convegno internazionale (Siena, 6-8 aprile 2016)
"Per il Petrarca latino: opere e traduzioni nel tempo" raccoglie le relazioni presentate all'omonimo convegno senese dell'aprile 2016, conclusivo di un progetto di interesse nazionale dedicato alle «Nuove frontiere della ricerca petrarchesca». Voci di petrarchisti eccellenti, italiani ed europei, si intrecciano a quelle di ricercatori giovani e giovanissimi, in un'indagine dedicata alla produzione latina di Petrarca e alla sua fortuna nei secoli. Accanto a contributi esegetici incentrati sull''Africa', sul 'Bucolicum Carmen' e sulle 'Epystole', trovano così spazio approfondimenti sulla ricezione e sulla traduzione della produzione latina di Petrarca nell'Ottocento, e in particolare su due dei maggiori episodi italiani legati ai nomi di Domenico Rossetti e di Giuseppe Fracassetti. In un dialogo che unisce prospettiva storico-filologica, storia della cultura e storia della ricezione, questi studi seguono l'onda lunga del petrarchismo latino nelle sue molteplici declinazioni - formali, politiche, di pensiero. Contributi di Vincenzo Fera, Francisco Rico, Elisabetta Bartoli, Enrico Fenzi, Alessia Valenti, Rossend Arqués, Luca Marcozzi, Simone Gibertini, Teresa Caligiure, Annalisa Cipollone, Francesca Patella, Barbara Zini, Isabella Becherucci, Arianna Beri, Federica Camilletti, Giulia Carpino, Valeria Merli, Paola Vecchi Galli, Francesca Florimbii, Philippe Guérin.
EUR 41.80
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I deipnosofisti lincei. Omaggio a Maurizio Vitale
Il volume rappresenta un omaggio offerto a Maurizio Vitale - professore emerito dell'Università di Milano, nonché, tra le altre cose, socio nazionale dell'Accademia dei Lincei - da alcuni dei suoi amici e colleghi lincei. Il titolo, ispirato all'opera I deipnosofisti, ovvero I dotti a banchetto, di Ateneo di Naucrati (II sec. d.C.), intende riferirsi a una consuetudine conviviale che Vitale e i suoi amici più stretti usavano (ed usano tuttora) tenere in occasione delle periodiche riunioni lincee: ritrovarsi nel romano albergo «Massimo d'Azeglio» per cenare e conversare, tra il serio e il faceto, di cultura, politica e costume.
EUR 24.70
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La biblioteca di Gio. Vincenzo Imperiale. (Genova, 1582-1648)
«Conviene dichiarare subito quello che il lavoro seguente soprattutto intende essere: l'edizione commentata di due inventari che descrivono la raccolta libraria di un patrizio genovese vissuto tra Cinque e Seicento. Dal punto di vista epistemologico, è un genere di ricerca che pertiene prevalentemente alla storia del collezionismo librario privato e che coltiva l'ambizione di consentire di tratteggiare un'immagine della cultura della personalità che riuní l'insieme di testi restituito attraverso la documentazione che è stato possibile rinvenire. In questo si è tenuta presente una definizione data da Giuseppe Prezzolini: "Una biblioteca privata è, in generale, un'immagine dei gusti, o almeno delle necessità di chi l'ha raccolta". E, per precisare la metafora iconica prezzoliniana, bisogna aggiungere che quella che si propone in questa circostanza è una doppia istantanea, che coglie essenzialmente due momenti (corrispondenti ai due reperti manoscritti qui editi) nella vita di un organismo quale è ogni raccolta di libri, che nel corso del tempo cresce, o decresce, e si sviluppa, fino però a morire, quasi sempre per dispersione, altre volte per annientamento imputabile a cause accidentali o intenzionali; un organismo che può trovare posto in spazi di volta in volta differenti e che inevitabilmente si trova a dover passare nelle mani di nuovi proprietari. La storia delle biblioteche, che affonda le proprie radici nei terreni della bibliografia e della biblioteconomia, trae la propria linfa evidentemente da manufatti librari, ma pure da prodotti catalografici (note, liste, inventari, cataloghi ecc., tanto manoscritti quanto a stampa). Per essere correttamente interpretati, gli uni e gli altri richiedono di essere accostati per mezzo degli strumenti della filologia testuale e delle diverse discipline storiche. Da queste interazioni plurime che la vedono protagonista, risulta, di riflesso, che a sua volta la storia delle biblioteche indubbiamente dà un proprio contributo alla...
Dei poeti italiani
Quest'opera appartiene alla vivace preistoria della nostra erudizione letteraria. L'autore, il veneziano Alessandro Zilioli (1596-1645 o 1646), è sinora noto soprattutto in veste di cronista delle vicende politiche a lui contemporanee: l'imponente serie delle Historie memorabili de' suoi tempi (scritte insieme a Bisaccioni, Brusoni e Birago) fu utilizzata anche da Alessandro Manzoni. Meno conosciuto il profilo di Zilioli letterato (si esercitò in un poema eroico, La Costantinopoli acquistata, 1622) e storico della letteratura: il manoscritto dei Poeti italiani, che contiene le biografie di oltre duecento autori, da Buonagiunta all'ultimo Cinquecento, con un corposo preludio dedicato alle origini della lingua italiana, fu ricercato e copiato da molti eruditi tra Sei e Settecento, da Aprosio ad Allacci, da Zeno a Crescimbeni e a Mazzuchelli. Il testo, benché ancora al di qua delle conquiste del metodo erudito moderno, è opera d'indubbio rilievo: sia perché fornisce, soprattutto per gli autori di area veneta, ragguagli e testimonianze difficilmente reperibili altrove, sia in virtù di alcune originali prospettive critiche, come per esempio la rivalutazione della tradizione burlesca, il riconoscimento dell'originalità del teatro di Ruzante, l'interesse, tipicamente barocco, per gli autori dialettali.
EUR 60.80
La rappresentazione del poeta nel paesaggio
A parole e con il disegno Boccaccio descrive Petrarca in profonda interrelazione con il paesaggio, che non è sfondo neutro ma parte integrante della definizione poetica e morale del personaggio. Egli coglie una delle piú felici e originali autorappresentazioni dell'amico, che mostra se stesso intento a leggere, scrivere e pregare non nel chiuso della cameretta ma en plein air, in un paesaggio solitario, campestre e boschivo, ricco d'acque, come quello di Valchiusa. Petrarca delinea anche con precisione la sua postura: è seduto sull'erba o su un letto di fiori. Questa immagine coincide con quella di Virgilio nella miniatura del Virgilio Ambrosiano, la cui iconografia fu concepita dal Petrarca stesso: i due poeti, Petrarca e Virgilio, sono rappresentati allo stesso modo. L'amore di Petrarca per la natura è reale e nel contempo profondamente connesso con il suo far poesia: i suoi numerosi e vani tentativi di far attecchire allori nei propri giardini non sono disgiunti dal suo sfolgorante e precoce successo di ottenere l'alloro poetico; la sua attrazione per le montagne, dal Ventoux al Monginevro, acquista nel suo racconto una profonda prospettiva autobiografica e spirituale.
EUR 13.30
Io e il mio mondo. Attività creative per bambini dai 3 ai 6 anni
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