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Giorgione, l'inafferrabile
André Chastel (1919-1990), celebre storico dell'arte francese, affronta in questo breve testo uno dei più singolari, appassionanti misteri della storia della pittura. Con un corpus di opere quasi impossibile da ricostruire e una breve e folgorante carriera, Giorgione è la figura mitica della storia delle arti a Venezia. Per sciogliere il suo mistero Chastel ci invita ad immergerci idealmente nella dolce vita veneziana dell'inizio del sedicesimo secolo, periodo in cui a questo giovane e folle artista si rivolgevano i più noti committenti della città. Per loro Giorgione dipinse opere immortali, tra cui l'universalmente nota "Tempesta", quadro enigmatico che ha dato luogo, nel corso dei secoli, a infinite e mai conclusive interpretazioni. La vita di Giorgione di Castelfranco di Giorgio Vasari e un grande apparato iconografico - comprendente tutte le opere attribuite a Giorgione - completano questo libro.
EUR 12.35
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Dürer mirabile incisore
Fu in Germania che, nel Quattrocento, l'invenzione della stampa, dell'incisione e della xilografia fornì al singolo la possibilità di diffondere le proprie idee in tutto il mondo. Proprio mediante le arti grafiche la Germania assurse al ruolo di grande potenza nel campo artistico, grazie principalmente all'attività di un artista che, benché famoso come pittore, divenne una figura internazionale solo per le sue doti di incisore e xilografo: Abrecht Dürer. Le sue stampe per più di un secolo costituirono il canone della perfezione grafica e servirono da modelli per infinite altre stampe, come pure per dipinti, sculture, smalti, arazzi, placche e porcellane, non solo in Germania, ma anche in Italia, in Francia, nei Paesi Bassi, in Russia, in Spagna e, indirettamente, persino in Persia. L'immagine di Dürer, come quella di quasi tutti i grandi, è cambiata secondo l'epoca e la mentalità in cui si è riflessa, ma sebbene le qualità distintive della sua innegabile grandezza furono variamente definite, questa grandezza fu riconosciuta subito e mai messa in dubbio. Con un testo di Erwin Panofsky.
EUR 32.25
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Beato Angelico. Figure del dissimile
Questo libro è nato da una sorpresa, quella di scoprire un giorno, in un corridoio del convento di San Marco, a Firenze, due o tre cose sconcertanti dipinte nel Quattrocento. Esse non corrispondevano a quanto l'occhio di uno storico dell'arte può generalmente aspettarsi di vedere in un'opera eseguita in quel periodo; non assomigliavano in nulla a quanto si vede solitamente riprodotto nelle opere sull'arte del Rinascimento. Queste due o tre cose sconcertanti, ardue da descrivere, estremamente singolari nell'assoluto candore del convento, erano delle macchie, delle vaste macchie multicolori rispetto alle quali le nostre consuete categorie di "soggetto", di imitazione o di figura sembravano realmente dover naufragare. Sembravano infatti prive di qualsiasi soggetto, sembravano non imitare nulla di preciso, e infine tutto in loro sembrava stranamente, per quell'epoca, "non figurativo" evocavano un dripping di Jackson Pollock». Da questa scoperta prende avvio l'affascinante indagine di Georges Didi-Huberman - uno dei più noti filosofi e critici d'arte contemporanei -, in cui la storia delle idee, gli strumenti dell'estetica, della semiologia e della psicoanalisi convergono per delineare un'interpretazione originale e approfondita di un artista mirabile le cui opere, come scrisse Vasari, sono «tanto belle, che paiono veramente di paradiso», e per questo è universalmente noto come Beato Angelico.
EUR 31.35
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Mon histoire. Pensieri e testimonianze
"Non dormo più per colpa delle Ninfee. Di notte sono ossessionato da ciò che sto cercando di realizzare. Mi alzo al mattino piegato dalla fatica. L'alba mi ridona coraggio, ma l'ansia torna non appena varco la soglia dello studio. Dipingere è così difficile e torturante. Lo scorso autunno ho bruciato sei tele insieme alle foglie morte del mio giardino. Ce n'è abbastanza per far perdere la speranza. Ciò nonostante non vorrei morire prima di aver detto tutto quello che avevo da dire o, almeno, di aver tentato di dirlo. E i miei giorni sono contati... Domani, forse...".
EUR 13.30
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La lezione dell'antico
"L'Antico è la Vita stessa. Non v'è nulla di più vivo dell'Antico, e nessuno stile al mondo ha saputo né potuto raffigurare la Vita nello stesso modo. L'Antico ha saputo raffigurare la Vita, per che gli antichi sono stati i più grandi, i più seri, i più mirabili osservatori della Natura che siano mai esistiti. L'Antico ha potuto raffigurare la Vita, per che gli antichi, grazie a questa maestria nell'osservazione della Natura, hanno saputo vedere quel che vi è in essa di essenziale, ossia i grandi piani e i loro dettagli, le loro grandi ombre. E poiché in questo risiede la verità stessa, le loro figure, costruite secondo tali principi, hanno conservato nel corso dei secoli tutta la loro potenza. [...] L'Antico è per me la bellezza suprema, è l'iniziazione all'infinito splendore delle cose eterne: è la trasfigurazione del passato in qualcosa di eternamente vivo. I greci ci prendono per mano, ci fanno sentire la bellezza delle forme, l'elemento sacro presente in essa, ci mostrano con il loro esempio che non bisogna esser chiamati vanamente alla festa della Vita. i loro marmi sono i messaggeri divini che ci insegnano il nostro dovere". (Dall'introduzione). Con uno scritto di George Simmel.
EUR 12.35
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Il kitsch
«Permettetemi di cominciare con un avvertimento: non aspettatevi definizioni rigorose e nette. Filosofare è sempre un giocare di prestigio con le nuvole, e la filosofia estetica non sfugge a questa regola. Quindi, se di quando in quando affermerò che quella nuvola lassù sembra un cammello, siate cortesi come Polonio e datemi ragione. Non parlerò propriamente dell'arte, ma di un determinato comportamento nei confronti della vita. Il Kitsch non potrebbe infatti né sorgere né prosperare se non esistesse l' Uomo-del-Kitsch, l'amatore del Kitsch, colui che come produttore d'arte produce il Kitsch e come consumatore d'arte è disposto ad acquistarlo e perfino a pagarlo assai bene. Presa in senso lato l'arte è sempre il ritratto dell'uomo del tempo, e se il Kitsch è menzogna (esso viene spesso, e a ragione, definito così), questa menzogna ricade su colui che ne ha bisogno, e cioè su chi si serve di questo specchio destinato a imbellettare e falsificare le cose per riconoscersi nell'immagine contraffatta che gli rimanda e per assumersi (con un piacere, entro certi limiti, sincero) la responsabilità delle proprie bugie. È questo il fatto di cui ci occuperemo».
EUR 19.00
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El Greco visionario illuminato
Quasi tutte le visioni sono intraviste dal purgatorio, quel gran purgatorio che era l'apoca sua, e questa è la ragione di quel giallo splendore che emerge dal fondo dei suoi quadri. El Greco vide il Signore, continua a guardarlo\r\n\r\n"Ogni maestro di pittura crea un'atmosfera particolare nei suoi quadri: l'atmosfera di Beato Angelico, quella di Botticelli, di Tiziano, del Greco, di Velàzquez, di Goya, di Solana. Non è una forma letteraria che va ad aggiungersi alla pittura, bensì qualcosa che scaturisce dalla superstizione dei colori, da quella tecnica che non s'impara nelle accademie e che dà luogo all'atmosfera come fosse una conseguenza spontanea. L'atmosfera del Greco odora d'umidità, di locali chiusi, di suffumigi in stanze con moribondi, di pazzia collettiva delle rinunce, di morte d'amore, di focolari pestilenti di crudeltà, di aspro timor di Dio, un timor di Dio tremendo come lo stare anni in attesa dell'esecuzione senza che il boia si decida a giungere."
EUR 20.90
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Pittori
In questo esile libretto sono raccolti i saggi brevi che Proust dedicò ai pittori amati lungo tutto l'arco della sua vita. Nei ritratti affettuosi e partecipati che l'autore della Recherche traccia di Chardin e Rembrandt, di Watteau, Moreau e Monet emerge uno dei più alti e insuperati esempi di pensiero figurativo, di critica d'arte capace di fermarsi sulle immagini, senza fuggire nell'erudizione sterile o nei gelidi tecnicismi. Una scrittura che vive di nulla, frequentando la sottile epidermide della pittura, là dove le cose del mondo stanno per finire, tra tizzi che muoiono, foglie che imputridiscono, vestiti che si logorano, uomini che passano... L'arte, e l'amore per essa, come momenti quasi mistici per accedere, non a un aldilà, ma a questo mondo fragile e finito che ci contiene. Esercizi di osservazione per apprendere, infine, a vedere. Con uno scritto di Federico Ferrari.
EUR 11.40
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Piccola storia della fotografia. Ediz. illustrata
Benjamin scrive la Piccola storia della fotografia su committenza alla fine dell'estate del 1931, mosso da necessità di denaro, ma dando inizio a un progetto che contava di portare a esiti più estesi e approfonditi\r\n\r\nLa fotografia era diventata infatti un interesse importante sul suo percorso, incrociata in più occasioni durante il mai finito lavoro di raccolta di materiali per i "Passagen-Werk" e al centro della riflessione sulla riproducibilità tecnica che darà i suoi risultati nell'"Opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica", quattro anni dopo. Il testo viene pubblicato sulla "Literarische Welt" in tre puntate, accompagnato da otto immagini scelte dall'autore. Per scriverlo Benjamin si immerge in una lettura intensiva di testi di riferimento, da cui prende le informazioni e i dati principali e su cui imbastisce le sue riflessioni originali. La fretta e l'ansia fanno sentire i loro effetti sul testo, che contiene qualche imprecisione e pare frammentato nel percorso e nella divisione dei tre blocchi. Ma le imprecisioni e i salti logici stessi sono in realtà indicativi degli effettivi interessi dell'autore, filosofo e non storico, specie qui dove l'immagine fotografica fa problema anche per il concetto lineare di storia. Il filosofo aveva urgenza piuttosto di introdurre tematiche che presso gli storici non aveva trovato formulate.
EUR 19.95
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Ninfa fluida. Saggio sul panneggio-desiderio
«Sempre sfuggente, eppur onnipresente. Inaccessibile, volatile ma sempre pronta a tornare, al punto da ossessionare, da innestarsi e fondersi in ogni cosa: dunque, essenzialmente fluida. È così Ninfa, questa strana creatura di cui è difficile stabilire un'identità, rintracciare un'iconografia o circoscrivere una storia. Non del tutto personaggio né del tutto allegoria, Ninfa non offre che un leitmotiv erratici - ma quanto insistente - nella lunga durata delle immagini occidentali. Dai sarcofagi antichi ai dipinti rinascimentali, dalle sculture barocche alle fotografie contemporanee essa non smette di passare: appare solo per scomparire e, da questo stesso "passato", come un'onda, ci promette di ritornare presto. La riconosciamo dalle volute intangibili, dalle fughe, dalle frange visive che sempre lascia dietro di sé quando passa: capelli sciolti, panneggi al vento, misteriose fluenze. Come gli strascichi impalpabili di un godimento perduto o come il soffio di un desiderio ancora in cerca del suo oggetto. Ai nostri sguardi, alle nostre fantasie non resta che quel soffio, poiché ogni presa è vana».
EUR 21.85
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Memorie di cieco. L'autoritratto e altre rovine
La scrittura di Derrida, indagando il tema della cecità in un fitto reticolo compositivo a forma di dialogo, decostruisce l'idea di una visione chiara e distinta. Una luce di tenebra attrae e avviluppa lo sguardo del lettore il quale, per mezzo del ricco apparato iconografico, ripercorre un cammino negli abissi della memoria, dove il disegno di ogni esistenza si traccia oscuramente. Lo svolgersi degli eventi e delle argomentazioni ricorda da vicino le atmosfere oniriche di Kafka o quelle allucinate e spettrali di Dostoevskij. Con "Memorie di cieco" Derrida raggiunge uno dei vertici più alti del suo pensiero maturo: in un unico tessuto narrativo confluiscono i ricordi di un'intera esistenza, declinati attraverso una capacità impressionante di «utilizzo» di campi e metodologie disciplinari che spaziano dalla iconologia alla psicoanalisi, dalla storia dell'arte alla poesia. Il risultato è un testo straordinario che straborda in ogni direzione, travalicando ogni genere letterario canonico: autobiografia, romanzo di formazione, confessione, saggio filosofico, critica d'arte, libro per immagini.
EUR 19.95
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50 segreti magici per dipingere
"'Salvador, come indica il suo stesso nome, è destinato a riscattare la pittura dalla vacuità dell'arte moderna'. Questa affermazione categorica, anche se di primo acchito, per il suo egocentrismo, potrebbe sembrar scritta dallo stesso Salvador Dali, appartiene alla penna del famoso filosofo catalano Francisco Pujols. Quando, nel 1937, costui scrisse questa frase, in pieno caos surrealista, ammetto - con modestia, per una volta almeno - che io stesso, nonostante i miei ambiziosi imperialismi di ogni genere, non ci credetti molto. Oggi, tuttavia, constato di esser giunto, passo a passo, alla ferma convinzione che è proprio così. Questo è dovuto essenzialmente al fatto che la mia intelligenza è costantemente cresciuta parallelamente alla mia ambizione che, come tutti sanno, è stata sempre eccelsa e maestosa fin dalla mia più tenera infanzia. E posso così affermare, a ragion veduta, che nei giorni immediatamente successivi all'inizio della stesura di codesto libro mi sentivo ancor più intelligente di quanto lo fossi prima. Per buona sorte! Infatti, per essere in grado di scrivere un testo simile - una sorta di iniziazione culinaria al mistero eleusino della pittura - e per riuscire a render limpidi i segreti tecnici più oscuri, che sembrerebbero esigere l'arte della magia unita alla pratica della pittura stessa, non basta essere terribilmente intelligente. Giungo realmente al punto di nutrire il sospetto profondamente radicato che tutte le più eccelse intelligenze riunite insieme non sarebbero sufficienti per trionfare in un'impresa simile, e che, di conseguenza, lo scrittore che intraprenda un tale compito debba possedere, in aggiunta, un'altra cosa sovraessenziale, e quest'altra cosa, questa 'quintessenza' dell'essenziale, che si dà il caso sia esattamente quella necessaria per dipingere un bel quadro, io la possiedo, devo nuovamente dirlo." (Dal prologo di Salvador Dali)
EUR 19.00
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La cucina come arte. Ricette raccolte da Maurice Joyant
Ricetta antica e misteriosa. Non la si conoscerà mai. Dio l'ha rivelata soltanto al Profeta, che non ne ha detto nulla. Questa ricetta resterà per sempre sconosciuta al resto dei mortali\r\n\r\nL'art de la cuisine di Herni de Toulouse-Lutrec e Maurice Joyvant fu pubblicato in italiano da Arnoldo Mondadori Editore nel 1967 nella traduzione di A. Baslini Rosselli e di E. Tolu Bianchi, che è qui riproposta con lievi modifiche. Le illustrazioni all'interno del testo e a piena pagina sono riproduzioni di acquerelli, disegni e litografie di Henri de Toulouse-Lutrec. Postfazione di M.-G. Dortu e Philippe Huisman.
EUR 19.00
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Trattato sui principi e sulle regole della pittura
Né manuale pratico, né saggio teorico, il «Trattato» è un'analisi della pittura dal punto di vista linguistico e stilistico, in cui le competenze accumulate da Jean-Étienne Liotard in più di mezzo secolo si traducono nella definizione degli elementi essenziali del linguaggio pittorico, i dodici Princìpi, e nella formulazione di una serie di precetti inerenti la loro applicazione, le venti Regole. Nel testo l'anziano pastellista parla di temi quali l'importanza del disegno, la grazia o l'armonia, facendo riferimento alla propria opera e a quella di altri pittori contemporanei o del passato, primo fra tutti il venerato Correggio. Liotard ha qui sintetizzato un lungo lavoro di osservazione e classificazione empirica di dati relativi all'attività pittorica, deducendone poi le leggi: «la pratica ha quindi generato la teoria». Così, nelle Regole gli enunciati di carattere generale sono seguiti da esempi e dimostrazioni tratti dalla conoscenza e dalla vicenda professionale del maestro.
EUR 13.30
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Boccioni e il futurismo
«Mi conosco un poco in arte italiana, e vi posso assicurare che di grandi scultori non ne abbiamo avuti molti; ma alcuni grandissimi addirittura, che bastano. Sono Giovanni Pisano - Giotto - Jacopo della Quercia - Antonio Rizzo - Michelangelo. Eppoi di grande tradizione scultoria di grande stile - poiché voi credete bene al grande stile, lo so - più nulla. Ho già detto di passata perché non si può pretender nulla da Bernini; varrebbe la pena di cercare più tardi se non fosse per fermarci a Rosso che per quanto grande ci appare troppo spaesato per poterlo includere in questo glaciale menù di grandezze? Non credo. Bisogna dunque cercare tutti i modi - dalla impersonalità storica più irreprensibile ai pugni e alle bastonate - per far comprendere a chi spetta di comprendere, in Italia, che a quella schiera magica va aggiunto al più presto, subito, il nome di Boccioni - questo grande scultore». Postfazione di Maria Cristina Bandera.
EUR 12.35
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Il poeta e gli antichi dei
"La ricostruzione sensibile e partecipe di alcuni momenti decisivi della poesia e della riflessione hölderliniane consente a Otto di farne il paradigma del tentativo più alto e più religiosamente ispirato di riafferrare l'antico in seno alla modernità ma, al tempo stesso, il paradigma anche del suo ineluttabile fallimento. La definizione di ciò che è il «tragico» dell'esperienza hölderliniana, dietro la quale s'intravede l'ombra lunga dello scacco per molti versi analogo di Nietzsche, è la premessa dell'ultima mossa dell'indagine di Otto. Essa consiste nella riproduzione, dinanzi al fallimento del naturalismo goethiano col suo anarchico individualismo così come dinanzi al fallimento della mistica cultualità hölderliniana, della religiosità olimpica come autentica, eterna creazione del genio greco, nell'ambito di una Kulturkritik radicale, senza nostalgia né utopie. Tale è dunque la linea ispiratrice del libro, che si risolve nella constatazione dell'incapacità della poesia moderna di rivivere l'esperienza della grecità olimpica, di rifarsi epos eroico." (Dallo scritto di Gianni Carchia)
EUR 19.00
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Autoritratto
Prima della Grande guerra, Man Ray già apparteneva al gruppo di pittori le cui opere avevano fatto epoca nello sviluppo delle idee artistiche rivoluzionarie. Le sue tele del 1913-1914 rivelano il risveglio di una forte personalità attraverso l'interpretazione particolare che egli dà del cubismo e della pittura astratta. Giunse a Parigi nel 1921, già noto come dadaista, e si unì al dinamico gruppo parigino con Breton, Aragon, Eluard, Tzara e Max Ernst, che avrebbero fondato il surrealismo tre anni dopo. Il cambiamento di ambiente impresse un nuovo impulso alle attività di Man Ray. Si dedicò alla fotografia e giunse a trattare l'apparecchio fotografico come trattava il pennello, ossia come un semplice strumento al servizio della mente. E sempre a Parigi, all'istituto Poincaré, che venne attirato dagli « oggetti matematici sempre belli nella loro specifica natura» e che dipinse numerose tele la cui intrinseca bellezza è posta a contatto con temi organici. Oggi, ritornato a Hollywood, dove scrive, dipinge e tiene conferenze, Man Ray ha preso posto tra i « vecchi maestri dell'arte moderna». (Marcel Duchamp. 1949)
EUR 28.50
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La Gioconda. L'illustre incompresa
"L'irresistibile evoluzione della fama della Gioconda illumina in profondità le esigenze e la povertà della cultura di massa. La notorietà dubbia, popolare, esposta al riso e alle lacrime facili, concerne un oggetto che non ha più nulla a che vedere con l'opera di un certo Leonardo da Vinci, pittore in una certa epoca del Rinascimento. Nella fabbrica insaziabile dei media, essa appartiene a un altro regno, quello delle finzioni in agguato dei divi, i personaggi destinati a un largo consumo. E distaccata da ogni realtà storica e umana. Lo scarto dalle conoscenze storiche e critiche è diventato incommensurabile."
EUR 18.05
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Lettere
La prima lettera di Cézanne che conosciamo si apre con un'immagine della pioggia e della primavera. L'ultima inizia accennando alla pioggia e all'autunno. Tra le espressioni scherzose della prima, percorse da un'allegra, ironica compiacenza retorica, e quelle dell'ultima , secche e disadorne, dirette a una comunicazione senza convenevoli, c'è uno spazio di quasi cinquant'anni. Cézanne non cercava biografie (« credevo che si potesse fare della buona pittura senza attirare l'attenzione sulla propria vita privata... L'uomo deve rimanere nell'ombra» scrive nel 1896 a Gasquet) e probabilmente pensava per le proprie lettere a un unico, privato destinatario, circostanza questa a cui dobbiamo, negli anni della maturità, la loro straordinaria asciuttezza, la loro assoluta mancanza di letteratura. Eppure queste carte si possono leggere come un diario psicologico dell'artista, tanto più rivelatore quanto più involontario e inconsapevole: una testimonianza di quel passaggio dall'eccedenza alla contrazione che si riconosce nella sua pittura e si intuisce nella sua vita. Per questo, in molti punti, diventano quasi una didascalia indiretta dei dipinti. Alle lettere giovanili, tra filastrocche e versi, subentrano quelle parigine, segnate da una progressiva concentrazione sui problemi della pittura. Al dialogo con Zola, nei confini di un'amicizia che si conclude con l'incomprensione, succede quello con Bernard, a cui Cézanne esprime le sue teorie artistiche più rivoluzionarie, o quello, il più commosso e trasparente, col figlio Paul. Una corrispondenza dove arte e vita si manifestano e si identificano senza ornamenti, con indimenticabile intensità. (Elena Pontiggia)
EUR 19.95
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Goya
«Non capisco perché gli storici dell'arte non confessino con maggior franchezza quello che dinanzi a Goya dovrebbero avvertire: che è un enigma, un dilemma enorme da chiarire, se non da risolvere, per cui occorre prudenza e rinuncia alle semplificazioni, in questo che è uno dei più complessi fenomeni che mai siano apparsi nell'intera storia dell'arte. [...] Comprendere Goya significa non solo spiegare quello che in lui è risolto, ma anche, e nello stesso tempo, rendere manifeste le cause dei suoi fallimenti. D'altra parte l'ipotesi di una "alta intelligenza", oltre a non accordarsi con i suoi errori, non è nemmeno utile a far luce sulla genesi dei suoi risultati più alti - e non mi riferisco solo al suo colore prodigioso e alla grazia frizzante delle sue forme, ma anche a ciò che nei suoi quadri e nelle sue incisioni trascende di molto i confini di qualsiasi arte pratica sino a sfiorare cosmici misteri e raggelanti destini. A nulla di tutto questo si può giungere con la chiarezza dell'intelletto; sono folgorazioni che vanno al di là di ogni concettualizzazione. La verità è che l'opera di Goya non deriva mai dall'intelligenza: o è banale mestiere o è veggenza di sonnambulo.«
EUR 9.75