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La ricerca delle radici
Quanto delle nostri radici viene dai libri che abbiamo letto? «Tutto, molto, poco o niente, risponde Primo Levi, a seconda dell'ambiente in cui siamo nati, dalla temperatura del nostro sangue, dal labirinto che la sorte ci ha assegnato.» Nel 1981 Levi allestisce un'antologia degli autori che gli sono più cari e più hanno contato per lui, motivando le sue scelte attraverso una serie di 'cappelli' che possiamo anche leggere come una dichiarazione di poesia. Ancora una volta Levi si conferma scrittore onnivoro, enciclopedico e curioso, che incrocia gli interessi scientifici con quelli umanistici, sino a comporre una figura di scrittore rara e forse unica nel nostro panorama letterario.
EUR 9.60
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Amore di confine
I capitoli in cui è diviso il libro sembrano scandire i momenti di un'autobiografia: la prigionia nei campi di lavoro nazisti narrata con attenzione al fiorire della solidarietà anche nelle circostanze più drammatiche; il ritorno a casa e il lavoro come avventizio al servizio catastale, esemplare microcosmo di contadini e montanari, dove è possibile seguire sulle mappe e sui documenti l'intreccio delle varie vicende familiari; la vita quotidiana al paese, con i suoi personaggi salienti. Il titolo allude sia alla particolare posizione geografica di quel crocevia di genti, di lingue ed esperienze, che a quello speciale momento che è caro all'ispirazione dell'autore: il trapasso struggente di età e stagioni, che ogni anno trova la sua dimensione poetica nel disgelo.
EUR 8.80
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Dialogo
Nel giugno 1984, davanti a un piccolo registratore, un grande scrittore e un grande fisico si ritrovano a parlare delle loro esperienze e passioni intellettuali. Ne scaturisce un dialogo pieno di sorprese, curiosità, confessioni autobiografiche, proiezioni mirabolanti, humour. Uno dei rari momenti in cui la cultura scientifica e quella umanistica si ritrovano per dare vita a uno straordinario percorso di conoscenza.
EUR 8.00
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Il coraggio di dire no. Conversazioni e interviste 1963-2007
La guerra in Russia, il ritorno a casa, il lavoro, la stesura dei suoi libri, la storia d'Italia e, naturalmente, la forza commovente della natura: Giuseppe Mendicino mette insieme quarant'anni di interviste a Mario Rigoni Stern, regalandoci il ritratto di un autore che consegna al pubblico non soltanto la sua opera e le riflessioni sulla scrittura, ma anche la sua altissima coscienza morale e civile. Un Rigoni Stern che non si sottrae, che spiega, precisa, discute, prolungando nelle interviste l'arte di un racconto epico fondato sulla memoria. E che affronta questioni politiche, etiche e civili del ventesimo secolo con la dolorosa lucidità di un uomo che è stato testimone di uno dei momenti più bui della storia del nostro Paese.
EUR 9.60
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Tutti i racconti
"Tutti i racconti" di Cesare Pavese, quelli da lui stesso pubblicati e quelli lasciati inediti. Un percorso letterario che inevitabilmente si intreccia e si affianca alle pagine autobiografiche del diario: il più disadorno paesaggio cittadino, l'umanità dei caffè, degli imbarcaderi del Po, delle case, della campagna piemontese rivelano la travagliata maturazione dell'uomo e insieme aprono spiragli nella coscienza dolente e drammatica dello scrittore piemontese. Dai primi racconti di conflitti amorosi o di incomunicabilità alle rapide illuminazioni quasi metafisiche delle prose degli anni '40, si arriva al denso e limpido stile dei suoi romanzi migliori. Introduzione di Marziano Guglielminetti.
EUR 20.00
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La Germania di Weimar. Utopia e tragedia. Nuova ediz.
Questa edizione è arricchita da una nuova introduzione e da un capitolo finale dedicato all'eredità di Weimar, come simbolo di tutte le fragilità che insidiano ogni democrazia.\r\n\r\n\r\n La Repubblica di Weimar è stata a lungo dipinta solo come un momento di passaggio, seppur drammatico, tra la Grande Guerra e il Terzo Reich. In realtà, fu molto di piú. Il sistema di democrazia parlamentare che seppe realizzare fu sorprendente: non solo perché nacque pochi mesi dopo la fine di un conflitto mondiale da cui la Germania era uscita sconfitta e umiliata da quanto stabilito nel Trattato di Versailles ma, soprattutto, per la portata delle trasformazioni politiche, sociali e del costume che la contraddistinsero. Alle riforme di welfare si accompagnò una vivacità intellettuale e una creatività che fecero in particolare di Berlino una capitale mondiale dell'arte d'avanguardia: la letteratura, l'architettura, il cinema, la fotografia e la filosofia furono rivoluzionati da personalità le cui opere sono divenute capisaldi della cultura occidentale del Novecento. Con una narrazione calibrata e sempre avvincente, Weitz fa rivivere quel periodo di radicali contrapposizioni, con l'ausilio di documenti istituzionali, articoli e testimonianze dirette corredati da immagini e fotografie. Ne emerge un quadro esaustivo dei quattordici anni della repubblica, con le sue molte luci e le sue altrettanto numerose zone buie.
EUR 26.60
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Nata per te. Storia di Alba raccontata fra noi
Una bambina che aspettava solo di essere accolta. Un quarantenne single pronto a prenderla con sé. La storia di un'adozione che ha commosso l'Italia intera, raccontata insieme a un altro padre che fatica a comprenderne le ragioni. Una riflessione dolce e incandescente sulla paternità. \r\n\r\n «Qualche minuto prima che il sole sorga, Luca prende Alba e la porta alla finestra per farle vedere l'inizio della vita. Spalanca le persiane, l'aria nuova ripulisce la stanza dalle paure della notte. Il primo raggio di luce si arrampica sulla vetta della montagna e a Luca viene in mente la storia di un gigante scalatore che vuole arrivare al cielo. Pensa che dovrebbe scriverla per raccontarla al suo nuovo amore; per il momento si accontenta di bisbigliarle una canzone all'orecchio mentre la culla»\r\n\r\nAlba ha la sindrome di Down e appena nata è stata lasciata in ospedale. Trenta famiglie l'hanno rifiutata prima che il tribunale decidesse di affidarla a Luca Trapanese. Gay, cattolico praticante, impegnato nel sociale: con lui è stato inaugurato il registro degli affidi previsti dalla legge per i single. Ma Luca non è spaventato. Di battaglie ne ha combattute tante, conosce il dolore e ha imparato a trasformarlo, abbattendo muri e costruendo spazi di solidarietà. Il suo non è un gesto caritatevole: vuole semplicemente una famiglia. E per difenderla consegna la sua storia a un altro padre, che ha la sua età e il suo stesso nome, ma non potrebbe essere piú diverso. Luca Mercadante è ateo e favorevole all'interruzione di gravidanza. Ed è convinto che la paternità passi per il sangue prima che per l'accudimento. Cosa resta del padre quando è privato anche di qualcuno che possa raccogliere la sua eredità intellettuale? Dal racconto della vicenda di Alba, tra difficoltà pratiche, momenti di sconforto...
Racconti parigini
Hemingway senza un soldo fra bistrot e librerie, Proust a Versailles per la festa del secolo, Buzzati alle prese con la sua personale Torre Eiffel, Perec in Saint-Sulpice per un nuovo esperimento... Attraverso le loro storie e le loro parole, Corrado Augias ci guida in un viaggio di scoperta per la città piú raccontata del mondo. Perché Parigi è una festa mobile, che «non avrà mai fine». \r\n\r\nGli ampi boulevard, le luci infinite, gli spettacoli piú arditi, le avanguardie piú innovatrici, e poi la disinvoltura dei costumi, la ricchezza e il disordine della vita artistica, lo stile dispensato in ogni minimo dettaglio... Nessuno scrittore dell'Otto e Novecento ha saputo resistere al richiamo di Parigi, e tutti hanno lasciato traccia del loro incantamento in racconti e romanzi entrati di forza nell'immaginario globale, al punto che oggi è impossibile visitarla per la prima volta senza avere l'impressione di conoscerla da sempre. Corrado Augias, parigino di adozione e fine conoscitore della storia anche artistica della città, ha raccolto venti fra i racconti piú belli su Parigi: da Balzac a Zola, da Gertrude Stein a Vila-Matas, da Irène Némirovsky a Benjamin, una carrellata di storie, visioni e descrizioni che ne celebrano la grandezza e ne illuminano i misteri nascosti. Perché la città delle luci non è priva di ombre, dai grandi romanzi popolari tessuti su storie sinistre ai gialli affidati all'intuito del commissario Maigret. Parigi è città di pietra e di fantasia. Quello che si compone è un mosaico di voci e immagini, ma è anche una sorprendente guida di viaggio. Non c'è rue o arrondissement che non abbia generato un suo riflesso letterario, e attraverso le pagine dei grandi scrittori si può meglio comprendere la vera natura di Parigi, luogo dell'immaginazione prima ancora che reale, «di...
Leone
Paola Mastrocola ha scritto una storia realistica e allo stesso tempo magica, in cui tutti cambiano senza sapere perché. Un romanzo essenziale e profondo, capace di sorprendere a ogni riga sul piano umano e letterario. Fino a un diluvio universale in minore, piccolo e gentile, che non distrugge niente ma rinnova e addolcisce il colore delle cose\r\n\r\n\r\nLo spettacolo del mondo nelle mani di un bambino. Leone ha sei anni e ogni tanto, senza una ragione, si mette a pregare nei luoghi piú impensati. Lo fa perché ha paura, perché desidera, perché si sente solo? Sua madre, che non crede, continua a interrogarsi, mentre vive la sua vita frenetica di donna separata, tutta presa dal lavoro e dalle fatiche quotidiane. Leone prega, e le cose che chiede un po' si avverano. Si sarebbero avverate comunque? E quanto conta il filo segreto che lega una nonna e un nipotino? L'unica certezza è che il mondo intorno cambia, e nessuno sarà piú com'era. Paola Mastrocola ha scritto un romanzo sul potere dirompente del credere in qualcosa. E noi lettori siamo chiamati a chiederci cosa sia questa preghiera ingenua e laica, questo gesto cosí spontaneo e naturale che riguarda tutti noi, al di là di qualsiasi fede. Quale sia l'essenza della magia che, a volte, sembra circondare le nostre vite. Un quartiere che si chiama il Bussolo e può essere ovunque, in qualsiasi città. Oggi, ai giorni nostri. Una madre e un figlio. Lei, Katia, una donna sola di trentasei anni, presa dal lavoro, separata dal marito, pochi soldi, poco tempo, sempre di corsa, appesa a sogni nebulosi che non osa sognare fino in fondo. Lui, Leone, un bambino di sei anni solitario e timido, sottile come un giunco. Un giorno, in mezzo a tutta la gente...
Il pianeta umano. Come abbiamo creato l'Antropocene
\r\n Meteoriti, metano, megavulcani e oggi gli esseri umani; alle vecchie forze naturali che trasformarono la Terra molti milioni di anni fa se ne è aggiunta un'altra: noi.\r\n «Questo libro, scritto in modo splendido, è davvero uno dei libri piú importanti che abbia mai letto» - Ellie Mae O'Hagan, «The Guardian»\r\n\r\n Le nostre azioni hanno portato la Terra in una nuova epoca geologica, l'Antropocene. Per la prima volta nei quattro miliardi e mezzo di storia del nostro pianeta, una specie ne sta determinando il futuro. Per alcuni, l'Antropocene simboleggia un futuro di controllo superlativo dell'ambiente. Per altri, è la massima hybris , l'illusione di dominare la natura. Comunque la pensiate, appena sotto la superficie di questo termine scientifico un po' strano, Antropocene, troverete un entusiasmante miscuglio di scienza, filosofia, religione e politica collegato alle nostre paure piú grandi e alle nostre visioni utopistiche. Ricostruendo i nostri impatti sull'ambiente nel corso del tempo per capire quando gli esseri umani iniziarono a dominare la Terra, gli scienziati Simon Lewis e Mark Maslin ci mostrano in modo magistrale che cosa significa la nuova epoca per tutti noi. La storia, la scienza e la politica di una delle idee scientifiche piú importanti del nostro tempo ricostruite da due esperti di fama mondiale. Il racconto vertiginoso dell'azione umana sul sistema Terra e delle sue enormi ripercussioni sull'ambiente e sui modi in cui viviamo.
EUR 30.40
Artù, Lancillotto e il Graal. Vol. 1: storia del Santo Graal. La storia di Merlino. Il seguito della storia di Merlino, La.
Il ciclo di romanzi in antico francese che gli specialisti conoscono con il titolo Lancelot-Graal, o ciclo della Vulgata, non è mai stato tradotto integralmente in italiano in epoca moderna, nonostante sia una delle opere piú grandiose del Medioevo europeo, e abbia esercitato uno straordinario influsso sull'immaginario narrativo della cultura occidentale. Di autore ignoto, forse piú autori al lavoro insieme, composta nei primi decenni del XIII secolo in una località imprecisata della Francia del Nord, non incardinata né sui miti del mondo greco-romano né sul confronto tra il mondo cristiano e il mondo islamico, la Vulgata non sembra possedere i connotati che definiscono un classico secondo i parametri correnti, e di fatto non è stata ancora pienamente riconosciuta come tale. Non è tra le opere entrate nei canoni della modernità letteraria, non è tradotta in molte lingue, anche in Francia è entrata nella collana della Pléiade solo pochi anni fa. Eppure è in questa successione di romanzi che per la prima volta trova una struttura compiuta, e riesce quindi a porsi come nuova fonte mitologica, un mondo narrativo la cui potenza è rimasta memorabile fino a oggi. Non solo il bacio dell'amore tra Lancillotto e Ginevra, o il regno di Artú e le magie di Merlino, ma il potere di Escalibur, la spada nella roccia, l'equilibrio utopico della Tavola Rotonda, l'idea dell'avventura come condizione del cavaliere errante, le foreste e i draghi, le damigelle e i giganti, la gratuità e la follia dell'amore e dell'amicizia, e infine l'intreccio di questo mondo con le tragedie della guerra e soprattutto con il mito del Graal, che a partire dal nostro ciclo diventa il riferimento originario - in quanto strumento eucaristico dell'Ultima Cena - della storia cristiana, e insieme il segno escatologico del suo compimento. L'efficacia...
Mondi perduti. Una storia dei nativi nordamericani, 1700-1910
Un libro affascinante e innovativo sulla trasformazione del mondo americano, che getta nuova luce non solo sul passato ma anche sul presente degli Stati Uniti. \r\nL'impari conflitto tra l'uomo bianco e gli indiani sull'immenso sfondo del continente nord-americano. Un'inesorabile avanzata destinata a distruggere i modi di vita e la cultura di tutti i popoli nativi. Aram Mattioli racconta in modo vivido il lungo e violento processo di colonizzazione messo in atto dai coloni bianchi contro i nativi indiani, interpretando gli eventi globali sullo sfondo dei fenomeni centrali, dal Settecento alla prima decade del Novecento. Allo stesso tempo, prende in considerazione il punto di vista dei «vinti» su un piano di parità e mostra come i popoli indigeni reagirono in vari modi all'accaparramento delle terre. Gli indiani subirono un vero e proprio attacco etnocida, che comportò la perdita di gran parte dei territori ancestrali, delle risorse naturali, delle basi di sussistenza, e del diritto ad autodeterminarsi. Dei numerosi «primi popoli» l'autore evidenzia strutture sociali, caratteri culturali e modi di vivere. In scene ricche di pathos, Mattioli descrive le battaglie decisive e ritrae con efficacia sia le persone comuni sia gli importanti protagonisti della politica, mantenendosi sempre in perfetto equilibrio tra la comprensione empatica e la sobria analisi scientifica, decostruendo le leggende del mondo occidentale per affinare la comprensione degli eventi reali.
EUR 30.40
Ricordi dormienti
Con parole che sembrano scritte sulla superficie dell'acqua, tra sogno e ricordo, Modiano traccia quell'itinerario sentimentale che tutti percorriamo a ritroso alla ricerca di noi stessi\r\n\r\nUn giorno, sul lungosenna, Jean perde l'equilibrio: dalla riva del presente precipita in un vortice di ricordi che credeva perduti. Anche se il tempo ne ha sfumato i contorni, a Jean tornano in mente numeri di telefono inventati, fermate del metrò, dediche scritte con l'inchiostro blu. Ma i dettagli piú irrisori sono indizi per ritrovare le donne che Jean ha incontrato e che ora, come spettri evanescenti, eludono la sua presa nel labirinto della memoria. Nelle piante le gemme dormienti rimangono a riposo anche per diversi anni - fino a cento nella quercia - e si schiudono un giorno, per caso. Ai ricordi di Jean succede la stessa cosa: il titolo di un libro intravisto su una bancarella del lungosenna basta a destare le immagini di un passato che credeva di avere smarrito. Come trasportato da una nuvola di impalpabile malinconia, Jean ritorna cosí alla Parigi della sua giovinezza, alle passeggiate della domenica pomeriggio, agli incontri nei caffè all'alba, agli arrondissement deserti nel caldo d'agosto. Scene, dettagli, parole che scortano il protagonista ad appuntamenti con fantasmi in bianco e nero, lo investono di paure dimenticate, lo seducono con fughe da porte secondarie e dedali di strade parigine in cui nascondersi. La geografia dei luoghi si fonde con i ritratti sfuggenti di donne dal fascino sibillino: Martine, Mireille, Geneviève, Madeleine, la signora Hubersen, una ragazza di cui Jean omette il nome perché coinvolta in un misterioso delitto. E proprio come se avessero commesso un crimine in preda a un raptus emotivo, i ricordi del narratore - che a volte sembrano tanto coincidere con quelli dell'autore - non implorano né...
Vivere con i libri. Un'elegia e dieci digressioni
I libri che abbiamo letto e conservato, quelli che abbiamo accumulato, quelli che teniamo sempre con noi anche se non li abbiamo mai aperti: una biblioteca è capace di raccontare una vita a volte meglio di qualsiasi biografia. \r\n\r\n«Manguel ha tracciato una cartografia dell'eros della lettura. È\r\nil Don Giovanni delle biblioteche» - The Guardian\r\n\r\n\r\nAlberto Manguel ha scritto un'elegia struggente ma non nostalgica, dolce ma non rassegnata sul nostro amore per i libri. E su come essi siano, insieme alle librerie e alle biblioteche pubbliche, la base del vivere civile. «Manguel ha tracciato una cartografia dell'eros della lettura. È il Don Giovanni delle biblioteche». «Uno scrittore scrive quello che può, un lettore legge quello che vuole», disse una volta Jorge Luis Borges. Intendeva che il lettore gode di una libertà che allo scrittore è preclusa: libertà di immaginare e di imparare, certo, ma anche libertà di leggere o non leggere un libro, di decidere cosa è o non è un classico, di ignorare le mode o gli obblighi di lettura. Un lettore o è libero o non è. Forse non è eccessivo definire Alberto Manguel, scrittore, traduttore, critico, direttore della Biblioteca nazionale argentina, il «lettore definitivo». E infatti nel corso di una vita intera dedicata ai libri ha costruito una biblioteca personale di oltre 35 000 volumi. Ma cosa succede quando si ritrova a dover traslocare dalla sua casa nella Loira a un piccolo appartamento newyorkese? Succede che deve scegliere quali volumi portare con sé e quali lasciare in un deposito, passarli in rassegna, uno dopo l'altro, e ascoltare la loro voce. La biblioteca di Manguel, a parte una manciata di esemplari, non possiede volumi particolarmente rari: è composta tanto di umili tascabili quanto di volumi rilegati in pelle, di novità luccicanti e di...
Martin Eden
Romanzo largamente autobiografico, "Martin Eden" riflette l'inquietudine di London, la sua vita stravagante, la tensione autodistruttiva che lo porterà al suicidio. Il protagonista è un marinaio americano che finisce casualmente per frequentare il mondo borghese, salotti colmi di libri e fanciulle eteree. Tra l'iniziale timidezza e un'irresistibile attrazione per il nuovo ambiente, Martin Eden dovrà misurarsi con due impreviste passioni: la giovane Ruth Morse e la letteratura. Attraverso sogni delusi e speranze che sfumano, la strada verso la conquista di una fama che si rivelerà effimera sarà costellata dal conflitto tra le sue origini modeste e una cultura che comunque gli è estranea. I propositi di riscatto sociale e l'inclinazione per i miti borghesi del successo e della ricchezza si dilegueranno di fronte alla consapevolezza di una inevitabile alienazione.
EUR 10.80
Dove sta il limite. Attraversare i confini della Palestina occupata
Coraggioso, intelligente e decisamente controverso, Shehadeh esplora gli effetti devastanti dell'occupazione anche negli aspetti piú intimi della vita quotidiana.\r\n\r\n «Shehadeh rievoca brillantemente la tragedia palestinese, attraverso un'amicizia complicata. Un racconto di intensa intelligenza e onestà» - Ian McEwan\r\n\r\n Raja Shehadeh da giovane avvocato si era dato da fare per impedire il sequestro delle terre palestinesi e favorire la pace e la giustizia nella regione. È in quel periodo che stringe una forte amicizia con Henry, un ricercatore ebreo canadese. Ma quando la vita giorno dopo giorno diventa sempre piú insopportabile nei Territori, è impossibile sfuggire alla politica e al passato. E anche la piú forte delle amicizie, sul filo del confine israelo-palestinese, viene messa a dura prova. Shehadeh in questo libro, attraversando lo spazio (da Tel Aviv a Jaffa) e il tempo (dal 1959 al 2013), ci racconta l'evolversi della situazione dei palestinesi nei Territori occupati. Coraggioso, intelligente e decisamente controverso, Shehadeh esplora gli effetti devastanti dell'occupazione anche negli aspetti piú intimi della vita quotidiana. E si domanda se, coloro che oggi si considerano a vicenda i peggiori dei nemici, potranno mai riuscire a costruire un futuro comune insieme.
EUR 12.75
Il ladro di anime
Non sono state stuprate. Non sono state torturate. Non sono state uccise. Eppure sono state annientate. Uno psychothriller mozzafiato che in Germania ha venduto 500mila copie. \r\n «Per fortuna era solo un sogno. Non era nuda. E le sue gambe non erano legate a quel lettino ginecologico antidiluviano, mentre il pazzo metteva in ordine gli strumenti su un carrello arrugginito. Poi si voltò e sulle prime non riconobbe cosa teneva nella mano incrostata di sangue. Appena lo vide, volle chiudere gli occhi, ma non ci riuscí. Non poteva distogliere lo sguardo dal saldatore incandescente che si avvicinava lentamente al suo corpo». \r\n\r\n\r\n\r\nIn una clinica psichiatrica immersa nella campagna innevata alle porte di Berlino si consumano le nove ore che precedono la paura. Pazienti, medici, infermieri scoprono che il Ladro di anime, il folle che da tempo terrorizza la città si trova all'interno della struttura. Di lui si conoscono soltanto i crudeli effetti provocati da un misterioso trattamento che riduce le vittime a meri involucri, e gli ambigui indovinelli che lascia dietro di sé come macabra firma. Inizia cosí una frenetica caccia al serial killer, guidata da Caspar, un ex chirurgo che ha perso la memoria in seguito a una tragedia personale e che si troverà a far fronte a qualcosa di inaspettato e terribile. Mentre il tempo scorre inesorabile nel tentativo di neutralizzare il Ladro di anime, Caspar vede riaffiorare dal subconscio pezzi della sua vita precedente, che fanno luce sulla sua identità e sul suo passato, costringendolo a uno sconvolgente viaggio negli abissi piú oscuri della propria psiche.
EUR 10.00
Le otto montagne
Vincitore Premio Strega 2017Vincitore Premio Strega Giovani 2017Vincitore del Premio ITAS del Libro di Montagna 2017. Sezione Migliore opera narrativa.La storia di Pietro, del suo amico Bruno e del loro amore per la montagna. Un caso editoriale internazionale.«Il raffinato racconto di quanto può essere profondo l'amore che lega gli esseri umani» - Annie Proulx«Un libro speciale. Non sorprende che facciano il nome di Cognetti insieme a quelli di Ernest Hemingway, Jack London e Mark Twain» - Die Zeit«Un libro di vita potente, universale e sempre umile, che non è la meno rilevante delle sue qualità» - Philippe Claudel, membro dell'académie GoncourtLa montagna non è solo neve e dirupi, creste, torrenti, laghi, pascoli. La montagna è un modo di vivere la vita. Un passo davanti all'altro, silenzio, tempo e misura. Lo ha imparato Paolo Cognetti, che tra una vetta e una baita ambienta questo potentissimo romanzo. Una storia di amicizia tra due ragazzi - e poi due uomini - cosí diversi da assomigliarsi, un viaggio avventuroso e spirituale fatto di fughe e tentativi di ritorno, alla continua ricerca di una strada per riconoscersi.COME COMINCIAMio padre aveva il suo modo di andare in montagna. Poco incline alla meditazione, tutto caparbietà e spavalderia. Saliva senza dosare le forze, sempre in gara con qualcuno o qualcosa, e dove il sentiero gli pareva lungo tagliava per la linea di massima pendenza. Con lui era vietato fermarsi, vietato lamentarsi per la fame o la fatica o il freddo, ma si poteva cantare una bella canzone, specie sotto il temporale o nella nebbia fitta. E lanciare ululati buttandosi giú per i nevai.Mia madre, che l'aveva conosciuto da ragazzo, diceva che lui non aspettava nessuno nemmeno allora, tutto preso a inseguire chiunque vedesse piú in alto: perciò occorreva aver buona gamba...
L' Arminuta
Una storia estrema in cui la maternità, l'amore e l'abbandono prendono corpo nella vita di una ragazzina di tredici anni, toccando corde cosí profonde, originarie, che sembrano chiamarci per nome. Un libro che ha fatto il giro del mondo.\r\n\r\n«Una delle voci piú rilevanti, piú significative, piú letterarie del panorama italiano. L'Arminuta mi ha commosso» - Michela Murgia \r\n\r\n«C'è una scrittrice unica in Italia. Per scrivere si alza molto presto al mattino e fra le cinque e le sette procede per "lampi", come dice lei. Attraverso questi lampi, Donatella Di Pietrantonio ha scritto romanzi di grande potenza e L'Arminuta è una perla» - Matteo Nucci\r\n\r\n Per raccontare gli strappi della vita occorrono parole scabre, schiette. Di quelle parole Donatella Di Pietrantonio conosce il raro incanto. La sua scrittura ha un timbro unico, una grana spigolosa ma piena di luce, capace di governare con delicatezza una storia incandescente. È quello che accade con L'Arminuta fin dalla prima pagina, quando la protagonista, con una valigia in mano e una sacca di scarpe nell'altra, suona a una porta sconosciuta. Ad aprirle, sua sorella Adriana, gli occhi stropicciati, le trecce sfatte: non si sono mai viste prima. Inizia cosí questa storia dirompente e ammaliatrice: con una ragazzina che da un giorno all'altro perde tutto - una casa confortevole, le amiche piú care, l'affetto incondizionato dei genitori. O meglio, di quelli che credeva i suoi genitori. Per «l'Arminuta» (la ritornata), come la chiamano i compagni, comincia una nuova vita.
EUR 9.60
I senza memoria. Storia di una famiglia europea
Germania, Austria, Francia, Italia sono i paesi in cui la rielaborazione critica degli anni '60 è stata carente, in cui hanno avuto la meglio i «senza memoria», questa la tesi centrale e attualissima del libro, ad apparire oggi particolarmente esposti al populismo e al sovranismo, a tollerare e fomentare il razzismo, e a propugnare una concezione antidemocratica della vita politica. \r\n«Il libro di un'appassionata europeista; il suo empatico appello a non dimenticare è rivolto a un'opinione pubblica sempre piú frammentata». - Süddeutsche Zeitung\r\n\r\nNel 1938, Karl Schwarz, il nonno tedesco dell'autrice, rileva, nell'ambito del processo di arianizzazione voluto dai nazionalsocialisti, la piccola azienda di prodotti petroliferi di Julius Löbmann, pagandola assai meno di quanto in realtà valesse. E quando dopo la guerra questi, unico sopravvissuto della sua famiglia sterminata in un campo di concentramento, chiede di essere risarcito, Schwarz per anni si rifiuta di far fronte alle rivendicazioni del padrone di un tempo. Alla fine pagherà, ma in famiglia l'episodio verrà il piú possibile nascosto e infine rimosso. Da questa situazione individuale prende avvio la ricognizione di Géraldine Schwarz, che allarga subito la visuale mettendo in evidenza come la «mancanza di memoria» della sua famiglia trovi un pendant nelle strategie politiche della Germania nel dopoguerra: Adenauer, il primo cancelliere tedesco, se da un lato vincola il paese alle democrazie occidentali, dall'altro in molti ambiti della vita pubblica tollera la presenza di importanti personaggi del regime hitleriano. Bisognerà attendere sino agli inizi degli anni Sessanta, prima che nell'opinione pubblica tedesca si avvii quella riflessione sulle proprie colpe che ha portato alla Germania contemporanea. Ma la disamina dell'autrice si sposta ben presto anche su altri paesi come l'Italia, dove per anni ha potuto tranquillamente essere rappresentato in Parlamento il Movimento sociale italiano, un partito che non...