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Il Neoplasticismo
«Nel novembre del 1925, dopo molti rinvii, esce per la collana dei quaderni del Bauhaus il numero dedicato agli scritti teorici e programmatici di Piet Mondrian (1872-1944). Un testo fondamentale per comprendere il maturare della posizione «neoplastica» e per la scoperta di una "via astratta" nella pittura del primo Novecento. Mondrian dava molta importanza agli scritti qui raccolti. Vi scorgeva il lento e progressivo articolarsi di un realismo più profondo rispetto a quello, meraviglioso e incantato, degli anni giovanili. In un certo senso, attraverso di essi, la svolta verso l'astrazione e una nuova modalità figurativa si poneva come necessaria agli occhi di Mondrian, non per fuggire in una dimensione altra rispetto alla realtà, ma per arrivare all'essenza stessa del reale, a ciò che permane oltre il cangiare delle figure. Per l'appunto, una nuova plastica della realtà. La pubblicazione di questi scritti è un'occasione importante per attingere al testo originale così come Mondrian l'aveva concepito. Una chiave di lettura fondamentale per comprendere una delle opere più presenti e fraintese della cultura visiva contemporanea.» (Federico Ferrari)
EUR 18.05
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Realismo magico e altri scritti sull'arte
«Massimo Bontempelli (Como 1878-Roma 1960) è stato il maggior non-critico d'arte italiano del Novecento. Infatti, pur tenendosi accuratamente lontano dai Critici Autentici, come lui stesso li chiamava ironicamente, anzi rivendicando una "appassionata incompetenza" nelle cose d'arte, ha definito, attraverso la teoria del realismo magico messa a punto alla metà degli anni venti, una poetica che rispecchia gran parte, e potremmo dire la miglior parte, della pittura e della scultura del suo tempo. Tante visioni smaltate, in cui tutto è così evidente da risultare inspiegabile; tante composizioni in cui non c'è nulla da capire e dove per questo non si capisce l'essenziale; tante immagini indimenticabili, insomma, dell'arte italiana fra le due guerre trovano un titolo, una definizione, un'interpretazione insuperata nel credo di Bontempelli: un "realismo preciso, avvolto in una atmosfera di stupore lucido". "Realismo magico e altri scritti sull'arte" raccoglie organicamente, per la prima volta, i suoi interventi, riunendo i testi più significativi sul realismo magico (usciti nel 1938 col titolo di "L'avventura novecentista") e su protagonisti dell'arte moderna come De Chirico, Carrà, Severini, Sironi, Morandi, De Pisis, Cagli, Arturo Martini e altri (apparsi nel 1950 in "Appassionata incompetenza. Note su cose d'arte"). Comun denominatore della poetica di Bontempelli è la volontà di evocare il mito e il mistero indagando la realtà, non eludendola. Perché la realtà ha già in sé l'oltre e l'altrove.» (Elena Pontiggia)
EUR 19.00
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Parmigianino, «peritissimo alchimista»
"E avesse voluto Dio che il Parmigianino avesse seguitato gli studi della pittura, e non fusse andato dietro ai ghiribizzi di congelare mercurio per farsi più ricco di quello che l'aveva dotato la natura e il cielo!... finalmente, avendo pur sempre l'animo a quella sua alchimia, come gli altri che le impazzano dietro una volta, ed essendo di delicato e gentile, fatto con la barba e chiome lunghe e malconce, quasi un uomo salvatico ed un altro da quello che era stato, fu assalito, essendo mal condotto e fatto malinconico e strano, da una febre grave e da un flusso crudele, che lo fecero in pochi giorni passare a miglior vita". (Giorgio Vasari)
EUR 12.35
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Scritti e conversazioni
«Come realizzare l'arte? Dalle masse, dal movimento, dagli spazi ricavati da quel che ci circonda, dall'universo. Da masse differenti, slanciate, gravi, intermedie, ottenute da variazioni di dimensione o di colore. Dalle direzioni - ovvero dai vettori che rappresentano il movimento, la rapidità, l'accelerazione, l'energia e così via - che generano angoli significativi e orientamenti, definendo assieme una o più risultanti. Dagli spazi e dai volumi, suggeriti da un'opposizione appena accennata alla loro massa se non trafitti dai vettori, attraversati in un impeto. Nessuno di questi elementi è determinato. Ognuno può muoversi, agitarsi, oscillare, avanzare e indietreggiare in un rapporto mutevole con ciascuno degli altri elementi di questo universo».
EUR 13.30
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Vite di Caravaggio. Testimonianze e documenti
Lombardo per i lombardi, romano per i romani e napoletano per i napoletani (ma anche siciliano e maltese), Caravaggio appassiona e divide ormai da più di quattrocento anni. Come è noto, il mito è relativamente recente: l'universale e indiscriminata ammirazione è stata preceduta da secoli di distinguo, di sopraccigli alzati, di pareri ben poco favorevoli, che si sono anche rispecchiati nella solo parziale fortuna di Caravaggio nella formazione dei grandi musei ottocenteschi. Constatata l'estrema scarsità di «parole» uscite direttamente dalla penna o dalla bocca di Michelangelo Merisi, fosse anche solo una firma in calce a un contratto, da un secolo è in corso la paziente immersione di specialisti e appassionati negli archivi civili, giudiziari, ecclesiastici, notarili e bancari di diverse città. Oltre naturalmente allo spoglio degli inventari delle collezioni antiche. Questo piccolo volume desidera mettere a disposizione in modo essenziale le fonti principali, cominciando dalle scarne ma importanti frasi pronunciate da Caravaggio durante un interrogatorio giudiziario, di gran lunga la più corposa testimonianza diretta che sia giunta fino a noi, per proseguire con i più importanti testi a stampa di vari scrittori d'arte del Seicento: van Mander, Giustiniani, Mancini, Baglione, Sandrart, Bellori. Sono sempre e comunque questi i testi di partenza per ogni ricognizione sull'opera di Caravaggio; spesso tuttavia vengono citati in forma frammentaria, collegando qualche frase di volta in volta a un dipinto o a un episodio biografico. (Stefano Zuffi)
EUR 12.35
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Vincent Van Gogh
"Una storia nota quella di Vincent, forse la più famosa vita d'artista di tutti i tempi, apparentemente raccontata qui nella sua versione più lineare e semplice, complicata invece perché piena di riflessi. (...) La biografia di Vincent scritta da Johanna è una biografia della ricerca della serenità, una appassionante sequenza di momenti tranquilli e di crisi in qualche modo risolte, bellissima sequenza di momenti tranquilli e di crisi in qualche modo risolte, bellissima sequenza di delusioni d'amore, che Johanna racconta con comprensione e dolcezza." (dalla postfazione di Elio Grazioli)
EUR 13.30
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Quando anche le donne si misero a dipingere
«Non credo facile stabilire quando le donne si siano messe a dipingere: anche il caso, marginalissimo, di una monaca miniatrice è una pura ipotesi. Il Trecento fiorentino, se a qualcuno gli frullasse per il capo, la respingerebbe come suggestione diabolica. Magari carico di prole femminile, mai che un pittore pensasse a farsi macinare i colori da una figlioletta. Pensate: una Laudomia di Bicci, una Ginevra di Fredi? Vengono i brividi solo a pensarlo. E, per carità, nessun nome femminile fra i contemporanei di Pollaiolo, di Botticelli. L'avvento di Michelangelo cancellò del tutto la donna e altrettanto seguì coi suoi discepoli diretti o indiretti: basta pensare al Pontormo, al Rosso, caratteri lunatici, spauracchi delle pareti domestiche. [...] Fu sulla metà del secolo sedicesimo che qualche cosa cambiò: certi padri cominciarono a vezzeggiare le loro bambinette, che, furbette, non tardarono a profittarne».
EUR 12.35
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Tina Modotti fotografa
«Sempre, quando le parole "arte" e "artistico" vengono applicate al mio lavoro fotografico, io mi sento in disaccordo. Questo è dovuto sicuramente al cattivo uso e abuso che viene fatto di questi termini. Mi considero una fotografa, niente di più. Se le mie fotografie si differenziano da ciò che di solito si produce in questo campo, è precisamente perché io cerco di fare non arte, ma oneste fotografie, senza distorsioni o manipolazioni. La maggior parte dei fotografi va ancora alla ricerca dell'effetto "artistico", imitando altri mezzi di espressione grafica. Il risultato è un prodotto ibrido che non riesce a dare al lavoro la caratteristica più valida che dovrebbe avere: la qualità fotografica. La fotografia, proprio perché può essere prodotta solo nel presente e perché si basa su ciò che esiste oggettivamente davanti alla macchina fotografica, rappresenta il medium più soddisfacente per registrare con obiettività la vita in tutti i suoi aspetti ed è da questo che deriva il suo valore di documento. Se a ciò si aggiungono sensibilità e intelligenza e, soprattutto, un chiaro orientamento sul ruolo che dovrebbe avere nel campo dello sviluppo storico, credo che il risultato sia qualcosa che merita un posto nella produzione sociale, a cui tutti noi dovremmo contribuire». Con un omaggio di Edward Weston.
EUR 27.00
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Il mito di Parigi. Saggi e motivi francesi
«Parigi è matura per avvicinarsi al mito. Assorbe del mito i caratteri fondamentali: la natura collettiva, unitaria, misteriosa e irrazionale, il senso di fiduciosa continuità nel tempo. Lontana da ogni elaborazione artificiale di efficienza pubblica e di bellezza (come fu il mito di Pietroburgo), è un simbolo luminoso che affonda le proprie radici nel buio. Gerusalemme di un mondo laico, appare come un enorme organismo in movimento, bello perché è vivo, animato nel suo divenire da una vita sotterranea, piena d'ombre e profonda».
EUR 28.50
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Sulla poesia ingenua e sentimentale
"Nel saggio «Sulla poesia ingenua e sentimentale», pubblicato tra il 1795 e il 1796, Schiller completa quel suo percorso estetico che vede al centro, nella rilettura originale di alcuni temi kantiani, le questioni della poesia, della natura, del tragico, del sublime e della grazia. Questo scritto ha un profondo significato «simbolico» nel lavoro schilleriano: è infatti non solo l'ultimo dei saggi dedicati ai temi dell'arte e della poesia, ma segna anche quello che lui stesso chiama un «congedo dalla teoria». Proprio per tale motivo, è uno scritto che risulta essere in profonda sintonia con la sua produzione «estetica» precedente, di cui è quasi un organico «completamento». Ebbe infatti una grande risonanza e un immediato successo. Successo ovviamente favorito dallo «schema» generale dello scritto, che si innesta sia sulla già utilizzata capacità schilleriana di costruire il suo pensiero su fortunate «coppie» concettuali, sia sul richiamo a una polemica culturale precedente, la secentesca Querelle tra Antichi e Moderni che viene più o meno esplicitamente «riattivata». Infatti il termine «ingenuo» deriva dagli «effetti» di quella antica e fortunata polemica, dal momento che venne utilizzata dal suo fondatore Charles Perrault e più volte ripresa nel corso del Settecento, in particolare francese. Quando Schiller distingue tra poesia ingenua e poesia sentimentale non vuole limitarsi a operare un'interpretazione «storica» (da un lato i classici e dall'altro i moderni, cioè i romantici), bensì segnare la tipologia del rapporto di unità o scissione tra l'arte, l'uomo e la natura. Questo rapporto è «estetico», legato cioè alla relazione sensibile che il poeta ha con il nucleo veritativo e simbolico dell'opera nel suo rapporto con la natura." (Dallo scritto di Elio Franzini)
EUR 18.05
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Walter Gropius e la Bauhaus
«Walter Gropius è un uomo del primo dopoguerra. La sua opera di architetto, di teorico, di organizzatore e direttore di quell'ammirevole scuola d'arte che fu la Bauhaus è inseparabile dalla condizione storica della repubblica di Weimar e della fragile democrazia tedesca. La sua razionalità, la sua positività, il suo stesso ottimismo nel disegnare programmi di ricostruzione sociale brillano sullo sfondo buio della sconfitta tedesca e dell'angoscia del dopoguerra: la sua fede in un avvenire migliore del mondo nasconde uno scetticismo profondo, una lucida disperazione. Non era soltanto una difesa psicologica e morale: quel supremo prestigio della ragione era anche l'ultima eredità della grande cultura tedesca, l'unica forza di riscatto che la Germania potesse attingere dal proprio passato. L'opera di Gropius s'inquadra nella crisi dei grandi ideali, che caratterizza la cultura tedesca del XX secolo; nasce anch'essa dalla disgregazione dei grandi sistemi e dalla fiducia riposta in una critica costruttiva, capace di porre e risolvere i problemi immediati dell'esistenza. La razionalità che Gropius sviluppa nei processi formali dell'arte è affine alla dialettica della filosofia fenomenologica ed esistenziale (soprattutto di Husserl), cui è di fatto storicamente collegata: si tratta in sostanza di dedurre dalla pura struttura logica del pensiero delle determinazioni formali di validità immediata, indipendenti da ogni Weltanschauung. Nella sua opera il rigore logico acquista evidenza formale: diventa architettura, come condizione diretta dell'esistenza umana».
EUR 22.80
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Autoritratto. Accardi, Alviani, Castellani, Consagra, Fabro, Fontana, Kounellis, Nigro, Paolini, Pascali, Rotella, Scarpitta, Turcato, Twombly
«Questo libro è nato dalla raccolta e dal montaggio di discorsi fatti con alcuni artisti. Ma i discorsi non sono nati come materiale di un libro: essi rispondono meno al bisogno di capire che al bisogno di intrattenersi con qualcuno in modo largamente comunicativo e umanamente soddisfacente. L'opera d'arte è stata da me sentita, a un certo punto, come una possibilità d'incontro, come un invito a partecipare rivolto dagli artisti direttamente a ciascuno di noi. Mi è sembrato un gesto a cui non poter rispondere in modo professionale. In questi anni ho sentito crescere la mia perplessità sul ruolo critico, in cui avvertivo una codificazione di estraneità al fatto artistico insieme all'esercizio di un potere discriminante sugli artisti. Anche se non è automatico che la tecnica della registrazione, di per sé, basti a produrre una trasformazione nel critico, per cui molte interviste non sono altro che giudizi in forma di dialogo, mi pare che da questi discorsi venga fuori una constatazione: l'atto critico completo e verificabile è quello che fa parte della creazione artistica». Con uno scritto di Laura Iamurri.
EUR 27.55
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La mia vita
«Questa vita non è romanzata. I fatti e le cose narrati mi sono tutti realmente occorsi e nell'esposizione di essi ho osservato la più stretta verità. La storia di un uomo, come del resto ogni storia, deve attenersi a quello che è accaduto e come è accaduto, non essere adattata a considerazioni posteriori. I fatti formano pertanto solamente il canovaccio di un processo che ha tutte le varianti dello sviluppo morale e intellettuale del protagonista, sottoposto alla prova della vita. Vedere i motivi che hanno determinato gli atteggiamenti e le esperienze è stato quindi il mio compito. La più assoluta sincerità nella narrazione non basta tuttavia a spiegare il legame dei fatti stabilitosi in base ad elementi psicologici e spirituali talvolta imponderabili. Per questo la vita di un uomo, anche la più povera di avvenimenti esteriori, può, scrutata nelle sue essenze, apparire fin troppo appassionata. Detto ciò si rende ovvio affermare che io ho cercato di scoprire dietro ai fatti della mia esistenza gli impulsi nascosti, di esprimere e di interpretare, cioè, anche i tratti avvolti in un intreccio di particolari diversi e opposti, di chiarire le ragioni delle trasformazioni avvenute per necessità di sviluppo intellettuale e morale, senza per altro deformarle stringendole in una generica giustificazione preconcetta. Che poi io abbia partecipato a movimenti artistici e di idee di vario genere mi autorizza a ritenere di aver compreso non solo la psicologia dei protagonisti individuali, ma anche l'intimo legame con l'atmosfera del tempo in cui quei movimenti si produssero».
EUR 25.65
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Le carceri
"Piranesi fu uno dei pochi geni tragici d'Italia, avendo a soli compagni Dante e Michelangelo. E ciascuno di questi geni era tragico, perché con lui si chiudeva un'epoca, un ciclo. Con Dante il Medioevo e secoli di violenza, di amor cortese e di visioni mistiche erano giudicati e riassunti in una costruzione apocalittica. Con Michelangelo il Rinascimento, e un mondo di esaltati titani vacillava sull'orlo della stanchezza, e la voluttà di Leda si mutava nel languore tenebroso della Notte. Ma con Piranesi tutto quello che l'Italia aveva avuto di civiltà, di sublimità di moli magnifiche, di gloria d'imperatori e di pontefici, di apparati festivi di gaie scenografie, di pompe funebri di solenni esequie, trovava il suo monumentale epitaffio." (Dall'introduzione di Mario Praz). Con uno scritto di Henri Focillon.
EUR 19.00
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Officina ferrarese. Seguita dagli «Ampliamenti» e dai «Nuovi ampliamenti»
«A determinare il fascino dell'"Officina ferrarese" è il senso, da cogliere tra le righe, di drammatico sbigottimento per un patrimonio artistico straordinario che la fine del ducato estense (1598) aveva portato irrimediabilmente a distruggere o a disperdere e di cui la mostra della "Pittura ferrarese del Rinascimento" - allestita nel 1933-1934 nelle sale del palazzo dei Diamanti a Ferrara - non aveva potuto fornire che un pallido riflesso. Oserei dire che questo aspetto si coglie anche laddove la scrittura acquista un tono volutamente ridondante e visionario. Certo, per il frequente ricorso a metafore di tipo minerale - a proposito di Tura: "una natura stalagmitica; un'umanità di smalto e di avorio con giunture di cristallo" -, Longhi si mostra debitore nei confronti degli "Italian Painters of the Renaissance" di Bernard Berenson, che da ragazzo si era persino offerto di tradurre. Ora però un tale linguaggio non si risolve in un ricalco né in un virtuosismo fine a sé stesso, ma diviene lo strumento per restituire un mondo unico e irripetibile nella sua sontuosità. Per usare parole che la nostra epoca ha ridotto a slogan, la conoscenza del fatto artistico è alla base, per Longhi, della sua tutela e della sua valorizzazione.» (dallo scritto di Daniele Benati)
EUR 36.10
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La nuova oggettività tedesca
Nel 1918 la Germania esce sconfitta dalla guerra; l'imperatore Guglielmo II abdica e fugge, mentre focolai di insurrezione (e poi di reazione e quindi di guerra civile) si accendono in tutte le maggiori città; lo stato tedesco, che nel 1919 si costituisce in Repubblica di Weimar, è costretto dai vincitori a restituire schiaccianti debiti di guerra e si trova così a fronteggiare un'inflazione incontrollabile e con essa una disoccupazione dilagante e una criminalità atroce. È su questo scenario drammatico che si delinea il movimento della Nuova Oggettività, a cui si possono ricondurre artisti come Dix, Grosz, Schad, Schrimpf, Beckmann, Schlichter e molti altri, dei quali questo libro raccoglie le dichiarazioni di poetica. Realtà, naturalismo, verismo sono le loro parole d'ordine. All'afflato lirico e dionisiaco dell'espressionismo, che voleva porre l'individuo al centro dell'universo, subentra una dichiarazione di sfiducia nei confronti dell'io e un appello alle cose, alla dura lezione dei fatti. All'arte non si chiede più un'interpretazione o una trasfigurazione della natura, ma una descrizione esatta, impersonale, fotografica. Per questo si parla di «impassibilità», «asciuttezza», «sobrietà», «precisione», «chiarezza», «fedeltà al dato». Si cerca un linguaggio che non comunichi emozioni, ma informazioni e assecondi non l'effusione dei sentimenti, ma il loro superamento. Franz Roh, nel suo libro Realismo magico (1925), sostiene che la bellezza dipende «dalla forza gelida dell'immobilità, dal sottrarsi implacabile a ogni movimento». E Max Beckmann già nel 1918 scrive: «Amo la pittura, credo, perché costringe a essere oggettivi... L'unica cosa che può dare un senso alla nostra esistenza è dare agli uomini un'immagine del loro destino».
EUR 18.05
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Paul Cézanne
"Lavoro accanitamente, intravedo la Terra promessa. Farò come il patriarca degli ebrei, o riuscirò, contrariamente a lui, a mettervi piede? Se l'avrò finita entro febbraio, le spedirò la tela perché la faccia incorniciare e l'indirizzi verso un porto ospitale. Ho dovuto abbandonare i suoi fiori, di cui non sono troppo contento. Ho un grande studio in campagna. Vi lavoro, e qui sto meglio che in città. Ho fatto qualche progresso. Ma perché così tardi e con tanta pena? L'Arte è dunque un sacerdozio che esige uomini puri che gli si votino totalmente?". (Lettera di Paul Cézanne ad Ambroise Vollard)
EUR 13.30
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Arte e astrologia nel palazzo Schifanoja di Ferrara
«Già da parecchio tempo vedevo chiaramente che un'analisi iconologica particolare degli affreschi di Palazzo Schifanoja avrebbe dovuto rivelare la duplice tradizione medioevale del mondo figurativo delle divinità antiche. Qui possiamo, seguendo le fonti, chiarire fino nei particolari tanto l'influenza della sistematica dottrina delle divinità olimpiche, come la tramandavano i dotti mitografi medioevali dell'Europa occidentale, quanto anche l'influenza della mitologia astrale, come essa si conservava imperturbata nei testi e nelle immagini della pratica astrologica. La serie degli affreschi murali di Palazzo Schifanoja a Ferrara rappresentava le immagini dei dodici mesi. Il simbolismo complesso e fantastico di queste figure ha resistito finora a ogni tentativo di elucidazione; dimostrerò, estendendo il campo di osservazione a Oriente, che esse sono elementi sopravvissuti di una concezione astrale del mondo delle divinità greche. Sono di fatto null'altro che simboli delle stelle fisse i quali, errando per secoli dalla Grecia attraverso l'Asia minore, l'Egitto, la Mesopotamia, l'Arabia e la Spagna, certo hanno perduto in pieno la chiarezza dei loro contorni greci». Il saggio è corredato dalle riproduzioni dell'intero ciclo degli affreschi del Salone di Rappresentanza di Palazzo Schifanoja. Con uno scritto di Fritz Saxl.
EUR 12.35
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La nuova architettura e il Bauhaus
«Nutro la convinzione che la Nuova Architettura sia destinata ad assumere una portata molto più ampia di quella che oggi ha l'attività edilizia; ritengo inoltre che attraverso lo studio dei suoi vari aspetti procederemo verso una ancor più ampia e profonda concezione del design come grande organismo unitario, specchio dell'indivisibilità, dell'immensità e della fondamentale unità della vita stessa, di cui esso è parte integrante. Sembra che il dominio della macchina, la conquista di una nuova idea di spazio e il lavoro pionieristico della ricerca di un comune denominatore per le nuove forme del costruire abbiano quasi esaurito le forze creative degli architetti di questa generazione. La prossima porterà a compimento il perfezionamento di queste forme, rendendo possibile la loro generalizzazione.» (Walter Gropius)
EUR 12.35
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Confessione creatrice e altri scritti
«L'arte è una similitudine della creazione. Essa è sempre un esempio, come il terrestre è un esempio cosmico. La liberazione degli elementi, il loro raggruppamento in sottoclassi composte, lo smembramento e la ricomposizione in un tutto da più parti contemporaneamente, la polifonia figurativa, il raggiungimento della quiete mediante la compensazione dei movimenti: sono tutti alti problemi formali, fondamentali per la conoscenza della forma, ma non ancora arte della cerchia superna. Nella cerchia superna, dietro la pluralità delle interpretazioni possibili, resta pur sempre un ultimo segreto - e la luce dell'intelletto miseramente impallidisce. Si potrebbe ancora ragionare dell'effetto benefico esercitato dall'arte, dicendo che la fantasia, mossa da stimoli istintivi, ci finge situazioni le quali sono più ricche di suggerimenti e incoraggiamenti delle situazioni terrestri a tutti note, o anche delle situazioni ultraterrene di cui siamo consapevoli. Dicendo che i simboli confortano lo spirito, affinché si renda conto che non gli è data solo la possibilità terrena, per quanto la si possa arricchire. E che la serietà etica veglia, e con lei un coboldico riso, su preti e dottori».
EUR 12.35