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De Chirico e la Metafisica. Ediz. a colori
Il catalogo della mostra di Palazzo Blu a Pisa ripercorre tutte le tappe della prestigiosa carriera dell'artista e, pur dedicando un posto d'onore ai temi ed alle icone metafisiche (dalle Piazze d'Italia ai Manichini) non tralascia gli esordi böckliniani, né le stagioni romantiche e barocche né infine le riprese neometafisiche: proponendo un susseguirsi di capolavori che oggi è finalmente possibile ammirare per quel che sono, fuori dalle polemiche che per un lungo periodo hanno intorbidato le acque della ricezione complessiva della sua opera. Ripercorrendo il ciclico riaffiorare di temi e soggetti cari all'artista, da quello maggiore degli autoritratti alle nature morte, dai Bagni misteriosi, ai Mobili nella valle, la mostra intende dimostrare come, anche con la sottovaluta ricerca artistica successiva agli Venti, l'arte di Giorgio de Chirico assuma una sua ragion d'essere ed un rapporto di maggiore continuità rispetto agli esordi. Mantenendosi il più vicino possibile al suo indiscusso ideatore, la mostra si propone di testimoniare con l'ausilio di alcune importanti opere di Carrà, Savinio e de Pisis l'originalità della ricerca del gruppo di artisti che storicamente hanno dato vita alla cosiddetta arte metafisica e, in una prospettiva più allargata, di indagare l'effetto che l'elaborazione di questa poetica ha prodotto per periodi più e meno brevi sulla ricerca di maestri quali Morandi, Martini, Sironi, Casorati, Capogrossi.
EUR 33.25
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Giovanni Gastel. The people I like. The book. Ediz. illustrata
Da Barack Obama a Marco Pannella, da Germano Celant a Ettore Sottsass, da Bebe Vio a Luciana Littizzetto, da Monica Bellucci a Miriam Leone, da Vasco Rossi a Tiziano Ferro e molti altri. Al MAXXI, in prima assoluta, oltre 200 "ritratti dell'anima" del maestro fotografo alle persone che più lo hanno colpito. Una mostra "inedita e, per la prima volta, esclusivamente di ritratti. Ritratti che all'inizio della sua carriera Giovanni non amava particolarmente. In questi ultimi anni, invece, sono diventati una parte importante del suo orizzonte fotografico" come spiega il curatore Umberto Frigerio nel volume. Modelle, attrici, artisti, operatori del settore, vip, cantanti, musicisti, politici, giornalisti, designer, cuochi fanno parte del caleidoscopio di fotografie esposte senza un ordine preciso, o un'appartenenza ad un determinato settore o categoria. Come lo stesso Gastel afferma: «The people I like racconta il mio mondo, le persone che mi hanno trasmesso qualcosa, insegnato, toccato l'anima».
EUR 42.75
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La forma del tempo. Ediz. illustrata
Il catalogo della mostra realizzata al Museo Poldi Pezzoli di Milano è il risultato di un prestigioso progetto di ricerca incentrato sul rapporto dell'Uomo col Tempo nella filosofia, nella scienza e nell'arte, dall'antichità alle soglie dell'età moderna mettendo in relazione l'iconografia del tempo con l'avanzamento tecnologico nella sua misurazione. Attraverso un percorso cronologico, dall'orologio solare a quello meccanico, dall'iconografia antica a quella rinascimentale, sono rappresentati preziosi orologi notturni italiani del Seicento in maggior parte provenienti da collezioni private, due orologi notturni del Museo Poldi Pezzoli, uno di Giovan Pietro Callin e l'altro di Wendelinus Hessler, l'originale contributo che l'Italia ha dato all'orologeria. Il volume intende dimostrare che se l'iconografia del Tempo nell'Umanesimo e nel Rinascimento si sviluppa a partire dalla filosofia e dalla letteratura, l'eccezionale fiorire di nuove iconografie che sbocciano nell'epoca Barocca è anche legata alla diffusione degli orologi come oggetti privati e come novità tecnologica che trasformò radicalmente la vita e le abitudini umane.
EUR 28.50
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Gestozero istantanee 2020
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Renzo Ferrari. Corona diary opere 2020
Sono ancora impresse nelle menti di tutti i primi annunci di pandemia provenienti dalla Cina che ci hanno raggiunti nei mesi di febbraio e marzo. Dando seguito a queste prime avvisaglie che molto velocemente si sono poi moltiplicate alle nostre latitudini, il pittore Renzo Ferrari ha realizzato una sequenza di opere quale diario quotidiano, condivise poi attraverso l'unico mezzo di comunicazione che ci era concesso, quello dei social media. Scegliendo tra le opere di un certo periodo limitatamente a marzo eaprile, il pittore Renzo Ferrari giunge poi alla produzione di un filmato, presentato a Poestate 2020 nell'edizione on-line e postato su Youtube. Questa esposizione è dunque dedicata ad una sequenza-diario di lavori eseguiti nel periodo di forzata reclusione conseguente al diffondersi della pandemia quale fenomeno globale. Molto e con forte empatia ha suggerito al pittore Renzo Ferrari la condizione coatta volontaria della poetessa americana di due secoli fa, Emily Dickinson, capace con linguaggio attualissimo di una catarsi poetica. Ciò ha favorito lo stimolo dell'immaginario individuale e collettivo del passato, attraverso iconografie della storia dell'arte tematizzati dal pittore, quali: plaga doctores, sabbat goyeschi, cavalieri della morte dell'affresco di Palermo e il racconto della febbre spagnola del secolo scorso raccontata dai nonni e impressa nella sua memoria d'arte per la morte del pittore Austriaco Egon Schiele. Queste "narrazioni" hanno scartato le evidenze fotografiche soprattutto sanitarie di quanto giornali e TV diffondevano circa il Coronavirus e attraverso delle "metafore figurali" portano testimonianza di una memoria ancestrale a confronto con il terribile tempo presente, da sempre polarità imprescindibili del linguaggio in pittura di Renzo Ferrari. La pittura veicola soprattutto attraverso il colore una sorta di "distanza catartica" dalla drammaticità degli eventi. La mostra esposta alla Galleria La Colomba offre una scelta, documentata anche dal catalogo edito da...
Razionalismo emozionale per l'identità democratica nazionale 1945-1966. Eretici italiani dell'architettura razionalista
La guerra e la caduta del regime fascista sono una falsa cesura nei processi creativi dell'architettura italiana. Certo, gli avvenimenti furono tali da produrre una faglia negli orientamenti che si erano delineati a partire dalla seconda metà degli anni venti per poi affermarsi nel corso degli anni trenta e imporre come peculiare, nel panorama internazionale, il razionalismo italiano. Sin dagli anni quaranta le varie posizioni culturali assunte dai protagonisti e le loro stesse opere stanno a dimostrare il tentativo di ricondurre le particolari condizioni economiche e politiche del dopoguerra nel quadro dello sviluppo teorico e figurativo che precedeva la caduta del fascismo, e profittare di quelle condizioni per spogliare l'architettura dalle contraddizioni in cui era stata costretta durante il regime dovendo obbedire, o comunque reagire, alle strategie politiche imposte dai gerarchi, dal duce e dal potere esercitato dai vari accademici.
EUR 26.60
Razionalismi esaltati nostalgici radicali 1967-1973. Eretici italiani dell'architettura razionalista
Le varie contaminazioni dell'ossatura sperimentate negli anni dopo la fine del conflitto bellico non fugano il dubbio che l'architettura italiana abbia intrapreso una generosa discesa nei territori della cultura tecnica e figurativa locale, artigiana e popolare, al fine di espiare la collisione prodottasi tra il razionalismo e il fascismo. Dopo che il razionalismo "retorico" ha subito il processo di redenzione all'insegna di un realismo costruttivo e locale, all'inizio degli anni sessanta si assiste all'inattesa rinascita di alcune sue forme originarie che tutti ritenevano scomparse e relegate nelle pagine dei libri di storia di Zevi e Benevolo. Il riapparire di quelle forme attraversa la fase del giudizio critico di coloro che si erano allontanati da quelle origini perché compromesse con il regime. In certi casi il giudizio arriva ad attribuire un carattere fascista alla nuova razionalità, non cogliendo il moto ideale che sospinge gli autori di quella sorprendente mossa del cavallo da cui prende il via l'ultima fase novecentesca delle vicende del razionalismo italiano, quella del "razionalismo esaltato". Soltanto un'assunzione critica del razionalismo, meditata in termini storici, critici e poetici, consente a Giorgio Grassi e Aldo Rossi di procedere oltre i vari realismi costruttivi e di inoltrarsi in quell'ultima fase.
EUR 13.30
China goes urban. La nuova epoca della città-The city to come. Ediz. illustrata
"China Goes Urban" utilizza materiali diversi - foto, video, installazioni, disegni, modelli, mappe e infografiche - per accompagnare il visitatore alla scoperta della Cina urbana. Nel 1978, il 18% della popolazione cinese abitava nelle aree urbane. Da allora, gli abitanti delle città sono aumentati al ritmo di circa l'1% all'anno e sono attualmente il 60% del totale della popolazione. Nuove infrastrutture e nuovi insediamenti hanno progressivamente cambiato il paesaggio cinese, trasformando i diritti di proprietà, travolgendo i confini amministrativi, "mangiando" gli spazi rurali e i villaggi. Capire il veloce e dirompente processo di urbanizzazione cinese non è semplice. Le categorie e i modelli che abbiamo a disposizione non servono. Ridurlo all'esagerazione e al difetto porta a nascondere un cambiamento epocale, reso ancora più acuto da questi tempi incerti, segnati dalla pandemia, che ridefinisce ruoli e relazioni non solo dal punto di vista geoeconomico e geopolitico, ma anche dal punto di vista culturale, dell'immaginazione e delle possibilità. "China Goes Urban" propone di cambiare punto di vista, di guardare alla realtà più che inserirla in categorie e modelli prestabiliti. È un invito a ritornare a esplorare il mondo, un viaggio nella città e nell'architettura del presente e del futuro e intorno al concetto di città. La mostra si snoda lungo due percorsi logici. Il primo inizia in uno dei luoghi più tipici delle nuove urbanizzazioni cinesi, una exhibition hall, e arriva all'urbanizzazione globale. Il secondo parte da immagini che mostrano spazi vuoti, lontani e atoni e arriva alle persone riprese nelle loro attività quotidiane e in ritratti "situati" dentro i nuovi insediamenti.
EUR 38.00
Paladino a Piacenza. Ediz. illustrata
L'installazione dell'artista Mimmo Paladino, con la curatela di Flavio Arensi e Eugenio Gazzola, trova spazio nel cuore di Piacenza, in quella piazza dei Cavalli che è luogo simbolo della città, in un confronto diretto con le statue equestri di Alessandro e Ranuccio Farnese realizzate dal maestro Francesco Mochi nei primi decenni del XVII secolo. La piazza dei Cavalli è caratterizzata da una stratificazione di epoche e di stili artistico-architettonici e proprio qui, tra i due gruppi scultorei mochiani, si concentra l'intervento che Mimmo Paladino ha pensato per la città. Un'opera densa di simboli, "un'apparizione fugace che non cerca il dialogo con il passato o con altri autori ma che assembla gli ingredienti per realizzare un'architettura, ossia l'arte di formare spazi fruibili ai fini dei bisogni umani". Disposti su una base quadrata di 12 metri per lato, con un'altezza di 170 centimetri, diciotto parziali cavalli si stagliano dal disegno geometrico, che non è solamente un basamento, ma struttura linguistica portante da leggere insieme a tutti gli altri elementi. Nel catalogo che accompagna e descrive l'installazione di Mimmo Paladino, sono presenti i seguenti saggi: Classico e contemporaneo di Massimo Toscani; Piacenza "crocevia di culture" di Patrizia Barbieri; Apparizioni di Flavio Arensi; La mossa del cavallo. Monumento equestre e microcosmo urbano di Marcello Spigaroli; La lunga marcia di Piacenza verso l'arte del nostro tempo di Eugenio Gazzola e Giorgio Milani; Un profilo biografico di Mimmo Paladino di Eugenio Gazzola. Completano la pubblicazione le sezioni fotografiche: Paladino a Piacenza, Allestimento Piazza Cavalli, Recupero restauro. Le fotografie pubblicate nel catalogo sono opera di Lorenzo Palmieri.
EUR 28.50
Luca Stoppini. Perché era lui perché ero io. Metamorfosi della città nello spazio del teatro A/R. Ediz. illustrata
Stoppini dà 'corpo' al "lato oscuro dell'immagine" contrapponendo l'aberrazione barocca al bello ideale neoclassico, il manierismo al rinascimento. Luca Stoppini è un artista dato in prestito alla fotografia, che gli ha dato modo di esprimere il suo talento sia come art-director di riviste di moda che come curatore e designer di allestimenti di mostre e sfilate o regista di video e cortometraggi. Il mondo della moda è il suo universo, ma l'arte è il suo ossigeno. La messa in pagine di immagini fotografiche come architettura e drammaturgia, cioè come lavoro sullo spazio e il tempo, è, infine, la sua ossessione quotidiana che poi si riproduce in ogni altra operazione che lo vede spesse volte impegnato tra Milano e New York. Come artista visuale ha lavorato sulla riproduzione in senso anamorfico della realtà, distorcendo i corpi e i volti fino a creare forme irriconoscibili, di una bellezza perturbante, icone di una realtà liquida e aliena. Una distorsione che forse nasce da un rapporto sentimentale con il tempo e le forme nello spazio quotidiano, una relazione estrema e per questo dolorosa al suo fondo. Come ha scritto Ivo Bonaccorsi in un catalogo del 2005, Stoppini dava 'corpo' al "lato oscuro dell'immagine" contrapponendo l'aberrazione barocca al bello ideale neoclassico, il manierismo al rinascimento. Un lato oscuro dell'estetica, la parte irriconoscibile, aliena dell'estetica glamour, che solo all'arte è concesso adottare e scovare nella vita notturna o delirante del linguaggio. (Sergio Risaliti)
EUR 19.00
Pietrantoni. Corpo e mondo. Ediz. italiana e inglese
Il disegno è il contrappunto delle varie pratiche artistiche e progettuali di Marcello Pietrantoni. In oltre mezzo secolo, egli ha trasformato un album dai fogli bianchi, un album (da albus, bianco in latino), in un diario incessante, talvolta svelato, in altri tempi tenuto più a lato rispetto alle altre sue opere del periodo. Contrappunto fondante nel dare senso, metaforicamente, alle linee melodiche delle sue multiformi espressioni simboliche e creative.
EUR 71.25
Lamborghini with Italy, for Italy. 21 sguardi per una nuova guida. Ediz. illustrata
"With ltaly, for ltaly" non è solo un volume fotografico, ma un'iniziativa di grande rilievo culturale e sociale, con cui Lamborghini, tra i brand italiani più prestigiosi al mondo, decide di andare oltre le logiche tradizionali per assumere un ruolo sociale e contribuire attivamente a valorizzare il suo Paese in un periodo di sfide globali. Sono stati chiamati a collaborare a questo progetto venti talenti italiani della fotografia contemporanea, molti affermati, ma anche alcuni emergenti, capaci ciascuno di interpretare una delle venti regioni insieme a venti Lamborghini del passato e del presente secondo il proprio stile autorale. A questi artisti si è unita la grande fotografa Letizia Battaglia, a cui è stata affidata una speciale interpretazione della sua amata Palermo. Ne è scaturito un viaggio concepito come atto di amore di un'Azienda verso il proprio Paese, tradotto in un affresco di 21 visioni capaci di esaltare un patrimonio identitario unico, impregnato di arte, storia, bellezze naturali e architettoniche, ma non solo. Un volume che affida alla cultura e all'arte della fotografia il loro valore più alto e profondo, quello di trasformazione della società, attraverso la rottura dei linguaggi espressivi precedenti e la capacità di immaginare e ispirare il futuro. I fotografi coinvolti nel progetto: Letizia Battaglia (Palermo), Stefano Guindani (Sicilia), Davide De Martis (Sardegna), Guido Taroni (Calabria), Gabriele Micalizzi (Puglia), Camilla Ferrari (Basilicata), Marco Casino (Campania), Roselena Ramistella (Molise), Valentina Sommariva (Abruzzo), Anna di Prospero (Lazio), Wolfango Spaccarelli (Marche), Alessandro Cinque (Umbria), Gabriele Galimberti (Toscana), Piero Gemelli (Emilia Romagna), Marco Valmarana (Veneto), Mattia Balsamini (Friuli Venezia Giulia), Simone Bramante (Trentino Alto Adige), Vincenzo Grillo (Lombardia), Chiara Mirelli (Piemonte), Alberto Selvestrel (Liguria), Fulvio Bugani (Valle d'Aosta).
EUR 57.00
Daniele Sigalot. A portrait of everyone, everywhere. Ediz. italiana e inglese
Sergio Dangelo. Ancora e sempre
Il quinto volume della collana "Visti da vicino", curata dalla direzione della Casa Museo Boschi Di Stefano, che ha come fine di far conoscere i tesori nascosti che la collezione conserva, presenta uno degli autori più rappresentativi delle vicende dell'arte italiana e internazionale del secondo dopoguerra: Sergio Dangelo. Artista eclettico, che fin da giovane si accosta al surrealismo, protagonista dei gruppi di ricerca vicini all'informale europeo degli anni cinquanta, Dangelo è raccontato in una mostra che ha raccolto circa quaranta delle oltre settanta sue opere, eseguite fra i primi anni cinquanta e la fine dei sessanta, presenti nella raccolta Boschi Dì Stefano, tutte schedate in una pubblicazione che costituisce un altro tassello di rilievo nella costruzione del catalogo complessivo della collezione. L'esposizione "Sergio Dangelo. Ancora e sempre" mostra i diversi volti di un artista che ha saputo agire sul piano dell'invenzione, del gesto, del racconto, con una inesauribile vena creativa.
EUR 18.05
Migrazione nello sconosciuto. Scritti di Giancarlo Sangregorio
«La scelta di pubblicare un nucleo di poesie e prose poetiche dello scultore Giancarlo Sangregorio è stata a lungo meditata e solo di recente ha preso una forma più definita, che ha portato la Fondazione Sangregorio a realizzare questo progetto. Si tratta di pochi scritti dotati di una loro specifica autonomia eppure di inevitabile accesso alla comprensione delle opere. Emerge una visione artistica precisa, un "diario d'arte", come lo ha ben definito il curatore Davide Brullo. Un complesso di annotazioni spesso inattese, istantanee rivelazioni e riflessioni anche ad anni di distanza, improvvise accensioni il più delle volte annotate su cartoncini di scarto. Sui fogli occasionali dove Sangregorio, che non scrive mai con intenti pubblici, sembra agire intagliando e scavando per estrarre l'oggetto o l'immagine dalla pietra, da scultore appunto, che in qualche modo racconta la materia con la potenza e l'umiltà di chi è sempre rimasto vicino allo "spirito della cava"...» (Dall'Introduzione di Francesca Marcellini)
EUR 17.10
Mantova. Splendore dei Gonzaga
Dal 1328 al 1707 la città di Mantova fu governata dalla famiglia dei Gonzaga. E, con i suoi quasi quattro secoli di storia, il casato gonzaghesco si configura come la più longeva signoria nel panorama storico italiano. Nel lungo corso della loro avventura dinastica, i Gonzaga disseminarono il territorio sottoposto al loro dominio di castelli, ville e palazzi. Ed è soprattutto grazie ai Gonzaga che la stessa città di Mantova divenne una delle capitali del Rinascimento italiano, assumendo l'aspetto che ancora oggi la contraddistingue. Nel corso dei secoli la corte dei Gonzaga richiamò a Mantova figure chiave dell'arte e della cultura del tempo. Qui Vittorino da Feltre fondò la sua celebre scuola, la Ca' Zoiosa. Qui lavorarono ai progetti di importanti edifici Leon Battista Alberti e Giulio Romano. Qui impugnarono il pennello pittori del calibro di Pisanello, Andrea Mantegna, Correggio e Rubens. Qui andò in scena per la prima volta la più antica opera lirica che si conservi, La Fabula de Orpbeo di Claudio Monteverdi. E oltre a richiamare a sé grandi pittori e architetti, investiti del ruolo di artisti di corte, attraverso l'esercizio del collezionismo i signori di Mantova raccolsero nei loro palazzi un'enorme quantità di capolavori, comprendenti opere di Michelangelo, Raffaello, Leonardo da Vinci, Tiziano, Caravaggio, Lorenzo Lotto, Perugino, Guido Reni, Tintoretto, Veronese e molti altri. Insieme a questi capolavori, una gran quantità di antichità greco-romane trovò dimora negli interni delle corti gonzaghesche, dando ulteriore lustro al casato. Per quanto la maggior parte di questi tesori non si trovi più in città (i Gonzaga in bancarotta furono costretti a vendere quasi l'intera collezione al re d'Inghilterra nel 1627), a Mantova è ancora possibile ammirare il riverbero degli splendori della loro corte. Fra i principali lasciti gonzagheschi figurano infatti il Palazzo Ducale,...
I Giganti-The Giants Palazzo Te. Ediz. illustrata
L'ambiente più singolare e suggestivo di Palazzo Te è sicuramente la camera dei Giganti, con i suoi dieci metri di altezza e quasi dieci di larghezza, spigoli smussati e affreschi che ricoprono tutte le superfici murarie sino al pavimento. La camera è un topos nella letteratura artistica e nella letteratura di viaggio ed è ritenuta l'esperimento pittorico più ardito della storia dell'arte moderna. L'invenzione e la decorazione della camera dei Giganti sono sicuramente l'apice dell'impegno profuso da Giulio Pippi de' Iannuzzi - detto Giulio Romano, allievo prediletto di Raffaello - e dalla sua équipe nella realizzazione di Palazzo Te. Gli affreschi narrano la storia della caduta dei giganti, desunta dalle Metamorfosi di Ovidio. Il mito descrive l'assalto tentato dai violenti abitatori della terra alla sede degli dei. Per raggiungere l'altezza del monte Olimpo, i giganti sovrappongono le montagne di Pelio e Ossa con l'intenzione di scalarlo. Il grandioso affresco della volta ritrae il momento successivo, in cui Giove lascia il suo trono e si unisce agli dei sconvolti che gli fanno da corona. L'impresa non va a buon fine: scagliando le sue folgori, Giove fa crollare la torre di massi che, rovinando, trascina con sé i ribelli seppellendoli sotto enormi macigni.
EUR 9.50
Gianni Dova. La prima stagione. Ediz. illustrata
opere di Gianni Dova (1925-1991) conservate nella raccolta Boschi Di Stefano sono concreta testimonianza di quale profondo rapporto abbia legato, sin dagli anni quaranta del Novecento, la coppia di intelligenti collezionisti e il giovane ma già promettente pittore, romano di nascita e milanese di formazione. Sin dal 1945 infatti, per una decina di anni l'ingegner Boschi e la moglie Marieda Di Stefano hanno sistematicamente acquistato opere dell'artista, raccogliendo un importante nucleo di lavori intorno ai quali è costruita questa mostra, che restituisce i caratteri della prima stagione di Dova, dagli anni della formazione, compiutasi tra il modello picassiano e l'ispirazione concretista, sino al momento della conquista di un linguaggio personale, in cui l'immagine si forma liberamente dal tessuto pittorico, lasciando emergere quelle suggestioni di marca surreale che animeranno i suoi modi maturi.
EUR 18.05
Donne di Casa Boschi. Letture semiotiche
Gli esercizi di lettura proposti da Ugo Volli inquesto volume arricchiscono di un altro capitolo il progetto "Visti da vicino", la collana dedicata allo studio di alcune opere della collezione di Casa Museo Boschi di Stefano. Una selezione di ritratti a soggetto femminile di significativi artisti (Alberto Savinio, Mario Sironi, Massimo Campigli, Piero Marussig), realizzati nella prima metà nel Novecento, è sottoposta al lavoro di analisi di carattere semiologico in una proposta di lettura assolutamente inedita. Come tutti gli oggetti fisici o sociali anche le opere d'arte possono essere studiate da diversi punti di vista e a diverse scale. I risultati delle ricerche che si fanno su di esse dipendono dalle domande poste e dai metodi impiegati. Per quanto riguarda l'arte, oltre alla sua storia autonoma, che ne chiarisce (in modi molto diversi secondo le epoche e gli autori) le dinamiche interne, è facile elencare altre discipline che ne chiariscono aspetti diversi, dalla sua "storia sociale", alla psicologia, dall'economia e dalla sociologia dell'arte all'iconologia, dalla storia delle tecniche all'antropologia. Il punto di vista e la metodologia che si applica in questo libro è dunque quello della semiotica, che non nega affatto gli altri approcci, ma vi aggiunge le sue domande specifiche. La questione principale che si pone la semiotica parte dal fatto che le opere d'arte ci appaiono sensate, anzi particolarmente ricche di senso; esse sono inoltre caratterizzate dalla loro forma espressiva. La domanda semiotica chiede dunque come la forma espressiva di ogni singola opera determini il suo senso.
EUR 18.05
La collezione Rosella e Carlo Nesi. Un amore infinito. Ediz. italiana e inglese
Ciò che ha portato Rosella e Carlo Nesi a dedicare la loro vita a ricercare e a collezionare opere d'arte moderna e contemporanea scaturisce da un trasporto emotivo capace di superare ogni barriera. Un sentimento che li ha accomunati e che ha fatto di loro due complici che condividono lo stesso obiettivo e lo stesso trasporto. Quando si chiede loro cosa li abbia spinti a intraprendere questa strada, Rosella e Carlo usano termini come "passione", "amore" e "desiderio", che sono gli stessi che si impiegano in un codice amoroso. Questo volume si presenta come uno strumento di ricerca che, oltre a fornire una testimonianza dell'operato dei Nesi e a dare un senso compiuto alla loro collezione, permette al lettore di allargare la prospettiva fino a comprendere la scena storica e culturale in cui ha preso vita e forma la loro raccolta d'arte. Da un progetto di Germano Celant.
EUR 71.25