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Mostrati 4001-4020 di 124642 Articoli:
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La vertigine e il volo. L'esperienza filmica fra estetica e neuroscienze
Dalla camminata in precario equilibrio di un funambolo alla passeggiata spaziale di un astronauta sospeso nello spazio siderale, questo libro offre un vertiginoso percorso nelle forme con cui il cinema contemporaneo coinvolge e sconvolge lo spettatore intensificando le sue percezioni e le sue emozioni. Per la prima volta nell'ambito degli studi sull'esperienza filmica, il paradigma della cognizione incorporata e l'ipotesi della simulazione incarnata vengono adottati per descrivere la relazione dello spettatore con i personaggi e con i mondi della finzione cinematografica, in un serrato dialogo fra teorie del cinema, estetica e neuroscienze cognitive. Acrobazia, caduta, impatto, capovolgimento, deriva sono le cinque tappe di questa esplorazione - quasi un unico movimento che scaturisce dalla capacità del film di attivare la mente e il corpo dello spettatore e che conduce quest'ultimo verso il senso più profondo e umano dell'atto di partecipare empaticamente alle azioni, alle emozioni e ai desideri del personaggio.
EUR 11.30
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Nuovo cinema tedesco (Junger/neuer deutscher film). Vol. 17: Studi.
Questo volume raccoglie ed integra gli atti del Convegno Internazionale Nuovo Cinema Tedesco. Storia, figure, eredità svoltosi a Roma, all'Istituto Italiano di Studi Germanici, il 6 e 7 ottobre 2011. Con quelle giornate, costituisce l'ultimo tassello di un pluriennale progetto che in un ciclo di incontri internazionali si proponeva di ripensare alcune delle più significative e più note stagioni del cinema europeo cosiddetto della modernità: il neorealismo italiano, la Nouvelle Vague francese e appunto quel fenomeno articolato e complesso della storia del cinema del secondo Novecento che è stato il Nuovo Cinema Tedesco (Junger/Neuer Deutscher Film), la cui ampia parabola si compone, come noto, in un arco di tempo che dagli anni Sessanta - dall'ormai quasi leggendario proto-avvio di Oberhausen, nel 1962 - giunge fino alle primissime stagioni degli anni Ottanta del secolo scorso, nutrita da una eccezionale ricchezza di talenti, e di forme, di stilemi, di sguardi. Come già nelle altre stazioni di questa ideale trilogia, le giornate romane sul Nuovo Cinema Tedesco e questo libro che ne è derivato si sono dunque incaricati di rileggere in profondità quell'esperienza, di reinterrogare quel cinema per il tramite di angolazioni e prospettive differenti, di riaccostare i pensieri, le configurazioni, le posture - estetiche, culturali, politiche - che lo hanno abitato e descritto.
EUR 14.25
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Ontologia del corpo nel cinema comico
Questo libro non pretende certo di risolvere il problema filosofico del Comico, ma ne percorre le tappe attraverso la storia del cinema, tramite l'utilizzo del Corpo, dal muto alla commedia sofisticata, dalla farsa alla commedia all'italiana, fino al rapporto speciale dei comici con il cosiddetto cinema d'autore, e addirittura con la morte, avanzando una semplice ipotesi: il Comico è un formidabile rivelatore del non-senso generalizzato, e la risata è una reazione difensiva salutare, l'unica alternativa alla disperazione. Deleuze, a proposito di Nietzsche, ha parlato della potenza del Comico, ossia del necessario rapporto dell'arte con la gioia, per quanto i suoi contenuti possano essere tragici. Gioia? Sì, ma non di sostituire al senso un altro senso "più vero", bensì di rivelarne l'inestricabile vicinanza al non-senso: operazione di per sé tutt'altro che tranquillizzante. La resistenza del Comico (contro i poteri costituiti, ma anche contro le abitudini, i cliché, i più vari conformismi) si mescola spesso - specialmente in campo cinematografico a una funzione consolatoria, come è testimoniato anche dai grandi incassi che (non solo in Italia) accompagnano l'uscita di tanti film di questo genere. Ma non è solo questione di ridere, o sorridere, in maniera più o meno "intelligente". È importante la sopravvivenza nel cinema di residui delle antiche pratiche "basse", riguardanti il grottesco e la corporeità popolare, al di là della loro progressiva scomparsa.
EUR 8.92
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Giovanni Pastrone. I sogni della ragione
Giovanni Pastrone (1882-1959) è stato uno dei principali protagonisti della storia del cinema muto. La sua personalità professionale e artistica, così prismatica e controversa, a seconda dei casi mitizzata o sminuita, banalizzata o strumentalizzata, resta ancora oggi di non semplice interpretazione. Artefice di Cabiria, il più influente film del primo cinema italiano, nella sua carriera di produttore ha sperimentato formule innovative come la serie comica, con André Deed (il celebre Cretinetti); il kolossal storico a lungometraggio, con La caduta di Troia; il film atletico d'avventura, con Maciste; il diva film nella sua variante più aggressiva e morbosa, con Il fuoco. Profondo conoscitore della tecnica cinematografica, efficiente e severo organizzatore, amministratore avveduto ma aperto al rischio, Pastrone è stato anche, e soprattutto, tra i maggiori registi degli anni Dieci: un artista dal grande gusto estetico e compositivo, dotato, per citare D'Annunzio, di uno «straordinario istinto plastico». Nelle sue regie, spesso attente a indagare gli aspetti più inquieti della femminilità, la razionalità e la fiducia verso la scienza s'intrecciano con un'inclinazione al barbarico, al pessimismo fatalista, all'irrazionale e al macabro, all'allucinato e all'onirico, quasi a suggerire una potente alchimia tra le certezze, in realtà inquiete, del positivismo e le pulsioni infiammate dell'estetica simbolista.
EUR 12.26
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9/11 la 25° ora del cinema americano
Il libro 9/11, la 25a ora del cinema americano di Andrea Chimento parte dalla convinzione che l'11 settembre 2001 il cinema americano sia entrato in una nuova fase. Il fantasma dell'attentato ha agito in forme e stratificazioni diverse, modificando scelte narrative, formali e stilistiche. Prendendo avvio dai film che hanno messo direttamente in scena le immagini della catastrofe, il testo si articola in due ampie sezioni: la prima impostata come una diretta sull'"evento"; la seconda incentrata sul periodo successivo all'accaduto. Se da un lato, in quei film che lavorano per allegorie e simbologie dell'11 settembre è evidente il concetto di "ri-narrazione ossessiva", dall'altro sono preponderanti nuovi modelli di raffigurazione dei cambiamenti, degli stati d'animo e delle (in)certezze da parte del cinema americano. Quindici anni dopo l'immagine dello schianto è ancora impressa nei nostri occhi come nella storia del cinema americano.
EUR 11.18
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L' industria del cortometraggio italiano-The italian short film industry. Report 2014. Ediz. bilingue
L'industria del cortometraggio italiano - Report 2014 è il primo studio di questo genere condotto in Italia e nasce dalla profonda necessità di delineare i contorni di un comparto che a oggi stenta a ottenere il proprio riconoscimento. Un settore produttivo e, a tutti gli effetti, industriale, di carattere sperimentale e di spiccata vitalità, ma che arranca sul versante della distribuzione appoggiandosi quasi esclusivamente alla vetrina costituita dalla rete dei festival. Partendo dalla definizione di cosa sia un cortometraggio e dai necessari confronti con il panorama europeo, soprattutto per quanto riguarda i contributi pubblici, il Report 2014 si concentra sulla programmazione dei maggiori festival italiani e internazionali e sull'apporto alla diffusione garantito dalle emittenti televisive, con i loro contenitori dedicati. La presenza dei dati produttivi e dei costi stimati, ottenuti tramite gli stessi produttori dei corti, costituisce infine un valore imprescindibile.
EUR 9.68
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Rapporto 2014. Il mercato e l'industria del cinema in Italia
Giunto alla sua ottava edizione, coeditato con il MiBACT, il Rapporto - Il Mercato e l'Industria del Cinema in Italia, si conferma punto di riferimento nel settore italiano dell'audiovisivo. Fondazione Ente dello Spettacolo e Istituto Luce-Cinecittà si sono impegnati a rendere questo Rapporto 2015 (elaborato sulla base degli ultimi bilanci approvati nel corso del 2016) ancora più ricco dei precedenti. Oltre alle testimonianze, provenienti dai protagonisti più autorevoli del panorama cinematografico italiano, il Rapporto 2015 apporta un rilevante contributo scientifico al racconto di un mondo che mette insieme l'industria con l'arte, il lavoro con la fantasia. Guardando al 2015, i numeri confermano segnali di miglioramento, soprattutto rispetto agli anni passati, con ricavi al botteghino in crescita del 10,78% rispetto al 2014. Sulla base degli ultimi Bilanci 2016.
EUR 9.40
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Il cinema di Jane Campion dai cortometraggi a Top of the Lake
Il volume, un vero e proprio focus sul cinema di Jane Campion, prende in analisi l'intera filmografia della cineasta neozelandese autrice antipodean di ordalie esistenziali, sensibile agli aspetti formali del racconto filmico e dotata di un acuto sguardo antropologico. Il libro ricostruisce l'avventura cinematografica della regista neozelandese - dal background formativo (gli studi di antropologia, belle arti e cinema) alle molteplici influenze formali, culturali ed esperienziali rintracciabili nelle sue opere (letteratura, arti visive, fotografia, musica, fino al cinema stesso) -, ripercorrendo cronologicamente la sua opera e convocando per l'interpretazione le metodologie ermeneutiche elaborate sia dagli studi cinematografici (analisi testuale, semiotica, teorie femministe e di genere) sia da quelli culturalisti, letterari, postcoloniali e dell'antropologia visiva. Jane Campion esplora la relazione tra arte e vita indagando la qualità femminile nell'esperire il mondo, alla luce di una prospettiva anti-ideologica che delinea un immaginario femminile ribelle e autenticamente "altro". Alterità esibita in una visione tatti le delle cose e dei personaggi, seguiti nella loro vocazione nomadico-esperienziale, nella loro condizione di sradicamento e di esilio emozionale che sprigiona un'eversiva forza vitalistica.
EUR 19.00
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A fil di spada. Pirati e spadaccini nel cinema italiano
Il cinema d'avventure in Italia è la testimonianza non solo dell'esistenza di un genere popolare che, come altri (prima e dopo), ha dato forma a un vero e proprio filone. Ma soprattutto simboleggia un'importante palestra frequentata da nomi poi divenuti autorevoli di quel 'cinema di genere'. Cinquant'anni di avventure per viverne una: quella del cinema con protagonisti pirati e spadaccini 'made in Italy'. Dai titoli seminali a quelli inediti, questo volume ripercorre una storia unica e irripeti bile: quella del cinema in cappa e spada di casa nostra. Il volume si basa sulla attenta analisi di ogni film, ma soprattutto su una serie di testimonianze e di interviste raccolte negli anni che consentono di conoscere il vero modo con il quale questi film erano fatti, pensati, realizzati e prodotti. Uno sguardo inedito su un aspetto importante della storia del cinema italiano, sul quale manca qualsiasi approfondimento critico e conoscitivo nelle storie ufficiali del nostro cinema.
EUR 19.50
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La voce delle donne. Le sconosciute del melodramma, da Galatea a Lucia Bosè
Il melodramma è, senza dubbio, il regno delle "donne sconosciute": eroine dall'identità fragile, senza una voce per potersi esprimere, vittime dell'elusione d'amore e di un fato avverso che le condanna a un sacrificio ineluttabile e a una dimensione irrisolvibile di estraneità, rendendole incapaci di rapportarsi al mondo e di farsi riconoscere dagli altri. Si tratta di un vero e proprio mito di genere, che il cinema, il teatro e la letteratura tramandano da sempre attraverso generazioni di personaggi femminili: dalla Galatea del Pygmalion di Jean-Jacques Rousseau alle sconosciute del cinema popolare italiano degli anni Cinquanta - protagoniste dei film di Lattuada, Matarazzo e Antonioni -, passando per le eroine shakespeariane, le primedonne dell'Opera e le dive del cinema classico hollywoodiano. Ma chi sono veramente le donne del melodramma? Che cosa ci raccontano le loro storie di inconoscibilità? E in che modo queste voci femminili continuano, nonostante tutto, a parlare a noi spettatori cinematografici di oggi quando vengono riproposte sullo schermo?
EUR 14.16
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Rapporto cinema 2018. Spettatori, strumenti, scenari
Il "Rapporto Cinema 2018", rinnovato nella visione complessiva, è dedicato agli spettatori, agli scenari e alla progettazione strategica. Ad aprire il volume sono due approfondite analisi sul pubblico: la prima è una ricerca a cura dell'Osservatorio Giovani dell'Istituto Toniolo sui consumi culturali e sulla fruizione da parte della generazione dei "Millennials" per guardare al futuro del cinema; la seconda, condotta dall'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, è un'indagine pilota sul rapporto fra terza età e cinema, che monitora la presenza in sala della popolazione "over 60". Alle opportunità di finanziamento per il comparto cinema è invece dedicata la seconda parte del testo. La partecipazione a un bando rappresenta infatti una duplice occasione per una organizzazione culturale o un'azienda: non è solo alle risorse economiche che bisogna guardare, ma alla possibilità di ripensare la propria strategia e di incidere sulla vita culturale del Paese. Chiude il volume un capitolo sugli scenari presenti e prossimi, con contributi di studiosi del settore che disegnano un quadro estremamente ricco e diversificato, che parla di sviluppo e potenziali ricadute positive sull'intero "sistema Paese".
EUR 14.16
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Nero su bianco. La «Rivista del Cinematografo» nella storia del cinema italiano
In occasione dell'anniversario dei 90 anni di pubblicazione della «Rivista del Cinematografo», la Fondazione Ente dello Spettacolo presenta una riedizione del volume Nero su bianco. Le politiche per il cinema negli ottant'anni della «Rivista del Cinematografo», aggiornata con due nuovi capitoli dedicati agli ultimi 10 anni della rivista e delle sue prospettive future. La «RdC» rappresenta, nel panorama dell'editoria cinematografica italiana, un caso unico per longevità, dal momento che attraversa novanta anni della storia italiana. Fondata nel 1928, essa intercetta, con modalità di volta in volta differenti, il multiforme interesse e impegno della Chiesa - tanto nelle espressioni del magistero, quanto in quelle delle iniziative di base - nei confronti del mezzo cinematografico. Il volume presenta una storia della rivista volta a comprendere quali idee di cinema emergano (e talora confliggano) sulle sue pagine negli anni, dalle origini del periodico ai nostri giorni. Il percorso cronologico diviene allora anche un percorso tematico, diviso in ampie e articolate aree di problemi distinte e insieme interrelate.
EUR 11.18
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Cinema tra contaminazioni del reale e politica
Nel saggio si condensano circa vent'anni di studi e di corsi universitari in materie cinematografiche, si vuole decifrare il sottile confine che esiste tra politica e cinema in una dimensione del reale che ha delle specifiche valenze, legate soprattutto ai comparti storici nei quali i film sono stati prodotti, realizzati e "contaminati". Un viaggio identitario all'interno del XX secolo che porta il lettore alla scoperta, alla rivisitazione o all'approfondimento di forme e modalità filmiche che hanno caratterizzato il percorso di alcuni autori cinematografici particolarmente legati all'epoca e alla realtà in cui sono vissuti, al punto da aver lasciato, con il loro patrimonio filmico, una testimonianza e una memoria indelebile di un passato altrimenti invisibile.
EUR 19.00
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Michelangelo Antonioni. L'alienista scettico
Fin dalla sua affermazione nell'olimpo dei grandi autori del Novecento, sulla figura di Michelangelo Antonioni (1912 - 2007) pesa tutta una serie di clamorose etichette: è stato definito, tra le altre cose, il cineasta della borghesia, del neorealismo interiore, della malattia dei sentimenti, dell'incomunicabilità, dell'alienazione; il suo nome è stato inoltre associato alle categorie teoriche più disparate, spaziando dalla storia dell'arte alla letteratura, fino a lambire i territori della filosofia. E proprio dalla prospettiva filosofica intendiamo rileggere la modernità della sua opera, giocando con le parole e immaginando di dover fare il ritratto a uno spietato "alienista scettico", ossia uno specialista del dubbio, un esperto osservatore di tutto ciò che è Altro, impegnato in estenuanti (e, pur sempre, inconcludenti) pratiche di identificazione, riferite sia alla realtà sia all'immagine stessa. Nonostante la questione dello sguardo risulti centrale nel suo cinema, paradossalmente, la condizione del regista di Blow-up (1966) è più simile a quella di un cieco, ossessionato dal voler comprendere - attraverso le soglie sinestetiche di una nuova percezione poetica - qualcosa che è già davanti ai suoi occhi.
EUR 12.26
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Federico Fellini. L'apparizione e l'ombra. Ediz. critica
Federico Fellini (1920-1993) è forse il cineasta italiano su cui si è scritto di più. Fiumi di pagine critiche, biografie, riflessioni sui suoi film. E probabilmente Fellini è il cineasta italiano che più si è "autoraccontato", spesso con una immaginazione a briglia sciolta. I suoi disegni preparatori ai film e i quaderni in cui trascriveva e disegnava i suoi sogni fanno da controcanto ai racconti disseminati in migliaia di interviste e raccolti nel libro Fare un film. Una esuberanza immaginativa che si è rispecchiata nelle sue opere, tra una memoria autobiografica reinventata e una libera forma autoriflessiva, in cui il pubblico è interpellato, coinvolto insieme all'autore e ai suoi sogni (basti pensare a Intervista). Le suggestioni epocali e profetiche di molti suoi film hanno scandagliato un inconscio collettivo, non solo italiano. Le "luci della ribalta" lo hanno fin troppo illuminato, reso un "aggettivo vivente" (felliniano), avvolto, e forse irretito, dalla sua fama. Fatalmente ciò che del suo mondo è rimasto in primo piano sono forme e temi persistenti: l'universo femminile, il circo, l'infanzia, la visionarietà onirica, il fascino per il soprannaturale. Sembrerebbe non ci sia più niente di nuovo da dire su di lui. Eppure, in profondità di campo, si possono ancora intuire molte "zone d'ombra" che nelle immagini felliniane si accompagnano a improvvisi sprazzi di luce. Spesso nella sua espressività qualcosa si rivela in penombra e si illumina come forma-apparizione, ruotante in ciò che, a proposito di Fellini, Gilles Deleuze definisce immagine-cristallo. Questo libro prova a insinuarsi in queste pieghe, proprie della sua figurazione barocca, percorrendone le sinuosità labirintiche.
EUR 12.26
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Come in uno specchio. Per una teologia del film
La collana "Lo Spirito del cinema" che Fondazione Ente dello Spettacolo battezza con questo testo del cardinale Gianfranco Ravasi si propone di indagare la testimonianza cinematografica nel suo rapporto con l'esperienza del Sacro. È una vena ricca e generosa che caratterizza da sempre la produzione filmica: a volte è marcatamente visibile, più spesso - ed è fonte di maggiore interesse - scorre e anima dall'interno un'opera: l'autore la narra con le sue storie e la offre alla risonanza della vita dello spettatore più accorto. È alla sensibilità umana, alla competenza teorica, alla ricchezza di sguardo di teologi, filosofi e maestri di estetica che chiederemo saggi brevi per offrire mappe e percorsi di navigazione per incamminarsi sulle tracce del Sacro nel cinema. Iniziamo l'inedito cammino fondando la condizione di possibilità di questo percorso. «Nelle Scritture cristiane e nella Tradizione - scrive nel libro il Cardinale Gianfranco Ravasi - la domanda di fondo sulla rappresentabilità del sacro è subito evasa in senso favorevole, non solo perché il linguaggio teologico è di sua natura simbolico e analogico, ma anche perché il cristianesimo ha nel suo cuore l'Incarnazione che vede nel volto umano di Gesù di Nazareth una eikôn, un'icona, un'immagine del Dio invisibile». Ogni pubblicazione si interrogherà sullo statuto teologico del cinema proponendo due vie per avvicinare questa alta vetta: il sentiero dell'analisi filmica e quello delle diverse discipline della riflessione credente.
EUR 7.60
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Il potere dei servi. La teologia politica nel cinema italiano. Ediz. critica
"Il potere dei servi" si propone di ricostruire l'immaginario teologico-politico del cinema italiano. Da "Roma città aperta" a "Habemus Papam" e "The New Pope", il presente studio indaga in che modo il cinema, attraverso il confronto con il dispositivo cattolico del potere, ha raccontato il processo di costruzione dell'identità italiana. Una storia controluce, che fa emergere, attraverso le vicende dei partigiani durante l'occupazione nazista, dei fraticelli francescani, dei diseredati di Pasolini, delle vittime della cecità rivoluzionaria, dei dubbi di intellettuali scettici o dei papi, una lotta contro i meccanismi sacrificali di esclusione e i loro orizzonti ideologici. Queste storie di liberazione indagano la tensione antinomica tra le scelte del potere e l'urgenza messianica di una forma di vita imperniata sulla povertà e la letizia. In tale tensione si specchia il cinema italiano, in grado di liberare il proprio sguardo per arrivare, al di là di interessi economici o di propaganda politica, alle cose nella loro "complessa povertà".
EUR 14.16
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Vincente Minnelli. La materialità del sogno
Vincente Minnelli (Chicago, 1903-Los Angeles, 1986) si è affermato come uno tra i registi più importanti di Hollywood lavorando oltre trent'anni per la MGM con trentaquattro film realizzati, che hanno lasciato un'impronta originale e unica nella storia del cinema. Figlio d'arte, Minnelli ha praticato il teatro fin da bambino. Dopo un esordio a Broadway come scenografo e direttore di scena, nel 1940 approda a Hollywood; ha così inizio uno dei percorsi più affascinanti nel cinema americano, segnato da una libertà e da una attitudine alla sperimentazione, sempre rinnovata. Minnelli ha saputo coniugare il senso per lo spettacolo del cinema americano con lo spessore della cultura europea; questa intuizione che ha guidato sempre il suo cinema, classico e popolare insieme, gli ha conferito una profonda coerenza di sguardo e di stile, collocandolo ai vertici più elevati di Hollywood. Tra i suoi film spiccano musical come Incontriamoci a Saint Louis (1944), Un americano a Parigi (1951), Gigi (1958); commedie come Il padre della sposa (1950), La donna del destino (1957); melodrammi come Qualcuno verrà (1958), I quattro cavalieri dell'Apocalisse (1962); film che indicano come Minnelli abbia sperimentato tutti i generi, rimodulandoli secondo la sua cifra personale. È stato uno tra i maggiori coloristi di Hollywood: senza la lente pittorica della sua opera, senza il suo uso narrativo del colore, alcuni film di Jean-Luc Godard o di Martin Scorsese, non potrebbero essere pienamente compresi. Si tratta allora di riconoscere a Minnelli la posizione che gli spetta, quella di un regista dotato di immenso talento che ha saputo tracciare nei suoi film il disegno del tempo, il colore dei segni, la magia dei sogni.
EUR 12.26
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La vita viene prima. Il cinema di Francesco Bruni. Ediz. critica
Dopo i successi dei suoi film "Scialla!", "Tutto quello che vuoi" e "Cosa sarà", quello di Francesco Bruni sta diventando un nome ormai familiare al grande pubblico. Ma Bruni è uno dei protagonisti del panorama italiano da molto più tempo di quanto molti pensino e la sua penna ha firmato alcuni dei momenti fondamentali del nostro cinema e della nostra televisione negli ultimi vent'anni. Non solo autore di tutti i film di Paolo Virzì fino al 2014, Bruni è infatti anche lo sceneggiatore di punta di tutta la serie del "Commissario Montalbano", che certo non ha bisogno di presentazioni. Sceneggiatore quindi e ora anche regista, porta con sé un'idea di cinema tutta italiana, appresa durante il discepolato presso i maestri della nostra commedia, da cui ha imparato un amore per la sala quanto mai necessario. "La vita viene prima" ripercorre la filmografia di un autore che non ha certo finito di raccontare attraverso il cinema la provincia, la grande città, la famiglia, la scuola, la giovinezza e la vecchiaia, finanche la malattia, con uno sguardo di implacabile compassione verso la fragilità.
EUR 11.18
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Stare a livello delle cose. Il cinema del reale italiano tra contemporaneità e tradizione
Quali tendenze hanno caratterizzato il cinema italiano degli ultimi venti anni? Quali poetiche sono emerse? A dispetto di ogni discorso sulla sua "crisi", ciò che il nostro cinema ha oggi di più vitale e autenticamente "contemporaneo" è venuto da film variamente legati a forme documentarie. Un cinema che - si potrebbe dire con Pasolini - riscopre la propria capacità di "stare a livello delle cose", insieme a un alto livello di elaborazione formale. Stare a livello delle cose. Il cinema del reale italiano tra contemporaneità e tradizione propone un'interpretazione del cinema del reale italiano basata su un corpo a corpo critico con singoli film (di Michelangelo Frammartino, Gianfranco Rosi, Pietro Marcello, Massimo D'Anolfi e Martina Parenti, Costanza Quatriglio, tra gli altri), evidenziandone forza e originalità nel ripensare i rapporti tra immagine-verità-realtà, facendo emergere le specificità di percorsi autoriali e affinità di approcci. Con un ampio spettro di riferimenti teorici, l'indagine mette a fuoco un cinema che, se dialoga con altre tendenze "forti" nella storia della settima arte in Italia (i "realismi"), nella stessa misura è fortemente addentro al presente. È cioè capace di sentirne temi e problemi, partecipando di una rinnovata "domanda di reale" centrale in letteratura, teatro, arte contemporanea, e più in generale in altri discorsi sociali e culturali. Un cinema, quindi, che rivela, ancora, come sperimentazioni formali e discorsi realisti non siano incompossibili, e che, nella forma documentaria, scopre la forma più contemporanea dell'immagine.
EUR 14.16